Capitolo 13

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Non posso crederci che lo stia facendo davvero, si sta avvicinando per baciarmi anche se gli ho appena mentito dicendo che di lui non mi importava nulla. Spero solo che non senta quanto in questo momento sia agitata, ho il cuore che batte irregolarmente e le mani che iniziano a sudare, non riesco a togliere lo sguardo dai suoi occhi, e se continua così dovrò appoggiarmi a lui perché sento che le mie gambe non reggeranno ancora per molto.

"Harry, finalmente sei arrivato... ho interrotto qualcosa?"

No, no, no. Di chi è questa voce? Non poteva aspettare qualche minuto? Harry improvvisamente come se si fosse risvegliato da un sogno sbatte più volte le palpebre e si rialza (prima si era abbassato per riuscire a baciarmi, visto che  sono molto più piccola di lui)

"Ciao Sarah"  Risponde lui.

Certo Sarah, avrei dovuto immaginarlo. Se prima mi stava antipatica, ora la odio proprio.

"Lei è Marzia, la ragazza di cui ti ho parlato" Continua Harry presentandomi, ovviamente senza mai guardarmi veramente.

"Certo, la ragazza di cui mi hai chiesto i documenti giusto? Bhé a sentire te doveva essere solo una ragazzina, invece..."

"Infatti non lo sono, ma spesso Herry tende ad esagerare"

"Lo so, lo conosco bene" 

Quella frase mi fa ribollire il sangue, perché so benissimo il motivo per cui l'ha detta. Vuole farmi capire che lei ed Harry si conoscono, e bene anche. Ma non ho alcuna intenzione di farmi vedere infastidita. Come se non bastasse è davvero bella, e questo può solo peggiorare le cose. E' alta con i capelli castani e gli occhi sembrano fatti di opale marrone. 

"Allora, ci fai entrare o dobbiamo parlare qui fuori?" 

Chiede Herry, anche se mi ha preceduto di pochi istanti.

"Certo, venite"

Entriamo dentro il prefabbricato e devo dire che è molto meglio di quello che mi aspettavo. L'arredamento del locale è molto bello e moderno. Le pareti sono azzurre-grigie e i tavolini sono di vetro trasparente. Noto anche un sacco di luci, che ovviamente ora sono spente, ma posso immaginare come questo luogo sia di notte. Anzi, lo vedo proprio. Nella mia mente ho l'immagine di questo locale con tanta musica alta, luci psichedeliche e un sacco di gente che balla. Io ci sono già stata.

"Harry" Lo chiamo piano per non farmi sentire da nessun'altro

"Che c'è?"

"Questo posto, io ci sono già stata, ne sono certa"

"E' impossibile, forse ti stai confondendo con un altro locale"

"Ti dico che è questo. Guarda, li dietro non c'è una specie di privé? Tutto rosso?"

Piano piano le immagini diventavano più nitide, e i ricordi più numerosi. Una cosa fondamentale però non sapevo. Il motivo per cui fossi andata in un locale simile.

Harry spalanca gli occhi, come se fosse sorpreso. E poi come se mi leggesse nel pensiero dice:

"E perché saresti dovuta venire in un posto simile? In più io ci venivo spesso qui e se ci fossi stata anche tu, ti ricorderei."

"Non ne ho la più pallida idea, ma ricorda che nemmeno tu ti ricordi dell'anno che precede l'incidente"

"Venite, sediamoci qui" 

Sarah ci risveglia dalla nostra conversazione privata. Ci avviciniamo al tavolo e poi ci chiede se può offrirci qualcosa. Io rifiuto, invece  Harry prende una birra fredda.

I'm your guardian angel (H.S.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora