𝑰 𝒍𝒐𝒗𝒆 𝒚𝒐𝒖
𝒂𝒏𝒅 𝒊𝒕'𝒔 𝒌𝒊𝒍𝒍𝒊𝒏𝒈 𝒎𝒆
-𝑨𝒏𝒐𝒏𝒊𝒎𝒐
Sono impazzita
Pensò Mercoledì quando disse allo sceriffo che sarebbe tornata al penitenziario.
Al contrario -ovviamente- la sua reazione era stata più che positiva, non faceva altro che ringraziarla. Sembrava un disco rotto con quei "grazie" continui.
Non avrebbe neanche dovuto ringraziarla, considerando che non aveva la minima idea di quello che stava facendo.
Sono impazzita.
Ufficialmente.
Sono pazza.«Siamo arrivati» sussultò alle parole dell'uomo, che la riportarono alla realtà.
«Ah ah, soltanto io» lo fulminò con lo sguardo e prese un respiro profondo, prima di spingere la maniglia ed entrare nella cella.
Niente era cambiato dall'ultima volta in cui ci aveva messo piede. Umida e fredda, da brividi.
«Oddio, ancora tu» posò lo sguardo su Tyler, che stava seduto sul suo -se si poteva chiamare così- letto.
«Purtroppo per te, sì» si avvicinò lentamente, «Non sono dell'umore Scarafaggio, vattene» «Allora quando mi hai quasi uccisa l'altra volta eri dell'umore? Non saprei proprio come sarebbe allora il contrario».
Sono impazzita, lo ho provocato porca di quella puttana.
Stranamente lui non reagì, rimase semplicemente seduto, senza guardarla negli occhi.
La corvina si accigliò e lo guardò confusa. Perché ora si comportava così?
«Tyler. Guardami» affermò, «Mercoledì. Vattene» ribatté con lo stesso tono di voce.
La cosa che più la sorprese fu il fatto che per la prima volta dopo tanto tempo, la aveva chiamata per nome.
Deglutì a vuoto e si inginocchiò, abbassandosi alla sua altezza, «Ti ho detto di guardarmi negli occhi» sibilò.
Sentì un'imprecazione, «Tu non ti arrendi proprio mai eh? Scarafaggio» sbuffando alzò il viso e la fissò.
Mercoledì spalancò gli occhi, «Che, che cosa ti hanno fatto?» sussurrò, «Tu che dici?» indicò il grande livido viola che gli ricopriva una grande parte della guancia destra.
«Chi è stato?» «Non ti riguarda. Tu neanche dovresti esserci qui. Vattene» scandì, «No» «Vuoi che usi le cattive? Beh, tranquilla perché non potrei farlo in ogni caso» Mercoledì lo squadrò dall'alto in basso, e notò che era legato alla parete con catene ben più pesanti di quelle che gli aveva visto addosso la volta precedente.
Dovevano fargli male.Fece per liberarlo ma lui scosse la testa, «No, non farlo» lei tolse le mani e piano si sedette al suo fianco.
«Perchè?» lui sbuffò, «Perchè, cosa?» rispose irritato, «Perchè hai mentito? Perché mi hai difesa?».
Non sentì una risposta, ma soltanto un sospiro.
«Tyler?» «Ho capito cosa hai detto, non sono sordo. Almeno non ancora, potrebbero anche arrivarci a quello» la corvina si passò una mano sul viso.
«Come possono permettere tutto questo?» lui rise piano e in modo strafottente, «Se non lo dici a nessuno Tesoro, puoi fare quello che ti pare» rispose guardando il pavimento.
«Non hai risposto alla mia domanda» troncò il discorso, «Perchè non mi lasci in pace cazzo» sussurrò più a se stesso che a lei.
«Voglio saperlo» lo vide stringere i pugni, «Perchè sapevo che ti avrebbero fatto del male se lo avessero saputo. Soddisfatta?» rispose scocciato.
«Ma hai detto che non ti importa niente di me. Mi sbaglio?» lui sospirò, «Vattene, te lo chiedo davvero...per favore» la guardò con gli occhi vuoti, spenti.
Sembrava stanco.
L'opposto di come lo aveva visto la volta precedente.«E perché non mi vuoi qui?» chiese addolcendo leggermente i toni, «Perchè tu eri l'unica cosa bella che mi rimaneva. Che mi rimane. Ma non ti voglio qui, non ti voglio con me perché so che io potrei farti del male. Sta' lontana da me, ti prego» sforzò le ultime due parole.
Ci furono istanti di silenzio, dove quasi si potevano vedere le rotelle che giravano nella mente della corvina.
«Senti. Hai visto di cosa sono capace. Hai visto come sono» «Non è vero, tu non sei così» sorrise amaramente, «No invece, soltanto che non mi hai visto così» alzò lo sguardo e la fissò, «Semplicemente non sai come sono quando non sono innamorato di te» riportò lo sguardo al pavimento.
Mercoledì non sapeva cosa rispondere, non aveva la lontana idea di cosa dire. Era tutto assurdo.
Anzi, era veramente un controsenso.Per tanto tempo lei aveva sperato che lui avesse provato qualcosa nei suoi confronti, e ora che glielo aveva dimostrato però, non sentiva niente.
«Sparisci ora. Non tornare» sussurrò senza distogliere lo sguardo che teneva basso.
«Io-» «-Mercoledì, fa' come ti dico per una volta e vattene. Voglio stare da solo, non lo capisci? Non è questo il posto in cui dovresti stare, non sono io la persona con cui dovresti stare. Tu qui, con me, non c'entri niente. Non lo capisci? Non te ne rendi conto? Oppure pensi soltanto troppo e sei così determinata che non riesci a vedere la realtà così com'è? Sono un mostro Mercoledì, lo hai visto. Lo sai tu, ma soprattutto lo so io. So come sono fatto, so cosa pensa la gente di me e che cosa pensava prima che tutto questo casino succedesse. Queste sbarre nascondono tutto, ma non la verità. Accettalo e non tornare, faresti del male ad entrambi. Fidati»
La corvina si alzò in piedi e lo guardò dall'alto, «Che cosa vuoi ancora?» sbuffò esausto, «Me ne vado. Ma non per sempre» non gli lasciò il tempo di ribattere, poiché si chiude la porta alle spalle con un tonfo sordo.
La verità
Sparisci
Vattene
Scarafaggio
Sono un mostro
Lo sai, lo soCamminò lungo il corridoio, non vedeva l'ora di uscire da quel posto. Probabilmente Tyler aveva ragione, o forse no?
Tutto dipendeva da cosa e come vedevano la realtà e le cose, in che lente osservavano la situazione.
Cosa pensavano.
Aveva ragione lei su una cosa, neanche lui era riuscito a darle una risposta precisa. Non le aveva detto ti amo e si sorprese del fatto che era quello in cui sperava.
Però sapeva che quelle due parole non sarebbero mai uscite né dalla bocca di Tyler, né dalla sua. Erano fatti così.
L'affetto -sempre che ci fosse stato- non sapevano esprimerlo bene a parole. Erano i fatti a parlare, valeva per entrambi.
Gli opposti si attraggono, si dice.
Ma loro non erano affatto opposti, per nulla.
Quindi la domanda era: Si sarebbero comunque attratti?
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𝑨 𝒐𝒄𝒄𝒉𝒊 𝒄𝒉𝒊𝒖𝒔𝒊 ᵐᵉʳᶜᵒˡᵉᵈⁱ́ˣᵗʸˡᵉʳ
Fanfiction♡︎ 𝑴𝒊 𝒑𝒊𝒂𝒄𝒊 𝒑𝒆𝒓𝒄𝒉𝒆̀ 𝒔𝒆𝒊 𝒅𝒊𝒗𝒆𝒓𝒔𝒐, 𝒐𝒔𝒆𝒓𝒆𝒊 𝒅𝒊𝒓𝒆 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒍𝒊𝒄𝒂𝒕𝒐 𝒆 𝒍𝒆 𝒄𝒐𝒔𝒆 𝒔𝒆𝒎𝒑𝒍𝒊𝒄𝒊 𝒏𝒐𝒏 𝒎𝒊 𝒉𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒎𝒂𝒊 𝒇𝒂𝒕𝒕𝒐 𝒊𝒎𝒑𝒂𝒛𝒛𝒊𝒓𝒆. 𝑴𝒊 𝒑𝒊𝒂𝒄𝒊 𝒑𝒆𝒓𝒄𝒉𝒆̀ 𝒍𝒆𝒈𝒈𝒊 𝒏𝒆𝒊 𝒎𝒊𝒆�...