In privato.

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[Izuku]

Sospeso.
Ancora non riuscivo a capire cosa sia successo, la mia mente è così confusa che sento di poter crollare da un momento all'altro, tra le lenzuola del mio letto...nel completo silenzio che avvolge la mia vecchia camera. Tutto lì era silenzioso e freddo, ma ciò che sentivo uscire dalla mia pelle era caldo...
Sono ancora in Calore? Pensai stringendo trai miagolii il cuscino ruvido, abbassai le orecchie scuotendo la coda mentre qualcosa in me sembrava rompersi. Lasciai sfuggire due o tre lacrime tirando su il naso, odiavo sentirmi così...tutta colpa degli sbalzi di umore.

—Tesoro.— a malapena riuscì a sentire la porta della mia stanza cigolare avvertendomi della entrata di mia madre. Non le risposi, non avevo la forza di parlare in quel momento.
Calò un silenzio dove a stento si potevano percepire i nostri respiri pesanti, poi sentì le sue fredde dita solleticarmi il fianco che di istinto tirai indietro.
La sentì sospirare.

—Il professore Aizawa, ha detto, che potrai tornare a scuola solo dopo che tutto ciò si sia risolto.—...—Lo...lo so— mormorai con il volto schiacciato su un cuscino, non la volevo guardare in faccia. Perché sapevo che se lo avessi fatto sarei crollato in lacrime, chiedendogli scusa in 30 lingue differenti.

—Vo-oglio stare da solo...— le mie dita scesero in silenzio lungo gli addominali...toccarono il pube e poi la mia intimità bagnata, odiavo quella sensazione...quella zona umida che mi ricordava quanto fossi veramente sottomesso e fertile.
—Lasciami...l-asciami.— stavo blaterando parole senza alcun senzo logico, ero soggiogato da quell'aroma che mi avvolgeva, al marchio indelebile che Kacchan mi aveva lasciato. Al suo odore che fuoriusciva come mio dalle mie viscere.

Sentì il mugugno di mia madre e poi la porta cigolare per poi chiudersi, avrei voluto che mia mamma fosse lì con me, ma il sol pronunciare qualcosa mi era difficile. Il sol ricordare cosa era successo mi faceva un male cane.
Il mio dito si fece strada lungo il basso superando l'erezione in cerca di aiuto, finì per posarsi sulla mia apetura bagnata.
Di istinto il bacino si portò in avanti, mi stupì persino io di tale movimento, perciò in silenzio premetti su quella zona...era un punto di piacere vicino alla mia apertura. Come un interruttore che azionava quel movimento spontaneo del bacino.

Lo toccai premendolo, e di nuovo quel movimento si fece vivo mentre una scarica di piacere mi fremette in gola lasciandomi senza fiato. 
Tornai indietro con il braccio solo per inserire la mia mano nelle mutande che portavo tornando di nuovo verso quel punto. Mi stavo studiando da solo, stavo esaminando ogni mio punto di totale lussuria solo per il gusto e il bisogno di farlo.

—Mi dispiace così tanto. Mio figlio non sa cosa ha innescato, Inko—

Sentii quelle voci rimbombare nel corridoio, raggiungendo le mie orecchie tese in avanti. Annaspai, sentendo il lamento di Mitsuki colpirmi lo stomaco. Cosa ci faceva la mamma di Kacchan qui?

Mi piegai dal dolore, il solo pensare a lui mi stringeva lo stomaco. Deglutii profondamente cercando di comprendere appieno la discussione. —Non ti devi scusare... è stato inevitabile.— Le parole uscirono da me come un sussurro, sebbene sapessi che non mi potevano udire.

—Io... dannazione, non vorrei che ora...—
Mitsuki esitò, prima di ringhiare esasperata. —Che ora si siano legati... Senza alcun consenso.—

Spalancai gli occhi.
Legati?...no non ci siamo legati.

—Izuku ora riposa, l'ho fatto visitare da un medico... Prima...— La voce di mia madre tremava leggermente mentre cercava di spiegare la situazione.
Ma non era la risposta la affermazione della zia Mitsuki. Stava divagando?

L'ultima parte della frase non la decifrai perché coperta dai vari sospiri pesanti e ringhi sconnessi.

—Posso vedere Deku?—

Kiss me again my WOLF //Bakudeku//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora