Chapter 13: Roses are orange, baby

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"Ok era l'ultimo capitolo" affermai chiudendo il libro.

Ero seduta a gambe incrociate sulla sedia della scrivania e osservavo Harry sdraiato sul mio letto che lanciava la mia palla da baseball verso l'alto per poi riprenderla, come aveva fatto per tutto il tempo, ripetendo ciò che gli leggevo.

Dopo ben due ore, avevamo appena finito di studiare filosofia.

"Credevo che non avremmo mai finito" disse continuando con il suo gioco.

"Diciamo che non sei stato molto d'aiuto tu" lo rincalzai.

"Ma tu sei un'ottima insegnante" mi sorrise fermando la palla e poggiando il peso su un fianco.

"E tu un lecca culo" sorrisi riponendo il libro sullo scaffale.

"Non sto scherzando- si sedette appoggiando l'oggetto sul comodino- spieghi veramente bene. E poi mi piace il suono della tua voce. Solo che non devo guardarti, altrimenti non ti ascolto più e tu te la prendi con me" si era alzato e mi aveva abbracciato mentre controllavo degli appunti, il suo busto riscaldava la mia schiena.

"Certo che me la prendo con te, sono io che devo ripetere quei capitoli cento volte" mi girai con i fogli ancora in mano e posai un piccolo bacio sulle sue labbra schiuse.

"Per farmi perdonare posso cucinarti qualcosa, se ti va" sussurra, la voce roca.

Chiusi gli occhi e cercai di respirare.

"Ci sto" sorrisi.

Scesi le scale tenendo la mano di Harry e lo condussi in cucina.

Preparò e cucinò degli ottimi pan cake e in pochi minuti finimmo di mangiarli.

"Stavo pensando- poggiai la tazza con il the sul tavolo- non so quasi nulla di te"

"Chiedimi quello che vuoi" sorrise guardandomi.

"Che lavoro fa tua madre?"

"E' una dottoressa, ci siamo trasferiti per via del suo nuovo incarico al St. Thomas qui a Londra.

Lavora principalmente nel reparto di traumatologia."

"Wow. E tua sorella Gemma?"

"Studia per diventare dentista. Il mio patrigno è convinto che avrebbe dovuto studiare da chirurga, ma i miei non si intromettono mai nelle nostre scelte e cercano di appoggiarci in ogni modo" sorrise bevendo un sorso del suo the.

"Sono troppo invadente se ti chiedo qualcosa sul tuo patrigno?" chiesi con cautela.

"Ma no, scema- scosse la testa- Si chiama Tom e fa l'agente immobiliare. E' un tipo apposto, ha conosciuto mia madre in pronto soccorso, quando si è rotto il braccio. Mio padre era morto da 3 anni ormai ed era ora per mia madre di far entrare un altro uomo nella sua vita" Harry finì la sua bevanda guardando il tavolo.

Forse non avrei dovuto fargli ricordare il padre ....

"Scusami, io non volevo ... mi dispiace per tuo padre, se lo avessi saputo non ti avrei ...- parlai farfugliando e per cercare di nascondere il mio imbarazzo mi misi a lavare le due tazze ormai vuote- Sono una stupida, scusami ... infondo, se fin ora non me ne avevi parlato era ovvio che c'era un motivo, ma io devo sempre impicciar-"

"Hey hey piccola,- Harry si alzò, con un braccio mi circondò la vita e con l'altro mi accarezzò la guancia fissando i suoi occhi nei miei- Non è un problema per me parlare di mio padre. E tu non sei una stupida, quindi non dirlo"

Annuii e lui continuò: "Mio padre si chiamava Christopher, era un cardiochirurgo e ha rivoluzionato il suo campo con studi e nuove tecniche. Ancora adesso è molto famoso tra i medici. Mia madre dice che gli assomiglio molto, comunque io non posso ricordarlo dato che avevo solo due anni quando ci ha lasciato. Per ironia della sorte, è stato un infarto ad ucciderlo." Un sorriso amaro si formò sulle sue labbra, posai una mano sul suo petto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 22, 2016 ⏰

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