1. Giacinto, Fratello e gli appunti di Semiotica

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<<Buongiorno>>

Giacinto mugugnò, afferrò la coperta con una mano e si coprì la testa.

<<Buongiorno?>>

Si raggomitolò ancora più stretto nel letto.

<<HO DETTO BUONGIORNO>>

Giacinto scattò per lo spavento, in un istante si era seduto sul bordo del letto. Gli occhi verdi spalancati, il cuore che batteva all'impazzata.

<<Norton, cosa vuoi?! Mi hai fatto prendere un infarto.>>

Norton, il suo coinquilino, lo fissava saccente al di sotto del ciuffo nero che gli tagliava gli occhi. Era in giacca blu e cravatta, come sempre. Sistemandosi la camicia sbuffò: <<Ti ricordi che mi avevi detto di svegliarti alle 8 del mattino esatte?>>

<<Lo ricordo bene>>

<<Sono le 10>>

<<Cosa?!>> Giacinto saltò in piedi, corse al comodino e staccò il telefono dal caricatore. L'ora sul display confermò la nefasta notizia. Erano le 10:02 <<Maledizione! Maledizionemaledizionemaledizione!>> Aprì al volo l'armadio e afferrò indumenti di fortuna, una camicia a quadri rossa e dei jeans. <<Perchè non mi hai svegliato alle 8? Sono passate due ore!>>

<<Stavo facendo la doccia>>

<<Cosa hai fatto per due ore sotto la doccia?!>>

<<I fatti miei>>

<<Capisco che siano fatti tuoi, ma con tutto quel tempo avresti potuto riportare in vita i dinosauri!>>

<<Chi ti dice che non ci sia un velociraptor in bagno?>>

Giacinto sollevò un sopracciglio. Norton aveva la spaventosa abilità di dire cose senza senso con una calma tale da farle sembrare reali. Si infilò al volo gli indumenti, poi aprì la porta del bagno. Era vuoto. <<Pure bugiardo>>

<<Ci hai creduto?>>

<<No. Cioè sì. Nel senso, dovevi svegliarmi all'ora giusta! Sai che Fratello mi aspetta!>>

<<Ma io ho provato a svegliarti, poi tu hai iniziato a blaterare qualcosa riguardo ad una torta che dovevi a tutti i costi salvare dall'inesorabile avanzata della decima crociata e ho pensato che fosse importante>>

Giacinto non rispose, si limitò a fissarlo, con le mani tra i capelli marroni e scompigliati.

<<Dai piantala di fare il melodrammatico. Cosa dovevate fare già tu e quell'altro?>> disse guardando nello specchio, tirando all'indietro con il pettine i suoi ordinatissimi capelli.

Giacinto si portò ad un passo dal coinquilino nonché amico d'infanzia. Gli appoggiò una mano sulla spalla e si sporse in avanti, fino a raggiungere il suo orecchio. <<Fratello conosce tutti in città, grazie al suo aiuto oggi riusciremo ad accedere a Sottoborgo Infame>> sussurrò.

Norton si stropicciò gli occhi con le dita. <<Sottoborgo Infame? Intendi il nome che voi sfigati della sede centrale avete dato alla lunchroom della vostra università? Quel Sottoborgo Infame?>>

<<Cosa vuoi capirne tu? Voi di Astronomia avete solo gli anelli di Saturno nel cervello>> offeso si avviò all'attaccapanni a braccia conserte, doveva indossare il cappotto ed uscire alla svelta <<Voi non sapete quanto sia lacerante avere l'esame di Semiotica che incombe. Essere consapevoli di non passarlo. Realizzare che è impossibile. Voi non sapete cosa significhi andare a caccia di appunti e pregare di non perdere un rene nel frattempo>> portò una mano alla fronte, fingendo la più teatrale delle afflizioni <<Voi non potete capire!>>

Vita Ordinaria di Giacinto AgateaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora