Chapter 7: Escape

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Il telefono davanti a me si illuminò: Harry. Chiusi il fumetto che avevo in mano e risposi.

"Ehi"

"Ehi. Sopravvissuta?" la sua voce era ancora più roca al telefono e mi fece salire dei brividi lungo la schiena.

"Sembrerebbe" risi.

"Ti ho disturbato?"

"Assolutamente no" osservai il fumetto di Capitan America sulla mia pancia.

"Bene, allora affacciati" staccai il telefono dall'orecchio per guardarlo con aria confusa. Mi alzai dal letto e andai alla finestra: Harry era appoggiato alla sua auto scura e mi guardava con il cellulare ancora vicino al viso.

"Posso rapirla, signorina Clifford?" sorrise.

Con quella camicia sbottonata puoi rapirmi quando vuoi, pensai, ma riuscì a trattenermi mordendomi il labbro inferiore.

"Dammi un attimo" dissi allontanandomi dalla finestra.

"Non mi chiedi dove voglio andare o cosa voglio fare?" lo sentì ridere.

"Non mi interessa- risposi spalancando l'armadio-Voglio uscire da qua dentro, per me va bene anche giocare a biglie" attaccai il telefono sentendolo ridere e cercai una maglia da mettere sopra i jeans scuri che già portavo. Indossai anche un golfino e infilai il cellulare e dei soldi in tasca. Uscì in punta di piedi dalla porta e guardai nel salotto senza scendere le scale: i miei dormivano sul divano. Aprì la porta della camera di mio fratello: lo sentì russare e capì che anche lui non era sveglio. Tornai in camera mia e chiusi a chiave la porta. Aprì la finestra e uscì tenendomi in equilibrio sul legno del tetto. Harry mi guardava confuso. Richiusi le finestre, poi camminai fino ad arrivare al ramo robusto dell'albero vicino alla casa. Mi arrampicai e scesi con un salto toccando finalmente terra. Harry si era avvicinato e mi guardava con le braccia aperte e i palmi rivolti verso l'alto.

"Pensavo ti servisse una mano" sorrise.

Mi guardai alle spalle, non avevo svegliato nessuno. Camminai rapidamente prendendo la mano di Harry.

"Ormai sono esperta" dissi quasi sussurrando.

"Mi farai innamorare, Clifford" scherzò aprendomi la portiera.

"Muoviti al posto di dire cazzate, Styles" lo esortai.

Il riccio montò in macchina e partì senza fare troppo rumore.

"Perché hai dovuto usare l'uscita di servizio?" rise.

"Perché quel maniaco di Brown ha chiamato mia madre, che mi ha confinato in camera mia, almeno per stasera- sprofondai nel sedile- Basta, non voglio pensarci. Dove andiamo?" chiesi voltando il busto verso di lui.

"Beh, mi dispiace ma non ho biglie con me- scherzò riferendosi alle mie parole- però ho fame, ti va se mangiamo qualcosa?" tolse gli occhi dalla strada per guardarmi.

"Non ho cenato, quindi direi che va benissimo" sorrisi.

"Dove vuoi andare? Sei una di quelle che vivono solo di cibi sani?" scoppiai a ridere rumorosamente facendolo sorridere.

"Se cerchi una persona a dieta hai proprio sbagliato indirizzo- scossi la testa- Gira a destra e vai nel parco infondo alla strada, c'è un uomo che fa degli ottimi panini"

"Credo che dovrò ammettere che Liam ha ragione" Harry rise svoltando dove gli avevo detto.

"A cosa devo questa visita?" chiesi controllando il cellulare, erano le 22:43.

"Avevo voglia di vederti" fissò i suoi occhi verdi su di me.

Cercai di nascondere il sorriso che si formò sul mio viso guardando fuori dal finestrino.

Harry parcheggiò l'auto vicino al parco. Scendemmo e avvolse un braccio intorno alle mie spalle stampandomi un bacio sulla guancia e facendomi arrossire.

Oltre a noi c'erano una decina di persone. L'omone dietro al bancone prese le nostre ordinazioni e pagammo. Harry protestò quando pagai la mia parte.

"Andate pure a sedervi, appena sarà pronto vi porterò le cose al tavolo" parlò il ragazzo dai capelli rossi dietro al bancone e noi ci allontanammo. Harry si sedette a cavalcioni accanto a me, lasciando le gambe ai lati del legno della panca. Avvolse le braccia intorno al mio busto e mi attirò verso di lui senza troppa fatica.

"Mi sento una bambola" scherzai guardandolo.

Mise una mano sulla mia guancia e posò le sue labbra sulle mie, come era successo una decina di ore prima. Mi era mancato quel contatto e il bacio che mi stava dando mi causò una sensazione di pienezza. Le sue labbra morbide e il suo sapore dolce mi fecero chiudere gli occhi. Misi una mano sul suo petto e lo sentii irrigidirsi a quel contatto. Concluse delicatamente il nostro bacio e quando riaprii gli occhi lo trovai ad guardarmi.

"Penso che mi farò buttare fuori dalla classe molto più spesso se questo è il risultato" mi guardò respirando pesantemente.

"Ehi, non voglio essere la causa della tua probabile bocciatura" scherzai accoccolandomi contro il suo petto.

"Tu ne hai parlato con qualcuno?" chiese accarezzandomi la schiena.

"Del ... nostro bacio dici?" parlai senza muovermi, il suo tocco era afrodisiaco.

"Si" rispose quasi sussurrando.

"Ne ho parlato solo a Michael. Beh, in sostanza ho confessato, ha capito subito che era successo qualcosa. Credo abbia una specie di superpotere. Ti da fastidio?" alzai lo sguardo per incontrare i suoi occhi.

"Assolutamente no" scosse la testa rassicurandomi.

"Tu invece?" riappoggiai la testa contro il suo petto muscoloso.

"Gemma lo sa, deve essere un superpotere comune tra i fratelli" rise.

"Però non voglio mettere i manifesti.- tornai a sedermi composta- A scuola ci sono un sacco di persone che detesto e non voglio che sappiano tutti i fatti miei, almeno per ora" lo guardai sperando che non se la prendesse. Sorrise scuotendo la testa.

"Ti stavo per dire la stessa cosa. Mi serve tempo per certe cose" Mio caro Liam, hai fottutamente ragione.

"Quindi per te va bene se ci prendiamo, che ne so, un periodo di prova senza dire nulla a nessuno?" corrugai la fronte non sapendo bene come definirlo. Mi prese le mani portandole dietro la sua schiena. Fece combaciare le nostre bocche, poi mi strinse a se.

"Andata" sussurrò contro il mio collo, prima di posare un lungo bacio anche lì.

Take me wherever you want. |Harry Styles|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora