La mattina dopo, Charlotte si svegliò e iniziò a prepararsi. Si fece una doccia, si vestì, e andò in cucina a fare colazione con latte e cereali. Fece tutto abbastanza tranquillamente perché erano le 6.15, e anche perché come ogni mattina, l'avrebbe portata sua mamma a scuola.

Prese lo zaino, si mise la giacca, e andò in macchina. Durante il tragitto, misero un po' di radio. Charlotte stava cantando, quando ad un certo punto, fecero partire una canzone che non aveva mai sentito, e che a quanto pare, si chiamava "Break Away". Lesse chi erano gli autori di questa canzone: Tokyo Hotel. Non l'aveva mai sentita prima d'ora, ma era molto bella. Decise di registrarsi il nome sul suo telefonino, cosicché il pomeriggio, in pullman, avrebbe potuto risentirla un altra volta.

La giornata scolastica passò velocemente, non fecero nulla di estasiante, tutto noioso. L'unica cosa che Charlotte fece fu l'interrogazione di inglese, nel quale prese 8, era molto fiera di se stessa perché inglese le piaceva molto.

Suonò la campanella, e si diresse velocemente in fermata, aspettando ansiosamente il pullman. Appena arrivò, controllò subito se c'era quel ragazzo.
Era seduto nello stesso identico posto del giorno prima, con il sedile di fianco libero. Colse l'occasione, e si affrettò a raggiungerlo, prima che qualcun altro potesse prenderlo. Appena il ragazzo la vide, sorrise. Charlotte si sedette, prese le cuffie, ma prima di mettersele nell'orecchio si girò verso il ragazzo, toccandolo sulla spalla.

Charlotte: "Mi terrai ogni giorno il posto?"
Chiesi, ridendo.

X: "Se tu vuoi, non avrei problemi."
Rispose il ragazzo, sorridendo.

Charlotte: "Piacere, Charlotte."

X: "Piacere, Tom."

Tom, bel nome.
Charlotte: "Che scuola fai?"

Tom: "Faccio un liceo, presumo come te."

Charlotte: "Esatto, quindi significa che hai...?"

Tom: "18 anni. Tu?"

Charlotte: "Oh io 16, sono al terzo anno."

Tom: "Beata te, vorrei tornare anche io ad avere 16 anni."

E così, continuarono a parlare per tutto il resto del viaggio.
Parlando, non si erano resi conto che i 40 minuti erano passati, infatti il pullman era arrivato alla fermata di Charlotte.

Charlotte: "Devo scendere ora. É stato un piacere, Tom."
Dico, sorridendogli.

Tom: "Piacere mio, Charlotte."
Dice, sorridendo anche lui.

Rispetto al giorno prima, Charlotte scese dal pullman più felice. Il misterioso ragazzo dal piercing argento si chiamava Tom.

"It all fell down"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora