𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 7: 𝑹𝒖𝒕𝒍𝒆𝒅𝒈𝒆

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<<Fare un giro?>>
<<Si, fare un giro, uscire di casa>> il piccioto ,aveva uno sguardo di disapprovazione.
<<Te lo puoi anche scordare, tuo padre non lo permetterebbe>> sbuffai e alzai gli occhi al cielo
<<Mio padre vuole questo, mio padre vuole quello.Per una volta posso fare quello che voglio>>, come stava per aprire di nuovo bocca, uscii di casa di corsa.

Scesi gli scalini, iniziai a dirigermi verso i cancelli,ma sentii dei passi diventare sempre più vicini. Mi girai e vidi Marcello che mi seguiva
<<Cosa pensi di fare?>> mi prese per il polso girandomi verso di lui , eravamo a petto e petto mancavano pochi centimetri di vicinanza dai nostri visi.
<<In realtà tu cosa pensi di fare? Mi stai dando fastidio >>
<<Devo proteggerti, fare in modo che niente di male ti accada>>
<<Cosa sei il mio bodygard? Ho 16 anni sono in grado di fare una passeggiata da sola>>
<<Signorina se vuole fare una passeggiata vi devo fare compagnia>> <<Beh non la voglio fare più la passeggiata >> strappai il mio polso dalla sua presa, gli diedi una spallata e rientrammo di nuovo dentro casa.

<<Dovrei andare in bagno,non so dove sia, potresti gentilmente mostrarmelo?> mi fece strada e arrivai alla porta del bagno, e lui si appoggiò al muro
<<Posso andare almeno al bagno o mi devi proteggere pure là, sai forse il water mi potrebbe risucchiare>>aveva un ghigno come se si stesse divertendo <<Vai forza, dopo ti faccio fare un giro della casa>>
<<Grazie, troppo gentile>>dissi con sarcasmo.

Girai la maniglia della porta ed entrai all'interno della stanza, aprii il rubinetto del lavandino per rinfrescarmi un pò dopo il viaggio e per avere un'aspetto migliore; passai l'acqua dietro al collo, sui polsi e sotto le braccia . Mi guardai nello specchio e vidi che il mio aspetto era migliorato, ma cosa più importante vidi che dietro di me c'era una finestra, mi avvicinai e l'aprii, notai che si affacciava su un vialetto.

Lì ho avuto un lampo di genio, se portava verso i cancelli della villa potrei uscire e fare una maledetta passeggiata.
Scavalcai la finestra e atterrai a terra su due piedi anche se stavo per perdere l'equilibrio, prosegui per tutto il vialetto e arrivai al portico.

Proprio in quel momento passò Giovanni con i tre cani.
<<Ehii Gionni, tutto bene con queste meraviglie? >> mi inginocchiai e iniziai ad accarezzare e baciare i miei cagnolini,
<<Tutto bene, li ho portati a fare una passeggiata, sono tutti stanchi tranne Eros>>
<<Eros è sempre attivo, non dorme mai questo birbantello>>. Eros mi saltò addosso e non mi lasciava più andare
<<Facciamo una cosa Gionni, porto Eros a fare un altro giro, forse si stancherà. Ma è difficile ci vuole un miracolo>>.
Giovanni mi passò il guinzaglio del cane , e Eros iniziò a scodinzolare e saltare per la felicità.

Mi diressi verso i cancelli e rividi i due scagnozzi ,
<<Aprite>> alle mie parole si guardarono e uno di loro si avvicinò <<Da sola signorina Diana?>>
<<Non sono sola, ho il mio cane che mi fa compagnia. Ma se avete un problema chiamate mio padre>>
<<Nono ci scusi>> si allontanarono e aprirono le cancellate facendomi passare, era ovvio che avevano paura di lui.

Finalmente sono riuscita a scappare dalla fortezza, prima sfida vinta; ora la seconda, cioè arrivare al centro dell'isola.

Dopo una bella mezz'oretta, riuscii a raggiungere il centro. C'era molta gente, e anche molti motoscafi che giravano nei canali. Mi girai e vidi un chiosco di limonata
<<Che dici Eros di una bella limonata?Io ho molta sete>> Eros abbaiò e andammo verso il chiosco.

Li c'era una signora molto carina sull'età dei 70 anni, mi faceva molto tenerezza, come mi vide sorrise
<<Salve,cosa posso fare per te cara>> <<Salve, vi volevo chiedere se era possibile una limonata>>
<< Ma certo te la preparo, subito>>. Iniziò a tagliare i limoni e durante il preparamento della bevanda iniziò a farmi delle domande
<Non sei di qui giusto?Non ti ho mai visto>
<<Nono, sono italiana, precisamente del sud italia>>
<<Ah l'Italia è stupenda, sono andata da giovane per il viaggio di nozze con mio marito, e me ne sono innamorata>> era molto gentile, mi ricordava molto mia nonna che si trovava in Spagna, a cui io ero molto legata, era come una seconda mamma.

Mi diede la limonata, e io gli porsi 10$
<<Oh no lascia stare tesoro, offre la casa,poi sono troppo 10>>
<<No la prego li prenda>> la vecchiettà esitò all'inizio ma dopo si convinse e mi ringraziò.
Assaggiai quella limonata, ed era una delle limonate più buone che avevo mai bevuto, era squisita, si sentiva proprio il limone;mi rinfrescò molto.

Ma a rovinare quel momento paradisiaco fu Eros, che tirava il guinzaglio
<<Aspetta Eros mo andiamo>>ma continuò a tirare anche se io misi più forza, fino a che riuscì a scappare. <<Cazzo>> feci cadere la limonata a terra e iniziai a rincorrere quella canaglia.
<<EROS FERMATII. VI PREGO QUALCUNO CHE LO FERMI>> iniziai a gridare a squarcia a gola, mi stava per mancare il respiro
<<VI PREGO, FERMATE QUEL CANE>>.

All'improvviso vidi che due possenti braccia fermarono il mio cane, miracolo . Raggiunsi Eros,
<<Vi-vi ringrazio-o>> cercavo di riprendere fiato dopo quella corsa, abbassai la schiena e appoggiai le mani sulle gambe, non riuscivo a parlare, lo giuro che lo ammazzo quel cane.

Mi rialzai e difronte a me vidi un ragazzo,un bel ragazzo
<<Immagino che questo è tuo>> accarrezzava il cane mentre mi scrutò dalla testa ai piedi,
<<Si esatto, questa peste è mia. Ti ringrazio, stavo quasi per morire di mancanza d'ossigeno per ricorrerlo>> il ragazzo rise e anche a me scappò da ridere
<<Figurati, non sei di qua giusto?>> <<Nono sono italiana>>
<<Ah ecco, si capisce>> alzai il sopracciglio è lo guardai con aria dubbiosa
<<E da cosa?dal mio accento?>>
<<Si esatto, e pure dal tuo viso che però devo dire mi è familiare. Scusa ma come ti chiami? Io John B Rutledge>>

Il suo nome mi era molto familiare, ma non capivo il motivo
<<Io mi chiamo Diana, Diana Diaz>>. Il ragazzo spalancò gli occhi e mi abbracciò subito, e mi alzò da terra
<<O mio dio non ci credo, sei tu D?! Non ci posso credere. Ma mi hai riconosciuto?>> ve lo giuro mi stavo sforzando ma niente
<<Scusami ma no>>
<<Ma come, aspetta fammi pensare>>

<<Forse così ti ricorderai>> fece un cerchio con l'indice e il pollice attorno al suo occhio, e come vidi quel gesto mi ricordai tutto: i nostri giochi, i guai che combinavamo, le nostre avventure. Lui era un fratello per me.

<<O MIO DIO JOHN B>> lo abbracciai e strinsi più forte che potevo,
<<Ti sono mancato?>>
<<Dire che mi sei mancato e poco. Madonna come sei cambiato>> da piccolo era uno stecchino mentre adesso era un fusto
<<Beh pure tu sei cambiata, ma rimani sempre un pò bassa>> mi mise la mano in testa e scuotò i capelli
<<Ehi non sono bassa ma di media altezza>> e il ragazzo scoppiò a ridere .

Non potevo credere di aver incontrato John B, il mio migliore amico quando ero piccolina. Mi ricordo una volta ci sposammo con due anelli fatti di conchiglie, li avevo fatti io per il mio matrimonio che durò precisamente 10 minuti, poi ci lasciammo, troppo impegnativa come cosa.

Ero contenta di averlo incontrato, almeno ora avevo qualcuno che mi faceva compagnia in questa vacanza, dovevamo raccontarci tutto quello che ci era successo.

-𝑯𝒊𝒃𝒊𝒔𝒄𝒖𝒔🌺 -𝑹𝒂𝒇𝒆 𝑪𝒂𝒎𝒆𝒓𝒐𝒏Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora