Capitolo 6

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Hailey "Tornerò presto piccola, te lo prometto", Scott mi ripeteva quella frase al telefono da un'ora. "Mi manchi.. Scott..", dissi con le lacrime agli occhi "Avevi detto che non saresti stato fuori più di due settimane.. È quasi un mese.."Sospirò sorridendo "Hailey ho avuto complicazioni. Non devi preoccuparti. Ora devo andare. Passa una buona giornata piccina"Chiuse la telefonata, ed io rimasi a guardare il suo nome seguito da un cuoricino rosso. Scott ed io non stavamo proprio insieme.. Il nostro era più un appuntamento fisico.. Come due amanti. Ecco tutto. Aveva detto che aveva da fare.. Che doveva partire con la sua famiglia per degli affari della azienda del padre.. E che io non mi sarei dovuta preoccupare di niente. Che avrei dovuto continuare a vivere felice e che dopo due settimane sarebbe tornato; due settimane che era diventato un mese. Mi sentivo terribilmente sola; Scott era la mia unica distrazione per non pensare alla perdita di mio padre. Caroline l'aveva presa apparentemente bene, Trent e Elliot, l'altro fratello ci pensavano un po' di più.. Ma cercavano di dare a mia madre l'immagine dei due uomini forti di casa. Avevo i miei cavalli.. I vicini.. Avevo tutti vicino ma nessuno con me. E la cosa mi stava pesando sempre di più. Forse se avessi dato ascolto a mia madre, andando a studiare ad Harvard o a Yale, ora sarei circondata da segretarie e divanetti di pelle, seduta su una poltrona dietro ad una sontuosa scrivania con addosso l'ultimo paio di Louboutins. Non sarei stata sola se avessi scelto quella vita."Hailey", sentii Trent chiamarmi. "Tesoro dove sei?"Si affacciò alle scuderie, e mi vide seduta davanti al box di Edward con il cappello sul viso. Sospirò e venne a sedersi da me "Giornata no?"Mi tirai su il cappello e sospirai anche io "Una delle tante"Mi prese la mano nella sua "Andremo avanti. Te lo prometto"Mi appoggiai alla sua spalla e trattenetti le lacrime "Da quando papà non c'è più io non so che fare""Hai sospeso le lezioni..", mi disse leggermente deluso.Alzai lo sguardo "Rinizierò domani. Promesso"Si alzò in piedi e mi guardò "Vieni con me all'emporio?"Mi stampai un sorriso in faccia, e mi alzai saltellando "Sì, andiamo"ScottHailey mi mandò un messaggio. Un altro. -Spero che abbia avuto una bella giornata, anche io in parte, mi manchi, devo vederti. H-Sospirai seduto sulla poltrona e le risposi -Piccola anche io ho tanto bisogno di vederti, non sai quanto-Mi rispose dopo qualche secondo -Perché non fai un salto da me se non vuoi dirmi dove sei?--Fidati di me. Tornerò presto. E quando tornerò ti rapirò e non vedrai più il mondo esterno-, risposi cercando di buttarla sul ridere.-D'accordo.. Ti aspetto impaziente. Buona notte-Sorrisi -Notte bellissima-"Mr Bones, è sicuro della sua scelta?", sentii l'avvocato di mio padre uscire dallo studio seguito da lui. "Ora che il ranch è legalmente dei figli del signor Ryan, non sarà una preda facile"Ero andato in città con mio padre per occuparmi di affari.. Già.. Di come soffiare via il maneggio alla mia Hailey. Bel codardo che sono..Mio papà rise "E' tutto a posto, la chiamerò io, non si preoccupi"Quando restammo solo io e lui, mi decisi a parlare "Papà, ripeto la domanda del tuo avvocato, sei sicuro di quello che vuoi fare? Sai vero che la signora Ryan, e i suoi figli non ti parleranno a vita?"Mi diede una pacca sulla spalla "A volte per raggiungere il successo, bisogna spazzare via le persone senza pietà"Rimasi senza parole "E loro dove andranno?""Loro chi?", chiese guardandomi."le persone a cui vuoi togliere casa loro!", dissi perdendo la pazienza."Gli farò andare in una profonda crisi economica, e al momento giusto gli proporrò la vendita, non sapranno rifiutare. Quando si vedranno davanti milioni di dollari cadranno nella trappola", disse accendendosi il sigaro.Incrociai le braccia "Trappola? Hai intenzione di prenderlo senza pagartelo?"Fece spallucce "Quanta esperienza hai ancora da ottenere figlio mio, tu mi aiuterai""Non deruberò delle povere persone che tra l'altro conosci benissimo. Mi dispiace papà, io non ci sto", dissi fermo.Scoppiò a ridere "Conosci il letto della ragazza, certo". Quando mi vide perplesso mi spiegò "Non sei neanche furbo. Le telecamere esistono""Non è per lei", dissi abbassando lo sguardo "Quel maneggio per tutti loro è importante""Anche per noi, figlio mio"

L'ho amata per primoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora