Charlotte's pov:
Passarono 6 mesi da quando ebbi l'ultimo dialogo con Tom. Non lo vidi più. Vi potrà essere sembrata un po' esagerata la mia reazione quando l'ho visto con quella ragazza, ma mi ha ferita, e sapeva pure quello che avevo passato e come mi ero sentita.
La mia vita era degenerata, andava tutto male. A scuola stavo andando molto male, io e mia mamma continuavamo a litigare, aveva iniziato anche lei a tirarmi sberle ogni volta che litigavamo. Non sapevo più che fare, avevo riniziato a farmi del male, era l'unica cosa che mi faceva sentire "bene". Non sapevo con chi parlare, non avevo nessuno. Siamo a luglio ora, e le mie giornate le passo continuamente in casa, mentre vedo dalla finestra ogni giorno, gruppi di amici divertirsi e scherzare tutti insieme, provando tanta invidia.

Avevo eliminato il numero di Tom, dopo che avevo notato che mi aveva bloccata. Non so cosa stava facendo in questo momento, né tantomeno volevo saperlo. Ero in casa da sola, così decisi di andare in bagno, e farmi una doccia gelata. Gelata perché mi aiuta a staccarmi dal mondo esterno, provando dolore fisico. Ero completamente distrutta. Mi sono distrutta.
Uscita dalla doccia, presi la lametta, e iniziai a farmi tre tagli sul polso destro e due su quello sinistro. Ogni giorno, me ne facevo 5.
5 perché è il giorno nel quale ho conosciuto Tom. 5 Dicembre 2007.
Oh, a capodanno, naturalmente, non ho fatto nulla, né tantomeno a Natale, ma va bene così.

Mi vestii, misi dei pantaloncini e una felpa leggera per far sì che le persone non vedessero come era messo il mio corpo, e uscii di casa per farmi un giro in centro.
Ascoltai un po' di musica nel mentre che camminavo e guardavo intorno a me coppie felici e adolescenti che si godevano la vita.
Mi fermai su una panchina perché avevo poche forze, avevo anche iniziato a mangiare di meno, infatti il mio peso era diminuito di molto.
Nel mentre che ero girata, sentii qualcuno che si sedeva in fianco a me.

X: "Perché hai su la felpa?"

Charlotte: "Ho freddo."

X: "Ci sono 30 gradi, non puoi avere freddo."

Charlotte: "Non sono cose che ti riguardano."

X: "Dimmi la verità, ti puoi fidare."

Charlotte: "No, non mi posso fidare di te Tom."
Come non potevo riconoscerlo dalla voce?
In quel momento me ne volevo andare, ma allo stesso tempo volevo che notasse come mi ero ridotta per colpa sua.

Tom: "Mi racconti?"

Charlotte: "Non ho niente da dirti, guarda come sono e già capisci."

Tom mi prese il braccio, e mi tirò su la manica, notando tutti i segni. Poi prese anche l'altro, e fece la stessa cosa.

Tom: "Ti sei rovinata, per colpa mia?"
Disse, e sentii un leggero tremolio nella sua voce. Stava piangendo.

Charlotte: "Si."
Mi girai verso di lui, aveva gli occhiali per non farsi vedere che stava piangendo.

Tom: "M-mi dispiace..."
Mi lasciò il braccio.

Charlotte: "Non ti sei fatto sentire per 6 mesi dopo che ti ho visto fare sesso con un altra ragazza, e l'unica cosa che mi sai dire è "mi dispiace"?
Iniziai a piangere, stavo buttando fuori tutto quello che mi sono tenuta dentro in questo periodo.

Charlotte: "Non provare pena né tenerezza per me. Non provare nulla. Mi hai rovinata, sapendo che già ero stata rovinata in passato. Non so neanche perché sono qui a darti risposte."

Tom: "Perché sotto sotto, lo sai che ti manca la mia presenza ma non lo accetterai mai perché ti ho provocato dolore."
Aveva ragione, mi mancava.

Mi prese per il braccio e mi girò verso di lui, per poi abbracciarmi. Eravamo zitti, piangevamo entrambi, nel mentre che anche il cielo iniziò a piangere. Avevo bisogno di un abbraccio, solo per sentirmi amata. Anche per finta, ma ne avevo bisogno.

Tom: "Mi dispiace così tanto Charlotte. In questi 6 mesi ogni giorno ti venivo a trovare. Mi mettevo dietro l'albero, e ti osservavo dalla finestra. Osservavo i tuoi pianti, le tue urla, le litigate con tua madre e anche le sberle che ti dava. Ogni volta che vedevo questa scena mi si spezzava il cuore, e l'unica cosa che volevo fare era entrare, prenderti e portarti via. Ma mi sono sentito così in colpa che a momenti neanche riuscivo a guardarti in faccia. Mi manchi, mi manca la Charlotte che ogni volta che mi vedeva mi sorrideva, mi abbracciava e mi parlava di come andava la sua giornata. Mi manca quello che eravamo prima. Capisco se non vuoi perdonarmi, ti ho ferita, ma ti chiedo solo di darmi una seconda possibilità, perché in quel momento ero impazzito, non volevo quella ragazza, volevo te."

Non riuscii a dire niente, mi strinsi ancor di più a lui.
Eravamo solo noi, su una panchina abbracciati e sotto la pioggia, che cercavamo di lasciare indietro in dolore provato.

Charlotte: "Ho bisogno di te in questo momento. Sta andando tutto male."

Tom: "Lo capisco, e io sarò sempre qua, qualsiasi cosa accada."

Charlotte: "Ti voglio bene Tom."

Tom: "Anche io Charlotte, anche io.."
Disse, accarezzandomi e baciandomi la testa.
Rimanemmo così fino al calare del sole, in silenzio.
Fino a quando mi riportò a casa, e decidemmo che l'indomani ci saremmo visti.

Appena entrai in casa, vidi mia mamma che venne verso di me e mi tirò uno schiaffo in faccia.
Mamma: "Dove sei stata tutto questo tempo e perché sei tutta bagnata? Saresti dovuta stare in casa tutto il giorno a studiare, ignorante che non sei altro!"
Disse, dandomi un altra sberla.

Charlotte: "Preferivo quando te ne stavi 2/3 giorni interi in ospedale piuttosto che averti in casa."
Non mi interessava se mi avrebbe tirato un altra sberla, non potevo mai parlare io, ed ero stanca.

Mamma: "Non ti permettere mai più."
Disse, tirandomi una sberla più forte che mi fece cadere a terra.
Mamma: "Sei una vergogna, se avessi saputo che ti saresti comportata così non l'avrei nemmeno fatto un figlio, o avrei abortito. Io e te, abbiamo chiuso."
Mi lasciò li per terra, e andò in camera sua. Stava preparando le valigie, ciò significa che se ne sarebbe andata. Da un lato ero contenta perché non avrei più dovuto subire ciò che mi faceva ogni giorno, ma dall'altro no perché mi sarei dovuta occupare io della casa, del cibo e anche di pagare, ma non avevo nulla.

Me ne andai in camera, e dopo un po' sentii la porta sbattere. Se ne era andata.

"It all fell down"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora