Divergenti di Wattpad! Ho composto una canzone ispirata ad Allegiant, si chiama Dust, dategli un ascolto cliccando qui -> https://youtu.be/3DYH122a4rY
Esercitazione, questa sera. Strappabandiera è una delle mie preferite, perché prevede il gioco di squadra e necessita, quindi, di un minimo di fiducia tra coloro che si trovano a pianificare una tattica contro l'avversario. È un gioco di intelligenza, di velocità, e tra i trasfazione c'è qualche buon elemento che vorrei avere in squadra.
Eric cammina a qualche metro di distanza da me mentre, dietro di me, i mormori degli iniziati interni riecheggiano tra le pareti. Quando raggiungiamo il dormitorio dei trasfazione, Eric grida ai ragazzi di tirarsi su e, col viso illuminato dalla luce flebile di una pila, incrocio lo sguardo di Tris. I suoi occhi sono diamanti che brillano nell'oscurità, che catturano i miei e non li lasciano andare. È così che mi sento ogni maledetta volta che la vedo: in trappola; con le mani legate. E io vorrei solamente avvicinarmi a lei e... Quando lei distoglie lo sguardo e interrompe il contatto che ci legava come una corda di pura elettricita statica, sento una leggera fitta allo stomaco, ma mi costringo a fare lo stesso.
"Avete cinque minuti per vestirvi e venire ai binari. Faremo un'altra escursione." dice Eric, strappandomi dai miei pensieri come se la sua voce fosse una secchiata di acqua gelata.
Quando arriviamo ai binari, afferro uno dei fucili e faccio segno agli iniziati interni di fare lo stesso. Vedo arrivare i Trasfazione, Tris sembra esausta mentre caracolla dietro i compagni, ma non sembra affatto annoiata o infastidita. Sembra che si stia abituando alla vita frenetica degli Intrepidi. Vedo Christina dirle qualcosa all'orecchio e lei avvicinarsi alle scatole dei proiettili di vernice. Ride. Non l'ho mai vista ridere a quel modo e quando lo fa le si formano delle fossette sulle guance. Mi mordo l'interno della guancia per impedirmi di sorridere. "Ognuno prenda un fucile!" grida Eric. I trasfazione si ammucchiano attorno alle pile di fucile e alle scatole contenenti i proiettili.
"Tempo stimato?" mi chiede Eric. Ma quando diavolo si deciderà ad imparare gli orari del treno? Cercando di nascondere il fastidio, guardo l'orologio. "Da un minuto all'altro, ormai. Quanto ti ci vuole per memorizzare gli orari del treno?"
"E chi me lo fa fare, quando ci sei tu a ricordarmeli?" Mi colpisce con la spalla, sorridendo in modo beffardo, e io voglio tirargli un pugno sul naso - il che non è di certo una novità - ma mi trattengo.
Il treno è in arrivo, le sue luci mi colpiscono gli occhi man mano che si avvicina, ma io sto già correndo per saltare su. Apro lo sportello ed entro nel vagone. La vedo, Tris, correre verso la porta... e sono qui fermo a guardarla come uno sciocco. Non ci penso più di tanto: mi chino e le porgo la mano per aiutarla a salire. Non so cosa mi aspettassi, forse che - cocciuta com'è - rifiutasse il mio aiuto... Invece non lo fa. Afferra la mia mano, e la sua è così piccola e delicata tra le mie dita lunghe e affusolate. La tiro su e quando è dentro al vagone, mi lascia andare, troppo presto e senza neanche guardarmi. Io la seguo con lo sguardo mentre lei si siede al lato opposto del vagone, e guardo altrove solo quando entra il resto del gruppo. Mentre il treno si muove, in attesa che Eric ci raggiunga, spiego ai ragazzi come funziona il gioco. " Ci divideremo in due squadre per giocare a strappabandiera. In ognuno ci saranno sia interni che trasfazione. Una squadra scenderà per prima e cercherà un posto in cui nascondere la propria bandiera. Poi scenderà la seconda e farà la stessa cosa. È una tradizione degli Intrepidi, per cui vi suggerisco di prenderla seriamente."
"Che cosa si vince?" grida qualcuno.
"Questo è il genere di domanda che un Intrepido non farebbe mai" osservo. "Vinci che hai vinto, naturalmente."
"Quattro e io saremo i vostri capisquadra" prosegue Eric, lanciandomi un'occhiata "Cominciamo a dividerceli tra noi, ok?" Annuisco e faccio scorrere lo sguardo tra i ragazzi che ci circondano.
"Comincia tu." dico a Eric. Lui si stringe nelle spalle e dice il primo nome: Edward.
Io so già chi sceglierò, ma esito qualche secondo e guardo ogni iniziato. Non la guardo, non direttamente, ma dico: "Voglio la Rigida." La voglio perché è furba, intelligente, veloce, anche se è debole, ed è sottovalutata. È la sua serata per dimostrare a loro, e a me, di che pasta è fatta. Nel vagone si diffonde un brusio di rasatine e mormorii, e vorrei dire a Tris di alzare la testa, di non sentirsi in imbarazzo e di non pensare che io l'abbia scelta per un puro atto di carità. Gli Intrepidi non regalano nulla, non coccolano cuccioli indifesi... io non lo faccio, e non lo farò mai. L'ho scelta perché la voglio, perché la mia squadra ha bisogno di lei per vincere.
"Stai cercando di dimostrare qualcosa?" mi chiede Eric, con un ghigno stampato in faccia. "O scegli i più deboli così, se perdi, sai già a chi dare la colpa?" Assolutamente no, idiota, penso. Scrollo le spalle e dico: "Qualcosa del genere." Tris è paonazza, posso immaginare quanto sia arrabbiata in questo momento e, non so perché, ma la sola idea che una volta fuori di qui lei possa scagliarsi contro di me in una scenata di rabbia mi diverte, e non poco. "Tocca a te." dico.
"Peter." afferma Eric.
"Christina."
"Molly."
"Will"
"Al" chiama Eric, e ammetto che è una bella mossa. Avere Al, un gigante abbastanza forte, è sicuramente un punto a suo favore.
"Drew." dico.
"È rimasta solo Myra. Viene con me." dice Eric.
Quando finiamo di formare le squadre Eric dice: "La tua squadra può scendere per seconda." Cosa dicevo a proposito degli atti di carità? Non li sopporto, tantomeno quando è Eric a farli. È qualcosa che non gli si addice. "Non darmi nessun vantaggio" rispondo, tirando su l'angolo della bocca in un mezzo sorriso. "Lo sai che non ne ho bisogno per vincere." Lo sa bene, visto che l'anno scorso li abbiamo stracciati.
"No, so che perderai a prescindere da quando scendi. Prendi la tua squadra di mingherlini e scendi per primo, allora." Gli volto le spalle mentre la mia squadra si prepara a saltare giù dal treno. Io salto giù per primo e poco a poco mi raggiungono tutti, mentre io comincio a dirigermi verso il Molo della Marina. È lì che abbiamo nascosto la nostra bandiera l'anno scorso, e abbiamo vinto.
Sento Marlene chiamarmi, e poco dopo la sua mano è sulla mia spalla."Quando la tua squadra ha vinto, dove avevate messo la bandiera?" Alzo gli occhi al cielo e mi fermo.
"Dirtelo non sarebbe esattamente nello spirito dell'esercitazione, Marlene." replico.
"Dai, Quattro" mi incita lei, con un modo di fare un po' troppo civettuolo per i miei gusti. Mi tolgo la sua mano di dosso.
"Molo della Marina!" grida Uriah, e io lo fulmino con lo sguardo. "Mio fratello era nella squadra che ha vinto. Tenevano la bandiera nella giostra."
"Andiamo lì, allora." suggerisce Will, e visto che nessuno obbietta, comincio a muovermi per fare loro strada. Mentre cammino, dietro di me gli iniziati parlano tra loro e si prendono in giro. Io mi tengo a distanza, in silenzio, finché non ci fermiamo proprio di fronte alla gigantesca ruota panoramica. Will, accanto a me, mi sfila la bandiera. "Qualcuno dovrebbe restare qui a fare la guardia, mentre il resto di noi va a cercare la postazione dell'altra squadra." propone. È un buon piano, ma io lascerei di guardia solo due al massimo tre persone. Non dico nulla. Mi siedo sul bordo della giostra e aspetto che il gruppo si sia deciso sul da farsi. Aspetto e aspetto, mentre i ragazzi litigano tra loro, poi un lampo, una figura dorata che si muove nell'oscurità. È Tris. Si sta arrampicando sulla scala della giostra e non ho la più pallida idea del perché. Mi alzo e la seguo. "Tris." mormoro.
"Si?" dice, con calma, come se non l'avessi scoperta ad arrampicarsi su per una mostruosa ruota panoramica vecchia e arrugginita.
"Sono venuto a vedere cosa hai intenzione di fare.".
"Sto cercando un punto più alto. Non ho intenzione di fare proprio niente." Non posso fare a meno di sorridere, anche se sono terrorizzato da ciò che io ho intenzione di fare. "Ok, vengo anch'io." dico, e metto la mano sul primo piolo, proprio accanto al suo piede.
"Ce la faccio" ribatte.
"Non ne dubito." dico, ed è la verità. Allora lei comincia a salire, e io prego Dio che questa scala possa reggere bene il peso di entrambi. Mi sollevo e, per distrarmi dall'immagine di ciò che sto lasciando sotto di me, ovvero un pavimento stabile, e per non farmi distrarre da ciò che ho davanti a me, ovvero Tris, e il suo fondoschiena, e la sua maglietta che si solleva ogni volta che alza le braccia, e il suo corpo magro, ma incredibilmente femminile... comincio a blaterare. "Dunque, dimmi..." la mia voce è un sussurro. " Secondo te qual è lo scopo di questa esercitazione? Il gioco, intendo, non la arrampicarsi." Mi manca il fiato mentre saliamo, quindi forse mi concederò un'occhiata più lunga al fondoschiena di Tris. Magari mi aiuterà a distrarmi dal panico che minaccia di assalirmi da un momento all'altro.
"Imparare le strategie" dice, senza fiato. "Il lavoro di squadra, forse." Azzeccato in pieno.
"Il lavoro di squadra" ripeto, e soffoco una risata. Avevo ragione, lei appartiene agli Intrepidi in un modo in cui gli altri non gli apparterranno mai, e questa ne è la dimostrazione.
"Forse no.Il lavoro di squadra non sembra importante per gli Intrepidi."
Prendo fiato, perché mi sento come se stessi correndo, e il cuore mi pulsa nelle orecchie ... E Tris, col suo profumo e la sua sicurezza, mi fa sentire piccolo e impaurito. Eppure non dovrei, perché lei continua a vedermi come l'istruttore che le impedisce di fare le scelte sbagliate, l'uomo forte che le afferrerà la mano per non lasciarla cadere. Si fida di me. "Dovrebbe essere importante. Una volta lo era." dico. Continuiamo a salire, e io non mi azzardo a dirle che magari siamo abbastanza in alto, semplicemente perché lei sembra sapere ciò che fa. Quindi taccio e soffro in silenzio. O almeno ci provo, visto che il mio respiro è sempre più corto e pesante. "Ora dimmi..." Dio, Dio, Dio, Tris. Il cuore continua a pulsare a un ritmo terribilmente irregolare. "Che cosa pensi che abbia a che fare la strategia con il... coraggio?"
"Ci... prepara all'azione." risponde. "Impariamo a elaborare strategie per poi poterle applicare." Mi fermo un attimo e prendo un respiro profondo. E improvvisamente lo fa anche lei. "Va tutto bene, Quattro?"
"Sei umana, Tris? Stare così in alto..." Deglutisco, e mi costringo a guardare in su, verso i suoi luccicanti capelli biondi. "Non ti spaventa neanche un po'?" Una raffica di vento mi colpisce, e mi incollò ai gradini per non perdere l'equilibrio, ma Tris non è abbastanza veloce. La vedo barcollare verso destra, e d'istinto la afferro, premendole una mano sul fianco. Sento la sua pelle calda sotto la mano e per un attimo mi dimentico che siamo a metri di altezza da terra. "Tutto bene?" chiedo, quasi sussurrando. Il cuore potrebbe veramente uscirmi fuori dal petto, visto il modo in cui batte.
"Si." risponde lei, la sua voce è tesa e stridula ma, nonostante ciò, continua ad arrampicarsi finché non raggiunge la piattaforma, sulla quale si siede facendo pendolare giù le gambe. Quando raggiungo la piattaforma, mi siedo e tiro dentro le gambe, appoggiandomi con la schiena contro il supporto di metallo, il più lontano possibile dal bordo della piattaforma. Inspiro ed espiro, proprio come durante il mio scenario della paura. Ma adesso è reale, e se mi buttassi di sotto morirei sicuramente.
"Hai paura dell'altezza." dice, "Come fai a vivere nel complesso degli Intrepidi?" Rimango in silenzio. Non sono sicuro di riuscire a parlare, in questo momento.
Mi fissa, e non sono sicuro di volere che lei mi guardi in questo modo... Tutti hanno delle paure, è una cosa che scoprirà durante la seconda fase dell'iniziazione. Ma il suo sguardo... deluso, su di me mi infastidisce.
"Che c'è?" dico, forse un po' troppo sgarbatamente. Me ne pento quasi subito.
"Niente." dice lei, distogliendo lo sguardo. Per un attimo mi lascio cullare dal rumore del vento, e il mio battito cardiaco rallenta. Se fossi in una simulazione, lo scenario sarebbe già cambiato, ma devo costantemente ricordarmi che mi trovo davvero a chissà quanti metri da terra. So che volevo starle vicino, ma non così, non quando mi trovo faccia a faccia con una delle mie paure più terribili. Voglio scendere da qui, il prima possibile.
"Non siamo abbastanza in alto" dice, e non posso evitare di guardarla come se fosse pazza. "Mi arrampico." aggiunge, alzandosi.
"Per l'amor di Dio, Rigida!" sbotto, schiacciandomi contro le sbarre fredde il più possibile, come se lei potesse tirarmi su con la forza e obbligarmi ad arrampicarmi. Sono stato io a volerla seguire, per un motivo che non credo di ricordare.
"Non devi seguirmi." dice, guardando in alto con concentrazione. Un'Intrepida sottovalutata, ne ero certo. Prendo un respiro profondo e mi sollevo lentamente.
"Si, invece." dico.
Tris sale e sale, e ormai mi sono quasi abituato al battito pulsante del mio cuore e ai brividi che mi corrono lungo la schiena, nonostante stia sudando come non mai. Poi, la vedo fermarsi, e così faccio anch'io, e sorridere guardando di fronte a se, ma non io non ho il coraggio di farlo. Afferra una sbarra sopra di se e si solleva, poi si ferma, e questa volta sembra che sia decisa a non andare oltre, grazie al Cielo. Mi arrampico, sistemandomi dietro di lei. Siamo davvero troppo in alto. Questo non è coraggio, è pura pazzia.
"Vedi quella?" dice, indicando un punto davanti a se. Mi avvicino a lei, in modo da vedere oltre la sua spalla, e non posso fare a meno di sorridere. La bandiera. Non ci sarebbe stato modo di vederla se non fossimo arrivati fin quassù. Ottimo piano, devo ammetterlo.
"Si." dico, sorridendo. " Viene dal parco oltre il molo. Niente male: è circondato da spazio aperto, ma gli alberi offrono un po' di copertura. Evidentemente, non abbastanza." E ho battuto Eric anche questa volta. Abbiamo battuto... ha battuto, Tris.
"Okay." dice, e volta il viso verso di me, e adesso sento il suo respiro caldo sul mento. Sta guardando le mie labbra, e io sono incantato dai suoi occhi... condizione non proprio ottimale, visto che ci troviamo quasi alla sommità di una ruota panoramica."Ehm, comincia ad andare. Ti seguo." Finalmente si scende. Grazie al Cielo. Un piede dopo l'altro, stringendo le sbarra con tanta forza da farmi bruciare la pelle delle dita. Poi, nel silenzio, sento qualcosa scricchiolare sopra di me, e rompersi, e rimbalzare sempre più giù, per finire per terra. E Tris urla il mio nome, appesa a una delle sbarre con le gambe che penzolano sopra di me. "Quattro!" Mi blocco, ma solo per un attimo, poi un'idea arriva come un flash. Essere Intrepidi significa questo, dopotutto: affrontare le propri paure, reagire, pensare e pensare e agire. "Resisti! Cerca solo di resistere, ho un'idea!" E velocememte inizio a scendere. Può funzionare, deve funzionare. E se non funzionasse? Tutte queste domande mi terrorizzano, mentre mi muovo così velocemente da non rendermi conto di essere praticamente arrivato. Quando i miei piedi toccano terra il sollievo mi assale, ma Tris è ancora lì sopra, e se non agisco adesso potrebbe cadere. Morire, perché non sopravvivrebbe di certo. Corro verso la scatola che che mette in azione la ruota. È aperta, quindi devo solo premere il bottone rosso, e sperare che funzioni. Lo premo, e sposto lo sguardo sulla ruota. Non si muove. Dannazione.
Poi un rumore, stridulo, e lentamente quella maledetta ruota si muove. Si muove, funziona!
Mentre le ruota gira, sempre più velocemente, vedo Tris lasciarsi cadere sul marciapiede, atterrare sui piedi e crollare sul pavimento. La raggiungo, e mi inginocchio accanto a lei, che ha le mani premute sul viso, e la posizione buffa del suo corpo mi fa sorridere. Le prendo i polsi e le libero il viso, poi prendo la sua mano, che è sudata, ma poco importa. Quel contatto mi da i brividi. "Tutto bene?" chiedo, stringendole la mano.
"Si." dice, quasi sussurrando, e non so se è per la paura o per il suo buffo modo di guardarmi, in questo momento, ma scoppio a ridere. Ed è una sensazione strana, perché è una cosa che non faccio da tanto. Quando anche lei ride, sollevandosi su una mano per mettersi a sedere, lo spazio tra noi è ridotto a poco più di dieci centimetri, così pochi e così carichi di desiderio di... stare più vicini. Quando mi alzo, tiro su anche lei.
"Avresti potuto dirmelo che funzionava ancora. Non saremmo stati costretti ad arrampicarci, tanto per cominciare." dice, alzando una spalla.
"L'avrei fatto, se l'avessi saputo. Non potevo lasciarti appesa là, così ho tentato. Su, è ora di andargli a rubare la bandiera." C'è ancora una tensione strana tra di noi, e io sento il costante bisogno di toccarla, di sentire la sua pelle sotto le dita, nonostante stasera l'abbia fatto più di quanto pensassi di poter fare. Le afferro il braccio, sorridendole, e la trascino verso la giostra, dove poco prima stavano litigando gli altri iniziati. Quasi la metà del gruppo è scomparso, ci sono solo Christina, che nasconde la bandiera, Shauna, Marie, e Stan che fanno da guardia. "Dove sono andati a finire gli altri?" chiedo, a nessuno in particolare.
"Siete stati voi a mettere in funzione la ruota?" mi chiede Shauna, che mi sta guardando con le sopracciglia sollevate. "Che diavolo vi è venuto in mente? Tanto valeva che vi metteste a gridare: 'Siamo qui! Venite a prenderci!' Se perdo di nuovo quest'anno, la vergogna sarà insopportabile. Tre anni di fila?"
Alzo gli occhi al cielo. "Chi se ne frega della ruota. Noi sappiamo dove sono." dico, non nascondendo il mio compiacimento.
"Noi?" chiede Christina. Io lancio un'occhiata a Tris, e gli sguardi di tutti si spostano da me a lei.
"Si, mentre voi altri vi giravate i pollici, Tris è salita sulla ruota panoramica per cercare l'altra squadra." Tutti guardano Tris, che ha le guance arrossate e gli occhi luccicanti. Non mi stupirei se qualcuno mi dicesse che anch'io ho lo stesso aspetto, mi sento euforico.
E Shauna sta guardando me, con un sopracciglio inarcato e l'angolo della bocca sollevato, quindi suppongo sia abbastanza evidente la mia eccitazione.
"Che cosa facciamo, allora?" chiede Stan, e istintivamente guardo Tris. È la sua serata, è lei a dover decidere. Lei scrolla le spalle, raddrizzandole, e mentre pensa i suoi occhi azzurri brillano nel buio, muovendosi nell'oscurità. "Ci dividiamo a metà." dice, con una sicurezza che non le avevo mai visto. "Quattro di noi vanno sul lato destro del molo, tre a sinistra. L'altra squadra è nel parco oltre il molo, per cui il gruppo più grande la attacca, mentre gli altri la aggirano di nascosto per soffiarle la bandiera." Sollevo l'angolo della bocca mentre ascolto il suo piano, e quando lei mi guarda io annuisco. È un buon piano, quella bandiera sarà nostra.
"Buona idea." approva Shauna, guardando me anziché lei. "Togliamoci questo pensiero, ok?"
E così ci dividiamo: Tris, Christina, Uriah e Marie andranno a destra, mentre io, Shauna e Stan andremo a sinistra.
Mentre camminiamo, Shauna mi si affianca. "Carina, la tua trasfazione." dice a bassa voce.
"Piantala, Shauna." taglio corto, facendo scorrere lo sguardo a destra e a sinistra. Qui non c'è anima viva.
"Quando sarai in vena di parlarne, magari quando non sorridi come un ebete per tutto il tempo... sai dove trovarmi." Mi assesta un pugno sulla spalla e va avanti. Poi un grido di trionfo si leva a destra. Abbiamo vinto.
"L'hanno presa!" grida Shauna, correndo verso destra, e improvvisamente quasi tutto il gruppo si materializza accanto a noi, urlando e saltando. Quando arriviamo all'albero, Christina tiene la bandiera in mano e Uriah si sta congratulando con Tris. Shauna, Will e altri urlano ancora più forte e Tris scoppia a ridere. Mi avvicino a lei e le metto una mano sulla spalla. Il suo sorriso illumina l'oscurità intorno a noi. "Ben fatto" le sussurro, e spero che questo la convinca che lei è fatta per gli Intrepidi, che è coraggiosa, determinata, intelligente... bellissima.Divergenti di Wattpad! Ho composto una canzone ispirata ad Allegiant, si chiama Dust, dategli un ascolto cliccando qui -> https://youtu.be/3DYH122a4rY
STAI LEGGENDO
Quattro.
FanfictionCiao! Penso che quasi tutti i fan accaniti della saga di Divergent abbiano letto Four, no? Beh, come avrete visto, Four racconta la storia dell'affascinante istruttore degli Intrepidi, a partire dal giorno in cui decise di cambiare fazione, scappand...