Chapter 8: Philosophy

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"Sai che odio le porte chiuse a chiave, guai a te se lo rifai" mia madre bevve il suo caffè dalla tazza fumante, rompendomi le palle già di prima mattina.
"E tu sai che amo la mia privacy. E poi stavo solo studiando, quindi finiscila" addentai il toast al burro d'arachidi che mi ero preparata.
"Non rispondere così a tua madre" mio padre entrò in cucina allacciandosi i polsini della camicia bianca.
"Avrei risposto così anche a te. Non faccio differenze, io" risposi guardando entrambi gli adulti e evidenziando l'ultima parola. Mi riferivo a mia sorella ovviamente, la loro prediletta. "Roxane, non farmi ripe-"
"Devo andare, o faccio tardi" interruppi mia madre uscendo di casa.

"Credo sia un record, alla seconda settimana di scuola già non capisco un cazzo di matematica" sbuffai.
Uscì dall'aula con Zoey, Harry e Luke.
"Ma se erano cose semplicissime!" Zoey scosse la testa.
"Così non aiuti, secchiona" mi lamentai. Posai il libro nell'armadietto e presi quello di filosofia.
"Avete letto l'avviso in bacheca?" Luke si appoggiò al metallo.
"No" rispondemmo quasi in coro.
"Domani c'è uno sciopero del corpo docente" continuò.
"Oh, finalmente una buona notizia!" esclamai sorridendo. La campanella suonò, facendo tornare in classe quasi tutti. "Il che vuol dire che posso dormire" Liam esclamò sorridendo e facendoci ridere.
"Domani venite a studiare matematica da me? Ho bisogno di aiuto" appoggiai la testa contro l'armadietto.
"Certo! Ci mettiamo d'accordo dopo, siamo già in ritardo" Zoey mi salutò e i miei amici raggiunsero le loro aule.
"Dai che facciamo tardi" spronai Harry al mio fianco a camminare più svelto, l'aula di filosofia era infondo al corridoio che era già deserto. Sentì una presa sul polso, poi la mia schiena aderì al muro.
"Odio non poterti baciare" Harry sussurrò a pochi centimetri dal mio viso. Il suo profumo mi inebriò e il suo sguardo ammaliante mi fece arrossire. Mi misi sulle punte delle converse e feci combaciare le nostre bocche. Avevo le mani sulle sue guance e Harry strinse le braccia muscolose intorno alla mia schiena, facendo aderire i nostri busti. Lo lasciai fare e la sua lingua entrò in contatto con la mia. Spostai le mani nei suoi ricci e lo sentì mordermi il labbro inferiore, tirandolo fra i denti.
"Che dici, dobbiamo entrare a fare filosofia?" sorrise continuando a lasciarmi piccoli baci sul collo in attesa della mia risposta. Chiusi gli occhi godendomi la sensazione delle sue labbra morbide su di me. Che si fotta filosofia. Ribaltai la situazione sbattendolo contro il muro. Sorrise sorpreso e senza lasciarlo parlare lo baciai con foga, per poi posare dei lunghi baci sul suo collo, torturandolo come aveva appena fatto lui. Roxane, calma ragazza. Dopo qualche secondo lo guardai negli occhi
"Si, dobbiamo entrare" sorrisi prendendo il libro che mi era caduto. Mi diressi verso la porta dell'aula, quando mi voltai Harry era ancora contro il muro
"Non entri?" chiesi confusa. "Problemi maschili, ti raggiungo tra un attimo" rise e io per poco non diventai fuxia nel notare il rigonfiamento dei suoi pantaloni. Oops! Entrai scusandomi per il ritardo e raggiunsi un banco libero. Sarà un anno molto divertente risi fra me e me. Harry entrò dopo pochi minuti e si sedette al mio fianco. "Adoro le ragazze che arrossiscono" mi sussurrò e io incrociai le braccia sotto al petto sorridendo senza guardarlo, ero sicura che incrociando i suoi occhi verdi avrei detto definitivamente addio a filosofia.

Uscì dal negozio di strumenti musicali con una busta piena di articoli che Michael mi aveva chiesto di acquistare. Ero stata la prima cliente della giornata dato che erano appena le 8.30. Tra una mezzora Zoey si sarebbe presentata a casa mia, invece i ragazzi sarebbero arrivati dopo pranzo. Mi avviai verso l'auto, scontrandomi con una ragazza che per poco non cadde. "Scusami non ti ho visto ..." dissi imbarazzata.
"Roxie?" la voce mi sembrava familiare.
"Aspetta, Emily giusto?" cercai di ricordare il volto della ragazza che aveva rubato il cuore di Liam.
"Esatto" sorrise.
"Non ti sei fatta male vero? Liam potrebbe uccidermi" scherzai. "No, tranquilla" rise.
"Come vanno le cose tra di voi?" "Direi bene, spero di riuscire a vederlo oggi" sospirò.
"Ehi, hai da fare stamattina?" colpo di genio.
"Veramente no, stavo solo facendo una passeggiata" sorrise imbarazzata.
"Vieni da me. Tra poco arriva anche la mia amica e possiamo passare un po' di tempo tra donne. E poi dopo pranzo ci sarà anche Liam. Studiamo matematica e poi è tutto tuo" sorrisi alzando le sopracciglia. "Mi piacerebbe, grazie"
"Dai, monta" le indicai la mia auto con il capo. Durante il tragitto ci conoscemmo meglio: Emily abitava sola a Londra. Era irlandese, i suoi genitori abitavano a Mullingar. Si era trasferita in Inghilterra dopo che il suo ex l'aveva lasciata in malo modo. Voleva diventare una maestra e lavorava alla sala giochi per pagarsi gli esami, dato che le lezioni le seguiva online. Di amici, se non i colleghi di lavoro, non ne aveva molti, anzi non ne aveva affatto.
"Se vuoi testare la tua pazienza da maestra devi conoscere mia cugina. Ha 4 anni ed è la bambina più vivace e pestifera del globo." Risi.
"Mi piacerebbe conoscerla!" sorrise entusiasta. Scendemmo dalla macchina.
"Benvenuta" dissi aprendo la porta di casa. Nemmeno a farlo a posta, Zoey arrivò quando ancora non eravamo entrate. Le due si presentarono e parlarono molto. Emily era davvero simpatica, una ragazza semplice, che non si prendeva troppo sul serio e con la quale si poteva parlare di cavolate o di argomenti seri. Mi lasciai convincere e, tra una chiacchiera e l'altra, le due ragazze mi misero lo smalto rosso alle unghie, io ero quasi impedita e ci mettevo due ore ogni volta. "Certo che si muore di caldo oggi" Zoey si fece aria con la mano.
"Idea!" esclamai alzandomi e dirigendomi al giardino sul retro. Alzai il pannello di plastica sul muro e premetti il pulsante blu: il telo protettivo della piscina si arrotolò e sparì sotto alcune piastrelle. L'acqua limpida apparve sotto ai nostri occhi. Andammo in camera mia e indossammo 3 dei miei costumi, impazienti di rilassarci in piscina. Una volta davanti all'acqua le ragazze entrarono delicatamente, mentre io, dando sfoggio di tutta la mia finezza, mi tuffai a bomba.
"La solita!" Zoey cercò di annegarmi ma mi liberai usando Emily che rideva come scudo umano.

Take me wherever you want. |Harry Styles|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora