Ero in palestra, quando il mio telefono vibra, vedo il nome del mittente e decido di non rispondergli.
<Prima o poi dovrete parlare> disse Arthur
<Tuo fratello è un cretino, non che il mio sia da meno, ma ora non ho voglia di stare dietro ai loro sbalzi d'umore> risposi infastidita
<Tutti hanno capito e sono certi che lo hai fatto passare..> mi ricordò il minore dei Leclerc
<Lui no, mi sta bene così.> affermai secca
<Max ha ragione, comunque.. sai come la penso, quindi ora chiudiamo il discorso> affermò il monegasco e io tirai un sospiro di sollievo.
Erano giorni che non parlavo né con Max né con Charles, ero arrabbiata con entrambi e quindi rispondevo a monosillabi ai loro messaggi ed evitavo le loro chiamate. Secondo il mio bacaterrimo cervello, credevo di poterli evitare per sempre, ovviamente non è andata così.
Mi trovavo al bilanciere, ero pronta a fare la mia sessione di squat, quando sentii una presenza alle spalle aiutarmi a poggiare il bastone ai rispettivi ganci.
<Non ho bisogno di una mano Arthur> mi voltai convinta, ma mi bloccai nel trovarmi il pilota numero 16 dinanzi a me
<Mio fratello mi ha detto che eri qui> disse con naturalezza
<Traditore> bofonchiai infastidita
<Mi dici perché sei arrabbiata con me?> mi chiese Leclerc
<Non sono arrabbiata> risposi cercando di fare la disinvolta
Lui rise. < E io sono il presidente degli Stati Uniti d'America> mi rispose
<Non credevo avessi cambiato professione, congratulazioni> affermai più acida di quanto volessi
<Rivorrei la mia fidanzata indietro, mi manca come l'aria> provò ad avvicinarsi ma io feci un passo indietro
<Peccato che tu la voglia solo quando sei felice e stai bene> risposi piccata
<Sono arrivato secondo Luci, dopo mesi di merda, una gara, ero euforico e non ti ho dato le giuste attenzioni. Mi dispiace per questo ma non ne puoi fare una questione di stato> mi rimproverò Leclerc
<Sei proprio un cretino Charles, posso dire?> sospirai delusa. <Io ti amo Charles, credo di avertelo dimostrato, oltre che detto, un'infinità di volte. Ho lottato per te e ti sono rimasta vicino anche quando avevi bisogno di un secondo che ti sopportasse e ti supportasse nonostante fossi a pezzi. Ma non posso essere la tua fidanzata solo quando tu sei felice, non mi sta bene così> spiegai sinceramente
<Hai ragione, ma anche io ho dimostrato di amarti Lucia e ho lottato per noi. Ho sbagliato ma ero deluso e incazzato e non volevo prendermela con te, già ti avevo chiamato Giuda, tu non lo meriti> affermò tristemente il monegasco, avvicinandosi a me ed io questa volta non mi spostai
<Pace?> mi domandò lui
<Pace> risposi roteando gli occhi al cielo ma sorridendo.
A questo punto speravo che nessuno gli dicesse che lo avevo fatto passare solo per il gusto di vederlo così felice e motivato; dal canto mio, continuavo a sostenere la tesi di un guasto alla monoposto, che vigliacca.
Silverstone
Eccoci, pronti ad un altro weekend di gara emozionante. Stamani, a differenza delle altre volte, mi sono svegliata presto ed agitata, tanto da far preoccupare anche Charles, il quale mi confessò che avevo dormito agitata tutta la notte.
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My favourite Enemy Parte 2
RomanceVol.2 -> se ti sei perso la prima parte valla a recuperare ❤️ "Perché non lo lasci andare?" mi chiesero infinite volte "Perché per me Charles non è stato solo un fidanzato. É stato il mio migliore amico, il mio porto sicuro ogni volta che le pa...