Capitolo 16

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Hailey

Se c'era qualcosa che in quel momento davvero volevo.. Era un po' d'amore.

Mi trovavo nel mio letto alle tre e mezza di notte a giocare con una palla di gomma di quando ero piccola. Fuori pioveva e l'atmosfera era piuttosto tetra. Mi alzai dal letto e presi la macchina, volevo andare da qualche parte che non sapevo neanche io dove. Mi sentivo ingannata, usata, e con il cuore a pezzi. Come se qualcuno lo avesse preso a martellate. Mi fermai proprio al centro di una prateria, con Chasing Pavements di Adele alla radio scoppiai a piangere nel piccolo abitacolo in mezzo alla pioggia. Finché non vidi un fuoco davanti a me. Qualcosa aveva preso fuoco causando un incendio piuttosto elevato. Misi in moto la macchina ancora fino a giungerci proprio davanti. A quel punto scesi dalla vettura e notai che l'incendio riguardava una macchina. Chiamai i vigili del fuoco con il poco campo che aveva il mio cellulare, e mi feci avanti a vedere se la macchina conteneva una persona. Mi misi le mani davanti alla bocca quando scoprii un uomo e due bambini. Ormai senza più speranza di vita.

"E' stata lei a chiamare soccorsi?", mi chiese il medico quando entrai in ospedale qualche ora dopo.

Annuii "Ho visto l'incidente da lontano e così mi sono presa cura chiamando i vigili del fuoco. Come stanno?"

"Le condizioni sono critiche signorina, soprattutto per i due bambini", disse sospirando "Gli ha mai visti?"

Scossi la testa un po' perplessa "In paese non sono facce conosciute.."

In quel momento sentii una voce affaticata proprio dietro di me "Dottore. Devo avere notizie. Come sta la famiglia?"

Mi voltai, e vidi Scott alla receptionist zuppo d'acqua come me. "Deve ringraziare la signorina laggiù, le condizioni sono critiche ma se ci avesse chiamato qualche secondo dopo sarebbero morti bruciati"

Anche Scott si voltò, e incrociò il suo sguardo con il mio. Venne da me lentamente. "Hailey..."

"Gli conosci?", chiesi senza altri saluti.

"Che ci facevi lì fuori alle tre e mezza del mattino?", chiese preoccupato. "Un fulmine avrebbe potuto colpirti!"

"E così ti preoccupi per me?", dissi abbassando lo sguardo.

Si avvicinò ancora di più e mi abbracciò stringendomi a sé "Grazie per quello che hai fatto"

"Ho solo chiamato soccorsi..", dissi sinceramente

Mi accarezzò i capelli "Capiti sempre al momento giusto"

Sospirai, nonostante fosse zuppo 'd'acqua mi riscaldava. Però mi separai amaramente "Dovevo farlo. Sarebbero morti"

Scott

"Torna a casa Hail, hai fatto abbastanza qui", le dissi pacatamente

La vidi stringersi nella maglietta bagnata "Voglio essere sicura che quella gente starà meglio"

Le accarezzai la guancia "Ti chiamerò io"

Si ritrasse, quasi il mio tocco le avesse dato fastidio. "Vado a prendere un caffè"

La guardai allontanarsi a passo veloce. Sembrava che avesse paura di me. Sospirai, e mi sedetti per terra prendendomi la testa tra le mani. Vederla così fredda con me era come un colpo grandissimo al cuore. Mi ripetevo solo che ero un coglione. E che le avevo fatto troppo male.

"Tieni", mi disse sedendosi accanto a me e porgendomi un caffè.

La guardai sorpreso, e presi il caffè dalle sue mani. "Grazie Hail"

"Chi erano quelle persone?", chiese curiosa

"Un mio amico di vecchia data. Era venuto qui per farmi visita", risposi nostalgicamente

Mi guardò "Capisco.. "

Il susseguirsi fu un silenzio imbarazzante. Come se non avessimo niente più da dirci. "Come stai?", le chiesi sincero.

Fece una risatina "Normale"

La guardai ridere e passarsi una mano tra i capelli. Rideva per sfuggire all'imbarazzo della domanda. Se ne accorse e alzò lo sguardo incrociando i miei occhi "Come una settimana fa, non è cambiato nulla"

Le sfiorai la mano, temendo che la ritrasse, invece non lo fece. Posò gli occhi sulla mia mano sulla sua a terra, e io avvolsi le mie dita attorno alle sue carezzandole il palmo con il pollice. "Mi sento un uomo di merda", confessai

Strizzò gli occhi e guardò dritto avanti a sé "Non lo sei.. "

"Sì.. Tu non sai..", mi stava guardando. Ebbi un attimo di imbarazzo. Però lo sconfissi ripetendomi che peggio di così non poteva andare "Non conosci le mie disfatte.. Dovrei scriverne un libro"

Rise "Se parliamo delle mie non la finiamo più. Da piccola sognavo di cavalcare un toro"

Mi scappò da ridere anche a me, e la tensione svanì. "Io invece volevo fare l'uomo che governava le acque"

Ridemmo entrambi. E per un secondo mi sembrò di tornare quando tutto era intatto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 05, 2015 ⏰

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