13.

734 31 0
                                    

Ero in palestra, quando il mio telefono vibra, vedo il nome  del mittente e decido di non rispondergli. 

<Prima o poi dovrete parlare> disse Arthur

<Tuo fratello è un cretino, non che il mio sia da meno, ma ora non ho voglia di stare dietro ai loro sbalzi d'umore> risposi infastidita 

<Tutti hanno capito e sono certi che lo hai fatto passare..> mi ricordò il minore dei Leclerc 

<Lui no, mi sta bene così.> affermai secca 

<Max ha ragione, comunque.. sai come la penso, quindi ora chiudiamo il discorso> affermò il monegasco e io tirai un sospiro di sollievo. 

Erano giorni che non parlavo né con Max né con Charles, ero arrabbiata con entrambi e quindi rispondevo a monosillabi ai loro messaggi ed evitavo le loro chiamate. Secondo il mio bacaterrimo cervello, credevo di poterli evitare per sempre, ovviamente non è andata così. 

Mi trovavo al bilanciere, ero pronta a fare la mia sessione di squat, quando sentii una presenza alle spalle aiutarmi a poggiare il bastone ai rispettivi ganci. 

<Non ho bisogno di una mano Arthur> mi voltai convinta, ma mi bloccai nel trovarmi il pilota numero 16 dinanzi a me

<Mio fratello mi ha detto che eri qui> disse con naturalezza 

<Traditore> bofonchiai infastidita 

<Mi dici perché sei arrabbiata con me?> mi chiese Leclerc 

<Non sono arrabbiata> risposi cercando di fare la disinvolta 

Lui rise. < E io sono il presidente degli Stati Uniti d'America> mi rispose 

<Non credevo avessi cambiato professione, congratulazioni> affermai più acida di quanto volessi

<Rivorrei la mia fidanzata indietro, mi manca come l'aria> provò ad avvicinarsi ma io feci un passo indietro 

<Peccato che tu la voglia solo quando sei felice e stai bene> risposi piccata

<Sono arrivato secondo Luci, dopo mesi di merda, una gara, ero euforico e non ti ho dato le giuste attenzioni. Mi dispiace per questo ma non ne puoi fare una questione di stato> mi rimproverò Leclerc

<Sei proprio un cretino Charles, posso dire?> sospirai delusa. <Io ti amo Charles, credo di avertelo dimostrato, oltre che detto, un'infinità di volte. Ho lottato per te e ti sono rimasta vicino anche quando avevi bisogno di un secondo che ti sopportasse e ti supportasse nonostante fossi a pezzi. Ma non posso essere la tua fidanzata solo quando tu sei felice, non mi sta bene così> spiegai sinceramente 

<Hai ragione, ma anche io ho dimostrato di amarti Lucia e ho lottato per noi. Ho sbagliato ma ero deluso e incazzato e non volevo prendermela con te, già ti avevo chiamato Giuda, tu non lo meriti> affermò tristemente il monegasco, avvicinandosi a me ed io questa volta non mi spostai 

<Pace?> mi domandò lui 

<Pace> risposi roteando gli occhi al cielo ma sorridendo.

A questo punto speravo che nessuno gli dicesse che lo avevo fatto passare solo per il gusto di vederlo così felice e motivato; dal canto mio, continuavo a sostenere la tesi di un guasto alla monoposto, che vigliacca. 

Silverstone

Eccoci, pronti ad un altro weekend di gara emozionante. Stamani, a differenza delle altre volte, mi sono svegliata presto ed agitata, tanto da far preoccupare anche Charles, il quale mi confessò che avevo dormito agitata tutta la notte. 

My favourite Enemy Parte 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora