Pagine del diario

79 15 2
                                    

Caro diario, ormai come avrai capito ti ho praticamente personificato. Per me non sei più solo un vecchio libro con delle pagine di carta ingiallite dal tempo; sei un confidente, l'unico che sa davvero che cosa mi succede, e come mi sento. In questi anni sono riuscita a farmi molti amici ma  comprendo che ognuno di loro è impegnato a loro volta con i propri impegni e non mi va di appesantirli anche con i miei problemi. 

Hai mai avuto la sensazione di essere impotente? Di sentirti inutile pur avendo la consapevolezza di poter fare qualcosa per qualcuno? Certo forse non è una domanda molto sensata da rivolgere ad un diario inanimato, però è così che mi sono sentita in questi giorni. Harold è molto cresciuto in questi anni ma non ci sono stati particolari episodi degni di essere scritti. Tranne uno. Lo so, lo so, avrei dovuto scrivertene prima ma è successo tutto molto in fretta e sono stata davvero molto occupata. In certi giorni non avevo nemmeno la forza di prendere la penna. 

Come ti dicevo in questi anni è sempre andato tutto bene. Qualche litigio in famiglia, ma sono cose che possono succedere. (Come ho fatto a non rendermene conto?) Sai in questi giorni vedevo il padre di Harold particolarmente strano. Era spesso agitato, irascibile, e sempre meno presente nella vita di suo figlio e di sua figlia. E già, non ti ho mai parlato di Gemma vero? E' una bambina bellissima che i genitori di Harold hanno adottato quando lui aveva sei anni e lei ne aveva quattro. Lui è molto protettivo nei suoi confronti e anch'io lo sono. Anche se non è stata affidata a me, non significa che non possa controllare un po' anche lei. Dicevo...ah si Des, il padre di Harold (mi chiedo ancora come io non mi sia accorta di nulla, certo la situazione non sarebbe migliorata comunque). Qualche mese fa, Anna e Des hanno avuto una brutta discussione. Continuavano a litigare e ad insultarsi a vicenda. Harold era nella sua camera, insieme a sua sorella. La piccola continuava a piangere e suo fratello cercava di cantarle qualcosa per non farle sentire le urla dei genitori. Quanto avrei voluto abbracciarli! Io ero li, immobile e trasparente agli occhi di entrambi, ma poi abbiamo sentito un rumore molto forte... Des se n'era andato via da quella casa e da quella famiglia, per raggiungerne un'altra probabilmente oltre oceano che si era costruito all'insaputa di tutti durante la moltitudine di viaggi di lavoro. Anna però era ancora molto innamorata di suo marito e per questo, piano piano ha iniziato a chiudersi in se stessa, lasciando fuori tutti quelli che le volevano bene, anche i suoi figli. Gemma ed Harold sono dovuti crescere molto in fretta. Adesso lui ha quindici anni e Gemma tredici. La loro mamma si è ripresa ma continua a non prendersi molta cura dei suoi figli...cosa centrano loro poi...

Comunque questo era solo un piccolo prologo di quello che è successo pochi giorni fa. E' vero che Harold è dovuto crescere molto in fretta ma è ancora un ragazzino molto timido e insicuro, a causa della mancata presenza paterna. Harold credeva molto in suo padre, come tutti i ragazzini del resto, dopo quel gesto credo che gli si sia caduto un mito. Spesso vedevo che a scuola lo prendevano in giro senza un motivo particolare. Ma poi un giorno stanco di quei trattamenti ha iniziato a rispondere ai ragazzi sbagliati, quelli più grandi, quelli che si credono tanto fichi solo perché in gruppo si difendono l'un l'altro. Sta di fatto che hanno iniziato a picchiarlo. Io in quel momento vedevo tutto nero per la rabbia e rosso a causa dei lividi che iniziavano a formarsi sul corpo di Harold. Così da inutile e trasparente che ero mi sono resa visibile. Ricordo ancora con precisione quell'istante come se fosse un flash back marchiato a fuoco nella mia mente.

"Ora basta, smettetela! Che razza di intenzioni avete con quel ragazzo?"

"Harold, che fai? Ti fai difendere da una ragazza adesso? Sei proprio un disperato"

In quel momento ho visto gli occhi verdi di Harold guardarmi. Per la prima volta, quella che vedeva ero proprio io e non attraverso di me. Ci siamo guardati negli occhi e nei suoi ho letto, oserei dire disprezzo, rabbia. Perché era vero, io una ragazza stavo difendendo un maschio. Avevo sbagliato, avevo reagito d'impulso come sempre del resto. Ora lo prenderanno ancora più in giro, e solo per colpa mia. Ad un cero punto però tutto quello che si trovava di fronte a me era fermo, statico. Non c'era aria e nemmeno un briciolo di percezione dei movimenti da parte dei ragazzi. Harold aveva uno sguardo spento, perso nel vuoto. Sapevo che cosa stava succedendo. Nella mia vita mi era già successo anche se pochissime volte. Un blocco temporale.

I'm your guardian angel (H.S.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora