♡︎𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝒑𝒓𝒊𝒎𝒐♡︎

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𝑭𝒊𝒏𝒈𝒆𝒓𝒆 𝒅𝒊 𝒏𝒐𝒏 𝒂𝒎𝒂𝒓𝒕𝒊 𝒆̀ 𝒔𝒕𝒂𝒕𝒂 𝒍𝒂 𝒄𝒐𝒔𝒂
𝒑𝒊𝒖̀ 𝒅𝒊𝒇𝒇𝒊𝒄𝒊𝒍𝒆 𝒄𝒉𝒆 𝒂𝒃𝒃𝒊𝒂 𝒎𝒂𝒊 𝒇𝒂𝒕𝒕𝒐
-𝑷𝒓𝒆𝒕𝒕𝒚 𝑳𝒊𝒕𝒕𝒍𝒆 𝑳𝒊𝒂𝒓𝒔

Aveva perso il conto di quanto tempo fosse passato da quando si era sdraiata sul suo letto, fissando il soffitto con lo sguardo spento e perso nel vuoto.

La divisa nera della Nevermore Academy giaceva sulla sedia della sua scrivania in mogano e sembrava che le parlasse, dicendole di compilare quei maledetti moduli di iscrizione.

La scadenza era quel giorno a mezzanotte e lei ancora non aveva la più pallida idea di cosa fare.

Non aveva idea di come -dopo aver salvato la scuola- la avrebbero guardata gli studenti della Nevermore.

Loro che la avevano sempre giudicata, riso in faccia e sussurrato alle spalle parole ben poco carine, che fingeva sempre di non sentire.

La stramba, la strega, quella vestita sempre di nero e ignorata da tutti.

Ora quella stramba poteva essere considerata una vera e propria eroina, e avrebbe scommesso quello che voleva: tutti i pregiudizi nei suoi confronti sarebbero svaniti.

Il problema era che non sapeva se la cosa le facesse piacere o meno. Magari preferiva essere ignorata da tutti, piuttosto che adulata da una profezia che si era avverata facendole quasi perdere la vita.

Lei non si reputava una eroina, ma soltanto fortunata ad essere ancora viva.
Se non fosse stato per Goody in quel momento lei non sarebbe stata neanche più sulla terra.

Quindi che senso aveva tornare?
Non voleva le congratulazioni e le moine che sarebbero state certe nei suoi confronti. Le persone false erano una delle tante cose che odiava nel profondo.

Forse le dispiaceva lasciare Enid da sola nella loro stanza, oppure non partecipare alla coppa Poe e diventare capitano della squadra di scherma.

Era combattuta, provava un senso di impotenza che aveva provato soltanto due volte in vita sua, esclusa questa.

La prima era stata quando -durante il combattimento con Krackston nel cortile- la sua spada si era spezzata, frantumandosi in mille pezzi.

A quel punto pensava davvero di non avere più speranze, ma poi Bianca la aveva salvata.

La seconda volta era stata quando quella maledetta notte nella cripta di Krackston Tyler la aveva lasciata da sola, senza neanche sapere che cosa ne sarebbe stato di lei. Se Lourel la avrebbe uccisa o meno.
Aveva camminato come un automa fino a sparire dalla sua visuale, prima di averle parlato con un tono che mai e poi mai si sarebbe aspettata di sentire da parte sua.

Le aveva tirato una spallata e poi era semplicemente andato via, senza neanche voltarsi indietro per guardarla.

In quel momento probabilmente la rabbia nei confronti di Lourel aveva avuto la meglio sulla delusione che le aveva creato sparendo dietro a quella porta, o forse era troppo impegnata a cercare di sopravvivere per pensare a quel rifiuto.

Mentre era sdraiata per terra, sul marmo freddo della cripta, con un pugnale conficcato nell'addome pensava solamente che sarebbe morta, che fosse finita.

I secondi divennero minuti, e poi ore, e le sue energie venivano meno, il dolore diventava più forte e le palpebre pesanti.

Quando però Goody comparì all'improvviso davanti ai suoi occhi, non pensò minimamente all'opzione "posso farcela" ma si era limitata a guardare lo spirito impassibile, rispondendole con tono amaro che era impossibile per lei salvare la scuola.

Ma poi, quando il fantasma entrò nel suo corpo un senso di benessere le invase l'anima, ma quella sensazione durò pochi secondi, poiché si ricordò di quello che era il suo compito: fermare quel pellegrino.

Allora era corsa fuori dalla cripta, ma prima di raggiungere la scuola lo aveva incontrato di nuovo, ma negli occhi aveva una luce diversa. Più oscura, malvagia, quasi crudele.

«Sei come uno scarafaggio»

Quelle parole la avevano colpita come uno schiaffo, ma non aveva abbassato la guardia, e men che meno mostrato la sua delusione.

Ricordò gli occhi lucidi dello sceriffo che aveva sempre odiato, quando era stato costretto a sparare al proprio figlio.

Nonostante tutto quella scena le era rimasta impressa, come un brutto ricordo però.

Era stato difficile anche lasciare Enid a combattere con un mostro il triplo più grande e forte di lei, ma anche da lupo, lo sguardo rassicurante che le aveva rivolto non era svanito. I suoi occhi parlavano e le dicevano che doveva andare, che lei sarebbe stata bene.

Così corse verso la scuola che per tanto tempo aveva odiato, ma che in quel momento era destinata a salvare.

Senza pensarci prese la spada, la stessa che usò sua madre per uccidere Garrett Gaves e si diresse verso il cortile, ormai in fiamme.

«Heilá Pellegrino» aveva esclamato destabilizzando per un attimo l'animo di Krackston, che la aveva creduta morta.

La battaglia stava per cominciare, ma la voce di Xavier che urlava di non toccarla la fece gelare sul posto.

Tutto accadde in una frazione di secondo, la freccia la colpì alla spalla, cadde a terra, ma poi si rialzò, più forte di prima.

Anche quando il malvagio Joseph Krackston fu sconfitto Mercoledì non era soddisfatta.
C'era qualcosa che non tornava, che le mancava.

Mentre usciva dal grande cancello le sembrò di vedere un'ombra scura nascosta fra gli alberi, ma poi voltò lo sguardo altrove e l'incubo finì con lei fra le braccia della sua migliore amica.

Ma l'incubo era davvero finito?
Il messaggio che aveva ricevuto diceva decisamente il contrario e parlava chiaro: Sei in pericolo.

Ma che fare?
Così aveva semplicemente smesso di lottare, di indagare, di incasinarsi la vita più di quanto non lo fosse già.

Ma ogni santo giorno ripensava a quelle parole, a quella spallata, a quell'espressione che le aveva rivolto alla centrale di polizia, dove la verità era venuta finalmente a galla, facendole crollare il mondo addosso.

Pensò a quanto disprezzo aveva negli occhi quando le parlò alla cripta, lei incapace quasi di muoversi.
Non un'espressione, non un briciolo di pietà, di compassione.

Niente di niente.

Pensò invece alli sguardi dolci che le aveva rivolto in precedenza, e poi quel bacio.
Quel bacio che le era piaciuto fin troppo, non doveva, ma è stato così.

Si sfiorò le labbra d'istinto e scosse la testa, prima di alzarsi dal letto.

Quasi corse verso la scrivania, prese il modulo di iscrizione e una penna.

Nome: Mercoledì Addams

𝑨 𝒐𝒄𝒄𝒉𝒊 𝒄𝒉𝒊𝒖𝒔𝒊 ᵐᵉʳᶜᵒˡᵉᵈⁱ́ˣᵗʸˡᵉʳDove le storie prendono vita. Scoprilo ora