Chapter 2: Baseball

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“Eccomi!” aprii la porta a Zoey che aveva una borsa piena di cibo spazzatura.
“Film comico?” le chiesi avvicinandomi al pc.
“Perfetto!”
“Ti fermi a dormire? Domani prendo la macchina di mio padre giù in garage e passiamo da te per i libri, i vestiti te li presto io” la pregai con gli occhi.
“Non serve che fai quella faccia, accetto volentieri!” disse alzando le mani in segno di resa.
“Scusa, ma i tuoi sono usciti a piedi?” chiese confusa.
“Mia madre si è comprata la macchina nuova, una roba enorme che da sola occupa quasi mezzo garage- mi alzai controllando il cellulare- Sai, le sue manie di grandezza e tutte le altre cazzate”
“Giusto- rise lei- Beh almeno a mia madre non verrà un altro infarto vedendomi con te su Ginger!” Ginger, la mia stupenda, fiammeggiante cbr 900.
“Ma se andavo piano! Tua madre ha l’infarto facile” mi difesi.
“Hai ragione” rise.
“Parlando di cose serie: la pizza dovrebbe arrivare” dissi andando in cucina.
“Ok! Rox non riesco a togliermi dalla testa il biondo di oggi” Zoey si morse il labbro alzando lo sguardo.
“Vedo con piacere che ti si sono risvegliati gli ormoni!” dissi ridendo e avvicinandomi a lei.
“Perché a te no?!” rise.
Scossi la testa ridendo. Ecco la mia migliore amica, gente.

La sveglia mi fece sobbalzare. Mi vestì rapidamente, poi aprii l’armadio a Zoey “Scegli quello che vuoi e scendi, preparo i pancake” le sorrisi.
Controllando il telefono notai un messaggio da mia madre: Tuo padre ha bevuto troppo, ci fermiamo a dormire in albergo. Baci Mamma. Ecco spiegata la loro assenza. Mangiammo velocemente e uscimmo. In auto Zoey mise wild life e cantammo a squarcia gola. Arrivai a casa sua in meno di 5 minuti e lei in meno di uno tornò con lo zaino. Vidi sua mamma sul porticato, mi salutò e ricambiai urlando un ciao.
Il parcheggio della scuola era quasi pieno.
Feci scattare la chiusura automatica e ci dirigemmo verso il cancello di ingresso.
“Ehi ragazze!” Mackenzie ci fece voltare, la capitana delle cheerleader.
“Ehi Mack” si avvicinò a noi.
“Fra qualche settimana ci saranno le selezioni, verrete vero?”
“Assolutamente no” dissi io.
“Nemmeno fra un milione di anni” puntualizzò Zoey.
“Dai ci servono volti nuovi! E il vostro starebbe bene in squadra!” incrociò le mani.
“E’ 4 anni che chiedi e 4 anni che ti diamo la stessa risposta. Arrenditi!” Zoey sollevò le spalle per scoraggiarla, cosa che non sarebbe mai successa.
“Ora dobbiamo andare, ci vediamo Mack!” la salutai.
Trascinai la mia amica verso l’entrata e raggiungemmo l’aula di geografia.
Le prime ore furono uno strazio, ma suonò il primo intervallo “Ho bisogno d’aria” Zoey mi seguì fuori dall’edificio e ci sedemmo sul prato verde a chiacchierare.
“Guarda chi c’è!” disse Zoey facendomi voltare, indicò i ragazzi del giorno prima.
Il moretto riccio fumava appoggiato al muro e scherzava con l’amico biondo davanti a lui, che tirava calci ai sassolini con le mani nelle tasche. Osservai Zoey intenta a guardare quest’ultimo: gli occhi castani cominciarono a divorarlo. Le passai una mano davanti al viso e scoppiai a ridere, la mia amica arrossì e si sollevò da terra, trascinandomi in classe.
Prendemmo i libri di scienze nei nostri armadietti e ci dirigemmo nell’aula. Con enorme piacere di Zoey scoprimmo che i due fusti frequentavano il corso con noi. Il prof di scienze arrivò e passai l’ora più noiosa della mia vita. Era il momento di educazione fisica. Il professor Stewart di aspettava fuori. Ci cambiammo nello spogliatoio della palestra con altre ragazze, poi uscimmo e entrammo nella recinzione del campo urlando “Salve prof!”.
“Clifford, King! Come state? Ancora vive?”
“Certo! Cosa si fa oggi?” chiese Zoey.
“Baseball ragazze, il vostro preferito! Se la professoressa dell’altra classe ci lascia il campo …” odiava quella prof.
“Altra classe?” chiese Zoey, nel mentre afferrai un guantone e una palla.
“Si, sono all’ultimo anno come voi” rispose scrivendo sul registro.  Zoey prese l’altro guantone e ci allontanammo per fare qualche lancio.
Entrarono tutti gli altri, poi i prof si parlarono:
“Professoressa Marin, ci serve il campo per una partita di baseball”
“I miei conto i tuoi, Stewart. Ci stai?” incrociò le braccia al petto.
“D’accordo!” il prof si voltò verso di noi e formò la squadra.
“King, Clifford,Payne: conto su di voi” ci disse in disparte.
Abbracciai il mio amico scherzandoci e lui mi diede un bacio sulla fronte, lo conoscevo da quando avevo 8 anni. Zoey parlava con gli altri in squadra.
Mi voltai e osservai l’altra classe, erano i ragazzi che frequentavano scienze con noi. Il professore dell’ora prima, essendo un maleducato di merda, non li aveva nemmeno fatti presentare e quindi sapevo solo i loro cognomi. Stavano provando dei lanci.
“Riscaldatevi con qualche giro di corsa!” i prof urlarono quasi all’unisono.
Io e Zoey cominciammo a correre una accanto all’altra.
“Chi si rivede, le poetesse” il biondo e il riccio ci affiancarono.
“Ciao” li salutai.
“Come vi chiamate?” parlò il biondo.
“Io sono Zoey, lei è Roxie. Ma non chiamateci così, siamo state costrette a fare quel concorso.” la mia amica parlò decisa.
“Esatto” puntualizzai sorridendo.
“D’accordo. Non ci siamo presentati prima a scienze, beh io sono Harry” il riccio esibì le sue fossette.
“E io sono Luke” disse il biondo facendo l’occhiolino.
“Siete nuovi?” chiese Zoey.
“Si, abbiamo cambiato scuola” Luke rispose con gli occhi stretti per via del sole.
“Come funziona con quei due?” Harry si riferiva ai prof.
“Si sfidano per tutto” dissi io.
“Allora mi dispiace per voi” Luke rideva.
“Perché?” Zoey smise di correre e lo osservò aggrottando le sopracciglia.
“Perché perderete piccola” il biondo rise stringendo con due dita la guancia della mia amica, che arrossì e respinse il gesto con la mano.
“Vedremo!” ribadì lei, poi si allontanò tirandomi per un braccio. In quel momento ringraziai che stessimo per giocare a baseball, perché, a parte quest ultimo e arrampicarmi, negli sport ero una vera e propria pippa e non mi andava di fare figure di merda il primo giorno.
“King al lancio!” il prof urlò e Zoey si mise in posizione. Tutti la osservavano e lei mi guardò sorridente.
“Cartis alla battuta” Lily Cartis, una delle tante troiette antipatiche della scuola.
Zoey mi osservò con un sopracciglio alzato per la serie “La distruggo?” sorrisi alla sua domanda mentale e le risposi passandomi l’indice sul collo.
Zoey tirò una palla curva, che la ragazza nemmeno vide arrivare.
“Strike uno!” urlò il ricevitore alle spalle di Lily.
Zoey tirò altre due volte e Lily non ne prese una.
“Strike tre, sei out!” Zoey guardò Luke e gli rivolse un sorrisetto divertito.
La mia amica eliminò gli altri due battitori successivi.
“Cambio!” urlò la prof visibilmente arrabbiata.
“Payne vai alla battuta” il prof esortò il mio amico che prese la mazza e raggiunse la sua postazione.
La prof mandò un ragazzo al centro del campo. Il poveretto tirò la palla e Liam la prese al primo colpo, riuscendo ad arrivare in seconda base.
“Bravo daddy!” gli urlammo e lui ci salutò un cenno della mano.
“Clifford, tocca a te” presi la mazza e mi posizionai.
“Cambio il lanciatore!” la prof parlò muovendosi velocemente.
“Come se servisse!” disse il professor Stewart ridendo sotto i baffi.
“Styles, fammi vedere che sai fare!” a quelle parole osservai Zoey cercando un aiuto che non arrivò.
Il ragazzo raggiunse la sua postazione con un sorrisetto stampato in faccia. Le ragazze cominciarono ad urlare in suo favore, potevo sentire i loro ormoni in fermento per il bel moretto. Guardai nuovamente Zoey che fece lo stesso mio gesto di prima.
Harry tirò e la mancai. Ci fu un ovazione da parte del pubblico femminile.
Osservai il ragazzo stringendo più forte la mazza, Harry mi mandò un bacio con le labbra. Buffone.
Lanciò di nuovo, stavolta la presi e corsi molto veloce. Vidi Liam arrivare in casa base e dopo pochi secondi vi arrivai pure io, completamente senza fiato.
Zoey mi abbracciò, poi guardai il riccio e gli mandai un bacio imitando il suo gesto. Il ragazzo rise e tornò vicino al amico.
“Bel fuori campo Rox!- Liam mi abbracciò sollevandomi da terra- Harry non se lo aspettava”
“Lo conosci?” misi le mani sui suoi avambracci per sollevarmi e osservarlo.
“Si, poi ti spiego” disse rimettendomi a terra.
“No, spiega ora!” Zoey si avvicinò mettendosi le mani sui fianchi e esortando Liam a continuare.
“Voi tre basta parlare!”
Dopo 2 inning eravamo tre pari.
“King al lancio!” Zoey si alzò di nuovo e si posizionò.
“Hemmings, manchi solo tu!” la mia amica fece un sorrisetto divertito, ansiosa di eliminarlo.
Lanciò e lui la mancò. Lanciò ancora e lui la prese e poi corse velocissimo. I ricevitori della nostra squadra intercettarono la palla e la fecero arrivare in casa base un secondo prima di Luke, che entrò in scivolata.
“Sei out!” urlò il ragazzo dietro la maschera ferrosa.
Il biondo sbatté un pugno a terra. Zoey gli si avvicinò, si abbassò e gli strinse la guancia con due dita “Ci straccerete un'altra volta, piccolo” il ragazzo le fermò la mano e la baciò sul dorso sorridendole con occhi da vero conquistatore. Zoey cercò di non esplodere poi si voltò verso di me: diventò rossa e accelerò sempre di più il passo, trascinandomi per un braccio e facendo comparire sulla sua faccia un sorriso enorme.

Take me wherever you want. |Harry Styles|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora