Capitolo 2

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Hailey

Scesi dal pick-up di Trent sistemandomi la camicetta di jeans dentro i pantaloncini a vita alta. Avevo deciso di andarci. Non mi erano mai piaciute le aste, ma Trent mi aveva convinto dicendomi che ci sarebbero stati fantastici cavalli e della musica da ballare. Mi bastava poco per essere persuasa, a quanto pareva.

"Vuoi qualcosa da bere?", mi chiese Trent mettendomi un braccio sulle spalle.

Scossi la testa, odiavo bere, quanto odiavo le persone che bevevano fino a non sentirsi più sulla terra. "Ti aspetto qui.. Ho già capito"

Mi diede un bacio sulla guancia a mo di ringraziamento, Trent Duncan aveva già messo gli occhi su qualche ragazza, ed io dovevo coprirlo da mamma.

Andai verso la terrazza della birreria, e appoggiai i gomiti alla ringhiera, guardando il panorama davanti a me. Era così bello. Quasi magico. Anzi. Era magico. "Il tuo ragazzo ti ha lasciato da sola, non è una mossa furba a quanto pare". Sentii una voce alle mie spalle, e dopo qualche secondo vidi un ragazzo appoggiarsi alla ringhiera esattamente come me.

Ridacchiai "Non è il mio ragazzo, è mio fratello"

Mi guardò perplesso, togliendosi il cappello da cowboy "Sembrate molto uniti"

"Già. Trent è il mio fratello maggiore", risposi prendendo a torturare le mani.

Mi tese la mano "Sono Scott"

Lo guardai, e con un sorrisetto gliela strinsi "Hailey Duncan"

sorrise anche lui. Era bello davvero. Alto circa 20 centimetri più di me. Con un fisico da far invidia ai migliori modelli. Capelli castani scuri e occhi verdi.

"Ti offrirei da bere ma non mi sembri una che ama l'alcol", mi fece trattenendo una risatina.

Scossi la testa "Hai capito tutto, evidentemente"

"Beh allora se non posso offrirti da bere, magari posso invitarti a ballare", chiese sicuro di sé tenendomi la mano.

La presi una seconda volta, e questa volta sentii che la mia mano era circa un decimo della sua. Annuii "Sì, direi di sì"

Scott

Lei era Hailey Duncan. Già. A quanto pareva era proprio così. Lei era la figlia del migliore amico di mio padre, quello a cui voleva soffiare il ranch. Eppure lei sembrava diversa.. Non aveva esitato per niente quando le avevo chiesto di ballare, era così sicura di sé, che un po' mi aveva imbarazzato. E così maledettamente bella.. Quegli occhi, dio erano la cosa migliore del mondo.

Sapevo che non avrei dovuto provarci con lei. Insomma.. Ci sarebbe restata malissimo quando si sarebbe vista il ranch andare in mano alla società di mio padre.

"Sei un ottimo ballerino", mi disse ad un certo punto con un sorrisetto sulle labbra.

Dio questa ragazza mi stava facendo perdere la testa. Le cinsi la vita con un braccio e le risposi "Te la cavi anche te, lo sai questo?"

Quando finì la canzone, andò fuori dal locale, ed io la seguii. "E così non sei mai salito su un cavallo?", mi prese in giro camminando dopo qualche minuto.

Mi rimisi il cappello in testa "Solo perché vesto da cowboy non significa che lo sono"

"Dovrò insegnarti, però devo metterti con i bambini", disse ridacchiando.

"Sul serio dai lezioni?", chiesi perplesso.

Si fermò e spalancò le braccia "Solo perché sono così giovane non significa che non posso farlo"

"Aspetta. Quanti anni hai?", le domandai mettendomi sulle mie.

"22, tra qualche mesetto 23", rispose semplicemente non rendendosi conto della mie difficoltà. Se lei era davvero chi pensavo che fosse.. Non avrei dovuto sprecarci tempo.

Però.. Quella risata.. Già mi era diventata famigliare.

"Ti do lezioni,se vuoi, saprai andare a cavallo in meno di due mesi", riprese a parlare.

Ridacchiai "Ho paura, meglio di no"

"Tu sei matto. Come fai ad aver paura dei cavalli?"

Mi sedetti per terra e stesi le gambe "Trauma da bambino"

Venne verso di me e mi guardò diventando seria "Sei caduto e ti sei fatto male?"

Alzai gli occhi al cielo "Qualcosa del genere"

L'ho amata per primoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora