Scontri e incontri

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È tutto molto più grande di me
Come siamo finiti in questa casa di specchi
Non riesco ad uscire, vedo solo riflessi
Fammi distrarre, andiamo a guardare l'alba
Torno a colori se mi ci porti tu

Casa di specchi - Matteo Romano

Stranamente la mattina dopo l'incontro con Alice, Max si svegliò di buon umore e decise di scriverle un messaggio per augurarle buona giornata. Visualizzato. Nessuna risposta. Max pensò semplicemente che la ragazza avesse fatto tardi per andare a lavoro e che magari gli avrebbe risposto dopo.

Si alzò dal letto e andò verso la cucina per fare colazione. Iniziò a scrollare su Instagram quando la sua attenzione venne attirata da un articolo di una pagina di gossip sui piloti di formula 1, il titolo dell'articolo diceva: «Crisi tra la coppia più invidiata del paddock: il campione del mondo Max Verstappen e Dilara Sanlik vicini alla rottura.»

Si mise le mani in faccia ed esclamò: «Merda!» il suo primo pensiero andò ad Alice e al fatto che avesse potuto leggere l'articolo e anche se si conoscevano da pochi giorni, a Max dispiaceva se questo fosse il motivo per il quale l'aveva ignorato. Prese la tazza che aveva preparato per il caffè e la scaraventò contro il muro. Fece così con tutto quello che gli capitava per le mani. 

Mad Max. Prese il telefono e la prima persona che chiamò fu Daniel, al terzo squillo l'australiano rispose e Max gli disse: «Dan, è uscita la storia della rottura con Dilara. Cosa cazzo devo fare ora?» Daniel fece un lungo respiro e disse a Max: «Max, innanzitutto cerca di calmarti! Sarebbe uscito prima o poi. Sai che Dilara sta con un altro, forse sarà stata stesso lei a far uscire la notizia.»

Max iniziò a respirare a fatica, si sentiva soffocare, se il padre avesse saputo della loro rottura si sarebbe incazzato da morire e Max non aveva voglia di sentirlo gridare e inveire contro di lui. Prese il telefono e chiamò la diretta interessata. Dilara confermò il sospetto di Daniel, era stanca di nascondersi e di continuare quella farsa. Aveva assicurato a Max che il loro sponsor non sarebbe stato ritirato, che avrebbero continuato a supportarlo e che aveva pensato lei a parlare con Jos spiegandogli che non era colpa di Max ma sua. 

Max riprese a respirare fino a quando non sentì bussare violentemente alla porta. «Max apri questa cazzo di porta, non farmi entrare con la forza!» Fuori dalla porta c'era l'ultima persona che avrebbe voluto vedere, Jos, suo padre. 

Sbuffando si diresse verso la porta e aprì. Jos era furioso, aveva gli occhi iniettati di sangue.

«Cosa cazzo è questa storia con Dilara? Mi ha chiamato stamattina. Sei un coglione, un buono a nulla. Lei ti serviva! Ti conosce bene e non è una distrazione, invece tu te la fai scappare!»

Max continuava ad ascoltarlo in silenzio, fece un bel respiro e buttò tutto fuori: «Io sarei il coglione? Lei sta con un altro e io sarei il coglione?» Si avviò verso la porta, prese le chiavi e il cappotto e aprì per uscire. «Dove credi di andare?» disse Jos inferocito. «Lontano da qui e soprattutto, lontano da te!» e chiuse la porta dietro di sé sbattendola. 

Max vagò per le strade di Monte Carlo per ore, non riusciva a capire per quale motivo quando una cosa gli andava bene, altre cento andavano male. Odiava quando il padre gli urlava contro, odiava quando lo insultava senza motivo e odiava come contestava ogni sua scelta.

Ormai era quasi sera e Max si rese conto che non aveva neanche pranzato. Decise di andare in un piccolo posticino, lontano da occhi indiscreti così da poter mangiare in santa pace. 

Mentre camminava, una persona minuta gli si scontrò addosso. Max riconobbe il suo profumo. Era Alice. Lei alzò lo sguardo e disse solamente: «Max.» Aveva la faccia sconvolta, sembrava quasi che avesse pianto. Passarono minuti interminabili a guardarsi, finchè lei non disse: «Scusami, ma ora devo andare.» Fece per andare via ma Max la afferrò per il polso. 

«Ti ho scritto stamattina, non hai mai risposto.» Alice sospirò e rispose a Max sinceramente: «Senti Max, io non esattamente cosa tu voglia da me. Solo leggendo quell'articolo mi sono ricordata che fossi fidanzato. Non voglio essere una delle tante che ti scopi per divertimento e non voglio fare l'amante. Mi dispiace, ma ora devo andare. » 

Il viso di Alice venne rigato da una lacrima che subito asciugò. Max, per la prima volta in vita sua rimase senza parole. Quella ragazza così gentile e sincera, lo aveva colpito dal primo momento in cui si erano parlati. Si rese conto di quanto lei avesse ragione. Le lasciò il polso e la fece andare via.

Il fatto è che Max non ha pensato nemmeno per un secondo di portarsela a letto per divertimento. Gli piaceva che lei gli facesse domande su di lui e non sulla sua carriera. Gli piaceva il modo imbarazzato in cui lei rideva, gli piaceva che non fosse oca come tutte le ragazze che si era portato a letto negli ultimi mesi. In un certo senso lui stava bene quando c'era lei e se ne rese conto quando il giorno dopo della festa l'aveva incontrata casualmente e si erano seduti a parlare per ore. 

La vide allontanarsi. Provò un senso di vuoto. Come se la vicinanza di Alice riempisse il vuoto che si portava dentro da anni. Continuò a camminare per la sua strada e raggiunse il piccolo locale in cui aveva deciso di mangiare. 

L'unica cosa che gli girava per la testa erano le parole di Alice. L'aveva ferita in qualche modo e questo lo rendeva triste. Decise di scriverle un messaggio.

maxverstappen1:

Ciao Alice, scusami se ti disturbo. Mi dispiace per prima. Non ho mai pensato di volerti portare a letto per divertimento. Mi trovo bene con te, vorrei che mi credessi. Con Dilara è finito tutto oggi definitivamente. Scusami ancora.

Visualizzato. Nessuna risposta. Max non biasimava Alice, provò a capire come potesse sentirsi. Dopo un pò, il suo telefono si illuminò.

aliceinwonderland:

Ciao Max, scusami per come ho reagito. Dovevo dirti quello che pensavo. Sta succedendo tutto in fretta e non so se è un bene o un male. Ci conosciamo solo da 4 giorni. Anche io mi trovo bene con te, ma io non sono come te e come le ragazze che hai frequentato. Io sono solo una persona normale che è qui per studio. Forse, è meglio non continuare. 

A quelle parole, Max provò dolore e rabbia. Era vero, si conoscevano da solo quattro giorni, ma lei era stata in grado di riempire quel vuoto che si portava dentro sin da quando era ragazzino. Aveva il desiderio di conoscerla. Poi tornò il Max freddo e calcolatore di sempre e decise di mettere fine a tutto quanto.

Passarono giorni da quella sera. Max passava le giornate tra allenamenti e simulatore. Aveva tutte le intenzioni di vincere il suo secondo titolo mondiale. Quel giorno, andò a correre più tardi, su una panchina riconobbe i capelli biondi di Alice. Decise di ignorarla e continuare per la sua strada. 

Quando ripassò di lì, lei ormai era andata via. Max iniziò a pensare che lei potesse essere una distrazione, che potesse distoglierlo dal suo obiettivo. Alla fine aveva ragione Jos, non doveva legarsi a nessuna, erano solo distrazioni. 

Poi la vide, ferma a scattare foto al tramonto. La luce illuminava in modo delicato la figura di Alice. Sembrava che il tempo si fosse fermato. Poi lei si girò e i loro occhi si incontrarono, si incastrarono alla perfezione, come il cielo e il mare. 

Lei sorrise timidamente e con la mano salutò Max, lui ricambiò il saluto e continuò a correre, voleva andare via il prima possibile. Una volta arrivato sotto casa, si appoggiò al muro e pensò: «Cosa cazzo sto facendo? Cosa cazzo mi sta succedendo? Non posso, non posso. Merda.» 


Concedimi - Max VerstappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora