All I want for Christmas is...

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Taylor

Mi porto istintivamente la mano alla bocca. Cosa ho detto? Gli ho chiesto di leggere le mie sceneggiature? Tutta colpa dei consigli di Heidi, io nono sono spigliata, disinvolta e maliziosa come lei. Vorrei esserlo a volte, ma non ci riesco. E finisco per accumulare figure su figure.

"Non so di cosa tu stia parlando ma... accetto" e prima che me ne renda conto, inizia a pattinare verso quello che abbiamo stabilito come nostro traguardo.

"Ehi, non è giusto!" cerco di concentrarmi e non perdere l'equilibrio. Guardo avanti a me, dritto al punto, muovendo ritmicamente le braccia per aiutarmi a mantenere il baricentro. L'ho raggiunto e proprio nel momento in cui siamo fianco a fianco, lo supero. In realtà non è proprio un sorpasso, Nate ha il fiatone e ha decelerato. Io non mi perdo l'occasione di arrivare al traguardo ed esultare.

"Ho vinto!" esulto girando su me stessa.

"Colpa delle sigarette" dichiara ancora piegato in due e pattinando a fatica.

"Fumatore seriale?" deduco stuzzicandolo.

"Senza precedenti" dice a sua discolpa e scoppio a ridere. 

Dopo che siamo usciti dalla pista ed aver restituito i pattini noleggiati, siamo d'accordo per una cioccolata calda. Ora che ci penso, ha accettato due mie proposte nel giro di qualche ora, senza lamentarsi o sfottermi. Sarà che New York sotto Natale starà sciogliendo anche il gelido cuore di Nate Hale?

"Sceneggiature... dovrei leggere le tue sceneggiature" ecco, ho pensato troppo presto che non mi avrebbe presa in giro. Mi vergogno improvvisamente per aver messo in ballo qualcosa di molto intimo, nessuno ha mai letto le mie storie, come ho potuto farne parola con Nate Hale?

"Senti... ehm... non so perché ho parlato delle sceneggiature. Dimenticalo, ok?" mi giustifico mentre a testa china, per l'imbarazzo, camminiamo in direzione della 8th avenue

"Mmm... no che non lo dimentico. Sono un uomo di parola, ho perso la gara, devo leggere le tue sceneggiature... per quanto non ne abbia tutta questa voglia" non manca di sottolineare.

"Davvero non devi..."

"Hai paura del mio giudizio per caso?" la sua domanda diretta - proprio come è lui - mi ricorda le parole di Maddie. Non dovrei temere il giudizio di nessuno, temo il suo? La suoneria del mio telefono interrompe l'incontro dei nostri sguardi. Appena distolgo gli occhi dai suoi avverto come una vertigine. 

"D...d...devo rispondere..." balbetto e approfitto per allontanarmi, sganciarmi dalla soggezione del suo sguardo e tornare in me "papà!" esclamo, sorpresa di una sua chiamata a quest'ora.

"Taylor, tesoro" la sua voce è estremamente squillante "come stai?"

"Bene" mi volto per assicurarmi che Nate non se ne sia andato. All'improvviso ho bisogno di questa certezza.

"Mi dispiace non esserci per Natale e di non organizzare con te l'evento di beneficenza. Potresti occupartene tu?" chiede con naturalezza, come se mi stesse domandando di poter comprare le crocchette per Rick e Rock.

"D..d..da sola?" balbetto di nuovo.

"So che sarai perfettamente in grado, nessuno ama il Natale come te e non conosco nessuno più sensibile e diligente di te che sappia occuparsi del nostro evento annuale" dal tono di voce determinato non credo di avere altra scelta e poi ci sono in ballo le persone che avranno bisogno di un pasto caldo la sera della Vigilia.

"D'accordo, ma avrei preferito che lavorassimo insieme all'evento, come sempre..."

"Lo so tesoro, credimi, dispiace anche a me, ma sai com'è... è un periodo intenso e prolifico, fortunatamente, non posso davvero tornare quest'anno per le feste" dice e trovo strano non provare poi una forte delusione, come se me lo aspettassi... come se fossi ormai arresa al ricordo e solo al ricordo di come erano le nostre vacanze insieme una volta.

È di nuovo Natale a New YorkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora