Ci troviamo in Germania, precisamente nel 2007.
Charlotte, una ragazza di 16 anni, come ogni giorno, stava andando a scuola. Posto che odiava con tutto il suo cuore per tanti motivi: i professori, per il semplice fatto che secondo lei facevano troppo poco a scuola, ma davano tanto da fare a casa, per poi ritrovarsi con troppe verifiche in una settimana.
Secondo motivo, odiava la maggior parte dei suoi compagni: oltre che a ritenerli molto maleducati, non erano leali, nel senso che ognuno aveva da ridire su ognuno, infatti lei non aveva una migliore amica, ma si faceva andare bene quelle poche persone, ma che contavano come 100. Soffriva molto per il fatto che non aveva una persona su cui poteva contare, a cui raccontarle qualsiasi cosa e altro.
Anzi, ce l'aveva: sua mamma. Ha sempre avuto un rapporto molto stretto con lei, ma non mancavano mai i litigi, cosa che hanno portato a brutte conseguenze, che verranno poi spiegate.

Ritornando a noi, appena varcò la soglia dell'entrata, gia non vedeva l'ora di tornarsene a casa. Tutti che urlavano, che si lanciavano le cose tra di loro; una giungla in poche parole.
Andò in classe, si sistemò al suo banco e iniziò a pregare per far sì che quella giornata passasse il più velocemente possibile.
Fortunatamente così successe.

Suonò la campanella, prese il suo zaino e si diresse verso la fermata del pullman. Appena arrivò, salì, e si accorse che l'unico posto libero era vicino ad un ragazzo, che in quel momento stava dormendo. Non voleva svegliarlo, le dispiaceva, ma contemporaneamente non voleva neanche restare in piedi per 40 minuti. Decise di toccarlo due volte sulla spalla.
Aprì gli occhi, si sistemò, e Charlotte gli chiese se poteva sedersi. Il ragazzo annuì e spostò lo zaino. Charlotte lo ringraziò sorridendogli e si mise ad ascoltare la musica.

Arrivò alla sua fermata, si girò verso il ragazzo per vedere se stava dormendo. Notò che era sveglio, e girato verso di lei, così decise di sorridergli, e scese dal pullman. Si incamminò verso casa sua, e durante il tragitto gli venne in mente quel ragazzo, che di nascosto, aveva un po' analizzato esteticamente. Quel giorno indossava dei jeans neri, estremamente larghi per la sua corporatura, una felpa grigia, anch'essa molto grande e sotto una semplice maglietta nera. Inutile dire, anche quella molto grande. Aveva poi un capellino grigio con qualche disegno bianco, con dei dread raccolti, cosa che Charlotte subito notò. Le piacevano molto.

Una cosa che aveva notato, quando le sorrise, fu un piercing sul labbro inferiore argento. Insomma, molto bello come ragazzo, pensò.

Appena arrivò a casa, come solito, l'aspettava sua madre che iniziò a chiederle come era andata la giornata. Charlotte, decise di raccontargli anche di questo ragazzo, di cui però, non sapeva ancora il nome.

Prima di andare a dormire, decise che se l'indomani l'avesse visto di nuovo sul pullman, con un posto libero di fianco, si sarebbe seduta, e gli avrebbe chiesto il nome.

"It all fell down"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora