Match me

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Taylor

Dove sono? Che ore sono? Mi guardo intorno, sono a casa, è mattino. Una luce tenue entra dai vetri, sono sul divano, ho una coperta addosso... NATE. Nate è stato qui! O almeno questo credo di ricordare, se non si è trattato di un sogno. Mi alzo rapidamente, controllo in ogni stanza, nei bagni, nelle camere. Non c'è. Eppure, ho l'impressione che sia stato qui. Sento il portone aprirsi.

<<Taylor!>> Maddie mi guarda sorpresa di vedermi deambulante con una coperta addosso.

<<Buongiorno Maddie.>>

<<Hai dormito bene tesoro?>> chiede preoccupata. Annuisco.

<<Ti preparo la colazione. Caffè?>> caffè. A quella domanda ricordo. Ho incontrato Nate ieri sera all'ingresso, sono scesa dal taxi, ho salutato Heidi e lui mi ha accompagnato dentro. Siamo saliti in ascensore, sono caduta e poi... non so come siamo arrivati ai caffè ma... vado al lavabo e vedo due tazze di caffè piene. Se Maddie è arrivata ora non può essere sua e dunque...

<<Che ore sono Maddie?>>

<<Le sette e trenta perché?>>

<<Ok...>> vado in camera, scelgo l'outfit per oggi, calze di cachemire, una minigonna di velluto, camicia e cravatta, poi mi infilo in doccia, vorrei tanto fare un bagno rilassando i nervi in balia di candele profumate, ma non ho tempo. Quando torno da Maddie, mangio di fretta un pancake con i mirtilli e chiamo Roger.

<<Sai dirmi dove alloggia Nate Hale?> Maddie mi riserva un'occhiata incuriosita <<no ehm lo so, lo so... intendo se sai dirmi se c'è un Nate Hale che alloggia qui... ok... grazie...>> attendo che controlli <<perfetto, grazie.>>

Preparo un vassoio con del caffè appena versato da Maddie, succo e i miei biscotti natalizi.

<<Dove stai andando?>> mi chiede con un sopracciglio inarcato.

<<A fare accoglienza...>> spiego e mi precipito in ascensore. Approfitto dello specchio per sistemarmi i capelli e rifinire con un dito le sbavature del make-up. Quando raggiungo il piano che mi ha indicato Roger e mi ritrovo davanti all'appartamento ottantatré, non so cosa fare. Una vocina interiore mi suggerisce di bussare mentre la mia testa di rigirare, e, osservando il vassoio che ho preparato e poi il numero intagliato nella medaglietta d'oro sulla porta, seguo il mio primo istinto. Lui apre quasi immediatamente, non lasciandomi il tempo – se volessi – di ripensarci e tornare al mio attico.

<<Buongiorno>> dico timidamente. La sua espressione sorpresa mi fa sentire incredibilmente a mio agio, è come se avessi in mano le redini della situazione e sembrassi sicura e sobria, rispetto alla sera prima.

<<Il tuo principe schiaccianoci ti ha svegliato presto?>> mi sfotte con un sopracciglio inarcato. Comprendo il riferimento alle mie decorazioni, ma stranamente non mi pongo subito sulla difensiva.

<<Può darsi... o forse sono solo venuta a dare l'accoglienza che meriti, visto che ho la fortuna di ospitare l'eroe che ha guidato i miei cani a casa. Ancora non ti ho ringraziato>> spiego. Lui sorride, osservando il vassoio.

<<Stavo per uscire e andare a fare colazione>> dice divertito. Mi offre uno dei biscotti per tenergli compagnia, mentre si porta alle labbra la tazza di caffè. Forse indugio un po' troppo sui suoi movimenti, nonché sui suoi lineamenti spigolosi e ben marcati, perché prende a guardarmi incuriosito.

<<Tutto bene?>> mi affretto ad annuire. Sorride. Picchietta le dita sul fondo della tazza di caffè, un ghigno si apre all'angolo della bocca. È davvero... sexy.

È di nuovo Natale a New YorkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora