Il corpo inerme di Hermione giaceva sul pavimento freddo di Malfoy Manor, il quartier generale dei Mangiamorte e di Lord Voldemort.
Per la prima volta in vita sua aveva la mente annebbiata, i suoi pensieri non fluivano lucidamente e ogni singolo muscolo implorava pietà, ogni nervo bruciava.
Un altro crucio contro e probabilmente i danni sarebbero stati irreparabili, se non addirittura mortali.
Sentiva le urla di Ron in lontananza e si sforzava di aprire gli occhi, doveva aprirli.
Se avessero smascherato Harry potevano dire addio a qualsiasi speranza si stessero aggrappando e tutti gli sforzi sarebbero stati vani.
Apri gli occhi Hermione. Aprili.
Nonostante il tremolio delle palpebre, riuscì a mettere a fuoco una piccola parte dello scenario in cui si trovava.
Bellatrix Lestrange era in piedi difronte a lei, con la bacchetta stretta tra le dita. La stava torturando per sapere cos'altro avessero preso dalla sua camera blindata, ma in realtà loro non vi erano mai entrati.
Eppure il suo sguardo si concentrò su due occhi grigi che la fissavano sbarrati, preoccupati.
Draco Malfoy indossava il suo solito completo nero e sembrava un estraneo nelle mura di casa sua. I capelli erano spettinati, non più tenuti insieme dal gel che lo aveva accompagnato durante i primi anni ad Hogwarts. Aveva anche due grandi borse che rovinavano l'armonia del suo viso pallido. Era stanco, provato, e contro ogni previsione gli dispiaceva per lui.
Avrebbe voluto odiare Draco, e non solo per le posizioni della sua famiglia in quella guerra.
Avevano dei trascorsi e ciò si aggiungeva alla lista dei numerosi problemi che avrebbero dovuto affrontare quel giorno.
Provò a girarsi con l'intento di scovare i suoi amici ma un impercettibile movimento del braccio di Draco la bloccò. Rimase a guardarlo, chiedendosi se avesse una soluzione, se potessero fidarsi di lui.
Se lei potesse ancora fidarsi di lui.
"Perchè non li uccidiamo e basta? Sono stanca delle urla di questa ragazzina."- sospirò la donna dai lunghi capelli neri.
La sua voce era squillante, quasi famelica e ad Hermione si gelò il sangue nelle vene.
Era così esausta, forse non svegliarsi più era un opzione che poteva accettare. Per una volta poteva essere egoista e lasciare andare.
"Draco? Fai un passo avanti."
Lucius Malfoy tese una mano tramante verso il figlio, pregando nella risposta che sperava. Quello che avevano catturato doveva essere a tutti i costi Harry Potter e bastava un solo cenno di Draco.
Quando avevano smesso di essere semplici ragazzi sparsi per le casate di Hogwarts? Erano mesi che non tornavano a scuola, che scappavano nei boschi alla ricerca degli Horcrux, lontani dalle proprie famiglie, dagli amici, dai compagni.
Hermione fece uno sforzo e seguì i movimenti del biondo, che avanzava verso Harry.
Mi fido di te Draco.
Chiuse gli occhi, troppo pesanti in quel momento.
Le urla di Ron ricominciarono, ora più forti e agitate.
Draco si abbassò sui talloni, con il viso a pochi centimetri dal suo peggior nemico, il rivale di una vita. I connotati erano leggermente diversi, ma lo riconosceva, era lui.
"Allora? Lo abbiamo preso?"- Lucius era impaziente, voleva una risposta.
"Non è lui."- rispose deciso.