Occhi Di Vetro.

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Scritto da me.

Sono alla roccia in fondo allo Strapiombo insieme a Shauna, l'acqua schizza e mi bagna le scarpe mentre faccio ciondolare i piedi avanti e indietro, completamente perso nei miei pensieri. Ho passato tutto il giorno a cercare di scrollarmi di dosso la sensazione di fastidio al centro del petto, una pressione costante che mi toglie il respiro, intenso come rabbia, crescente e pesante quanto un macigno. Ho dovuto sopportare la presenza di Peter durante l'addestramento pomeridiano, e cercato di trattenermi dal prenderlo a pugni ogni volta che si vantava della sua vittoria contro Tris. Tris, che adesso è in infermeria, e non ho il coraggio di andare da lei per assicurarmi che - a parte qualche livido - stia bene, che sia in grado di riprendersi e tornare a lottare per ottenere un posto in questa fazione. Continuo a ripetermi che Tris vedrebbe la mia visita come un gesto gentile da parte di un istruttore preoccupato per la sorte dei suoi iniziati, che tutti la vedrebbero così. Il problema è che io so perfettamente che c'è dell'altro, qualcosa che non voglio ammettere, qualcosa che aleggia nell'aria ogni volta che lei é vicina... un forza astratta che mi spinge verso di lei. Vorrei farlo, vorrei andare da lei, ma non lo farò. E ho accettato di venire qui con Shauna per impedirmi di vagare per la residenza senza una meta ben precisa.
"Terra chiama Quattro" La voce di Shauna mi strappa dall'avvaluppo di pensieri, e sento il suo gomito affondarmi nel fianco. "Non mi stai ascoltando!"
"Si, invece. Io odio i muffin alla crusca.", dico, anche se sono quasi certo che non era di questo che stava parlando. Lei solleva le sopracciglia, poi sorride.
"Stavo parlando di Uriah." Mi sforzo di farle almeno un mezzo sorriso, e torno a guardare di fronte a me. "Mi dirai mai chi è la persona che tormenta la tua testolina, zuccone?" Colto in flagrante, direi. A volte mi stupisco della capacità di Shauna, o delle ragazze in generale, di capire le cose senza che nessuno gliele dica. Forse venire qui con lei non è stata una buona idea. Ma Zeke è occupato al centro di controllo e Uriah è da qualche parte a combinare guai, quindi non ho altra scelta.
"Non c'è nessuno dentro la mia testa." mormoro, appoggiando la schiena alla roccia dietro di me. È una bugia, bella e buona, e non la guardo negli occhi perché Shauna è intelligente e capirebbe. E se capisse mi direbbe di lasciarmi andare e io non posso. Non posso perché il mio futuro non è in questa fazione e Tris ha scelto gli Intrepidi, vuole essere un'Intrepida, e può esserlo. Lei non è come me, non è una Divergente, ed è un bene per lei stare lontana da quelli come me.
"Si, e Zeke è un Erudito in incognito. È una lei. Una ragazza, e dev'essere fantastica per farti questo effetto." Cerco di rilassare le spalle e assumo un'espressione imperturbabile, poi la guardo.
"No."
"Oh, si. Oppure un lui, non so se..."
"Sono etero. È finito l'interrogatorio, agente?" Le sorrido e lei lo fa di rimando. Piega il viso di lato e combatto l'impulso di distogliere lo sguardo dal suo, perché capirebbe che ho qualcosa da nascondere.
"È una trasfazione." Mi sento come se mi avessero colpito alle costole con un pugno. Deglutisco e dico: "Cosa te lo fa pensare?" Mi rendo conto solo dopo che una risposta del genere è una conferma più che evidente, ma non ho potuto pensare a niente di meglio, non con quegli occhi scuri che mi scrutano attentamente.
"Ti ho osservato molto, in questi due anni. So come ti comporti con le ragazze, e so che in tutta la residenza non c'è mai stata nessuna che sia riuscita ad accalappiarti. È assurdo." Automaticamente inarco un sopracciglio.
"Sei una stalker professionista o sei solo segretamente innamorata di me?"
Lei sorride, poi dice: "Ti dirò, sei un gran bel bocconcino, Quattro, ma i tipi tenebrosi non fanno per me. Mi piacciono gli stronzi che mi fanno innervosire, e tu non sei così." Adesso è lei che sta evitando il mio sguardo e non posso fare a meno di esserne compiaciuto. So perfettamente chi le interessa, e so anche che a Zeke non dispiacerebbe affatto sapere cosa lei prova per lui... Shauna dovrebbe dirglielo, farglielo capire, perché non lo fa?
"Ad ogni modo, se c'è qualche bella Trasfazione che è riuscita a scioglierti un pochino, non posso che ammirarla, ghiacciolino." Le colpisco piano il braccio con la spalla, e torno a guardare di fronte a me. I suoni sopra le nostre teste sono attutiti dallo scrosciare dell'acqua sulle rocce, ma credo che a quest'ora il Pozzo si stia svuotando. Tra un po' spegneranno le luci. "È complicato." mormoro.
"Lo è sempre, o lo sono per lo più quelle storie d'amore che si dice durino per sempre, sai? Lasciati andare, Quattro, hai solo diciotto anni." Si alza in piedi e mi tende la mano. Io l'afferro e mi tiro su. "Adesso basta con queste melenserie da romanzi rosa. Ho bisogno di dormire." Ridendo e spintonandoci ci dirigiamo verso i nostri rispettivi appartamenti. O almeno è quello che avrei dovuto fare io, ma mi ritrovo a virare a destra, verso la parte della residenza occupata dagli iniziati esterni. E non ho idea del perché, rimango nell'ombra, appoggiato al muro proprio di fronte alla porta dell'infermeria, trattenendo il respiro.
Prima che riesca a fare un passo, la porta dell'infermeria si apre, e il mio cuore sprofonda. Riesco a vedere bene il viso di Tris, gonfio e pieno di lividi, l'espressione sofferente mentre socchiude la porta alle sue spalle e i denti affondati sul labbro inferiore mentre comincia a muoversi verso il dormitorio. Zoppica e si tiene una mano sul torace mentre cammina, ma continua imperterrita verso la sua meta.
Sarà anche un Abnegante, esile, debole, ma sa quello che vuole e per un momento ho la certezza che lo otterrà. E sorrido come uno stupido mentre ritorno al mio appartamento, pensando che la determinazione è una caratteristica tipica degli Intrepidi, una diversa forma di coraggio... lei appartiene a questo posto.

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