♡︎𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝒒𝒖𝒂𝒓𝒕𝒐♡︎

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𝑬𝒓𝒂 𝒃𝒆𝒍𝒍𝒐 𝒔𝒕𝒂𝒓𝒆 𝒊𝒏𝒔𝒊𝒆𝒎𝒆,
𝒆 𝒃𝒂𝒔𝒕𝒂𝒗𝒂
-𝑪𝒉𝒂𝒓𝒍𝒆𝒔 𝑩𝒖𝒌𝒐𝒘𝒔𝒌𝒚



La cella era avvolta da un silenzio di tomba, dopo le parole che Tyler aveva rivolto a Mercoledì.

«Cosa ti hanno fatto?» chiese anche se timidamente, «Tanto male Scarafaggio, tanto male» sibilò accarezzandole la guancia.

«Che stai facendo?» sussurrò con gli occhi chiusi, «Nulla che non ti stia piacendo» rispose semplicemente con lo stesso tono di voce.

«Prima mi strangoli e poi cerchi di baciarmi? Complimenti Tyler, sei il perfetto esempio della bipolarità» lui scosse la testa, «Oh, quindi il tuo cervellino ha davvero pensato che io volessi baciarti. I tuoi sentimenti per me non sono svaniti» la corvina sgranò gli occhi.

«Sai, sono davvero stupito. È davvero molto strano che Doc non sia ancora qui a sperimentare beh, qualsiasi cosa le passi per la mente» si staccò di scatto, riprendendo a camminare per la cella.

«Ed è ancora più strano il fatto che i suoi leccaculo non siano entrati per difenderti e punirmi fino a farmi sputare sangue. Che cosa curiosa» disse con tono tranquillo.

«Comunque, tu ancora non mi hai detto cosa ci fai qui» Mercoledì sospirò, «La tua è una mezza verità. Lo sceriffo è venuto a casa mia dicendo che vedere una persona a cui tenevi ti avrebbe aiutato a...in realtà non lo so neanche io a cosa» Tyler rise appena.

«Beh, ti piace stare qui? Vedo che non sei andata via neanche quando ho provato ad ucciderti» la ragazza roteò gli occhi, prendendolo per un braccio.

«Perchè forse hai ragione, forse mi hanno fatta venire qui loro. Ma io voglio davvero aiutarti, che tu lo voglia oppure no. Chiaro?» ringhiò con un coraggio che non sapeva davvero da dove le fosse uscito.

Ci furono minuti di silenzio, dove nessuno dei due fiatò, limitandosi a guardarsi negli occhi.

«Quanto mi piaci quando fai la coraggiosa Zuccherino» ghignò, «Beh, è un complimento?» la loro era una sfida di sguardi e parole.

«Come lo interpreti tu?» la corvina strinse meno la presa sul suo braccio e spostò la mano più giù fino ad intrecciarla con la sua.

«Mi dai anche la manina? Ma che dolce che sei» «Però vedi...sei anche al servizio di Doc Tesoro quindi spiacente» lasciò la mano che stringeva quella di Mercoledì con un gesto brusco.

«Ma con me hai chiuso» le tirò uno schiaffo, «Ingenua. Vedo che Satana sta facendo progressi con i suoi trucchetti» la corvina si portò una mano alla guancia.

«Credevi sul serio che ti volessi nella mia vita? Ah, l'amore fa fare cose davvero davvero stupide Zuccherino, ad esempio liberarmi da queste cazzo di catene» lei lo guardò con gli occhi lucidi.

«Non lo pensi sul serio, tu non sei così. Non sei il Tyler che ho conosciuto, non lo sei» sussurrò, «Cazzate. Vattene prima che faccia cose davvero davvero brutte» una lacrima le rigò la guancia, «Questo non sei tu. Non è questo il ragazzo che ho incontrato, torna in te» le rise in faccia, abbassandosi alla sua altezza.

«Fai tanta tenerezza, dico sul serio ma...non mi importa. Sei davvero uno schifossismo Scarafaggio, e voglio dirti anche un'altra cosa» la prese per il colletto della maglietta.

«L'amore, non esiste» scandì al suo orecchio, dandole i brividi.

La lasciò andare con un gesto brusco e la squadrò con indifferenza.

«Voglio soltanto aiutarti. I sentimenti che provavo per te -a differenza dei tuoi che non sono mai esistiti,- sono svaniti quando ho scoperto che eri tu il mostro che cercavo. Il punto è che se quello che ho davanti è il mostro, sicuramente non è quel Tyler a cui ho aggiustato la macchina del caffè. Sono fatti» «E se posso fare tornare quel Tyler beh, lo farò anche senza il tuo permesso».

«Quanto coraggio Scarafaggio, complimenti. Ma vedi, per quanto tu abbia voglia di "aiutarmi"» mimò delle virgolette con la dita, «Cosa che non può succedere ovviamente ma se proprio tieni a mantenere questa inutile convinzione fa pure. E qui torniamo al problema che si pone ora. Come potrei fidarmi di te, che sei stata mandata qui con la forza -perchè conoscendoti so che è stato così- da quella che è il mio peggior incubo? Dai Zuccherino, ti facevo più sveglia» ribatté con finta tranquillità.

«Tu hai soltanto paura di affrontare il tuo lato oscuro. E puoi prendermi a schiaffi quanto ti pare, ma non potrai mai farmi cambiare idea».

«Dunque fammi capire. Tu proprio tu, Mercoledì Addams, vuoi aiutare qualcuno? Il mondo sta andando al contrario vedo. Ad ogni modo Tesoro, esci da quella porta perché delle tue belle parole, non me ne faccio veramente un cazzo» Mercoledì aprì la bocca per rispondere, ma il rumore della porta che si apriva la fece voltare.

«Signorina Addams, il tempo è scaduto» la dottoressa le sorrise falsamente, «Tyler. Ti sei liberato dalle catene. Ne parleremo dopo insieme» sibilò, «In verità sono sta-» «-Vero Doc, sono migliorato vero? Comunque stia tranquilla, torno al mio posto. E tanti saluti dall'Inferno Zuccherino».

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La aveva difesa.
Nonostante tutto quello che le aveva detto, alla fine la aveva difesa.

«Sapevo che non era una buona idea andare, lo sapevo maledizione a mia madre e allo sceriffo» la corvina si buttò a peso morto sul letto, soffocando un urlo con il cuscino.

«Mano, per piacere. Ti ho detto che non voglio parlarne okay?!» sbuffò irritata.

«Ora giuro che ti chiudo nel cassetto della scrivania!» l'appendice le fece il dito medio, «È inutile che fai l'offeso, guarda in che stato sono io!» si rimise seduta sospirando.

«Secondo te è vero ciò che dice su quella...beh quella donna chiunque sia» alzò un sopracciglio, «Non dovevo chiedere un tuo parere, dovevo immaginare che avresti tirato in ballo i miei sentimenti. Beh, puoi anche scordarti un dialogo su quello che prov-provavo nei suoi confronti» rispose a Mano, indignata.

«Cosa c'entra adesso il bacio al Wathervine? Mano, per piacere, puoi per una volta sforzarti di non parlare delle mie emozioni? Mi faresti un favore enorme fidati» incrociò le braccia al petto.

«Basta, dialogare con te è impossibile» si alzò di scatto e sedette alla scrivania.

Guardò il suo volto attraverso il piccolo specchio che c'era sopra e sfiorò i punti in cui Tyler la aveva stretta, dove ora erano presenti dei lividi abbastanza evidenti.

Non avrebbe saputo come spiegare la situazione ai suoi genitori, ma decise di non pensarci.

Il bip proveniente dal suo cellulare la fece sussultare, destandola dai suoi cupi pensieri.

Schiacciò sopra la notifica e guardò il mittente. Un numero sconosciuto a quanto pareva.

Lesse il messaggio e spalancò gli occhi.

Ti sto osservando.

𝑨 𝒐𝒄𝒄𝒉𝒊 𝒄𝒉𝒊𝒖𝒔𝒊 ᵐᵉʳᶜᵒˡᵉᵈⁱ́ˣᵗʸˡᵉʳDove le storie prendono vita. Scoprilo ora