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Emilia

1 anno prima

-hai preso tutto?- mi domandò la domestica ed io diedi un'ultima occhiata nella mia stanza per assicurarmi di non aver tralasciato nulla.

Non ero particolarmente amante delle tradizioni, ma se ce n'era una che rispettavo con tutti gli interessi era quella di andare in settimana bianca.

Da quando ero nata passavo il periodo delle vacanze natalizie a sciare. Tale passione mi era stata trasmessa da mia madre e così ogni anno noi due ci trasferivamo nel suo chalet a Courmayeur.

Mamma mi raccontava sempre che quando ero lì diventavo un'altra persona. Quel posto mi rendeva immensamente felice.

Quell'anno però, sarebbe stato diverso perché con noi sarebbe venuto anche Fermín. Il mio fidanzato aveva una pausa dalla squadra e così lo avevo implorato di venire.

-credo di aver preso tutto- chiusi la porta della mia camera e scesi le scale dove vidi Fermín conversare con mio padre.

Io e lui avevamo ripreso a parlarci, succedeva raramente, e quando io ne avevo voglia, ma qualcosa stava pur sempre cambiando. Quella mattina era passato a salutarmi dato che non ci saremmo visti durante le vacanze.

Dopo aver fatto colazione con i due, mia madre fece ritorno proprio nell'esatto momento in cui mio padre stava uscendo dal cancello, e quando la vidi entrare con un sorrisino sulle labbra capii che era contenta di non aver dovuto scambiare parola con lui.

-scommetto che ti ha regalato una pelliccia d'orso- la bionda osservò il grande scatolo sul tavolo che conteneva il regalo di Natale di mio padre.

-è una pelliccia sintetica- la corressi e dovetti reprimere una risata. Mia madre si divertiva da sempre a deridere il suo ex marito, e per quanto io non appoggiassi molto la cosa, c'era da ammettere che fosse divertente.

-non si smentisce mai- appese la sua borsa assieme al cappotto ed io mi scambiai uno sguardo divertito con il biondo che ascoltava la conversazione in silenzio.

-allora, siete pronti?- domandò la donna che fece ritorno in salone con una tazza di tè tra le mani.

-prontissimi- annuii entusiasta e non riuscii a trattenere un sorriso spontaneo, che fu notato da Fermín.

-non l'ho mai vista sorridere così tante volte in un giorno, è strana- il biondo parlottò con mia madre, ma io riuscii comunque a cogliere le sue parole.

-dovresti vederla quando arriveremo lì- sussurrò lei al suo orecchio, e mi misi le mani ai fianchi.

-guardate che vi sento- mi imbronciai attirando di nuovo l'attenzione su di me, e Fermín rise divertito.

-non stiamo dicendo nulla di male, lo sai anche tu che lì stai benissimo. Piange ogni volta che dobbiamo andarcene- per l'ultima frase si rivolse di nuovo al biondo e a quel punto tirai un grosso sospiro.

-mamma! Io non piango mai- la richiamai per aver rivelato un dettaglio importante.

Durante quell'anno di relazione con Fermín avevo si e no pianto un paio di volte, anche se tutte a causa del mio disturbo alimentare. Nonostante le cose fossero nettamente migliorate il mio problema persisteva ancora.

Non ero una dalla lacrima facile, ma quando succedeva era una strage per chiunque.

-Dori mi sta chiamando- mia madre si defilò dalla conversazione e si diresse in cucina dalla domestica che stava sistemando le ultime cose prima di chiudere la villa.

Durante la nostra assenza, mia madre aveva dato le ferie anche agli inservienti che per tutto l'anno ci assistevano.

-sono felice che vieni anche tu- approfittai del momento per andarmi a sedere accanto al biondo, che subito portò una mano dietro la mia schiena e mi avvicinò a lui.

Mirada | Fermín López MarinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora