33 // Omnia vincit amor

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// Morgan //

Quanto ancora avevo intenzione di fare finta di niente?

I miei genitori erano stati rapiti, forse mi restava poco da vivere ancora e la persona che pensavo di amare si era dimostrata una ragazza bipolare con seri intenti omicidi.

Inoltre, come se i problemi non fossero già abbastanza, sentivo che mi mancava un pezzo nella mia mente. Ero incompleta, come un puzzle senza l'ultimo pezzo centrale, perso chissà dove.

Davo la colpa alla pubertà, alle cose che stavo vivendo, ma in un angolo recondito della mia mente io sapevo già la risposta... dovevo solo cercarla. Peccato che non fossi ancora pronta per una simile ricerca.

A dire la verità, non ero neanche pronta ad affrontare quella giornata. I Figli di Reyen avevano indossato i loro abiti da combattimento, pronti a finire una volta per tutte una guerra che si protraeva per secoli. Perché è questo ciò che accade nei libri: le guerre combattute sono le ultime e poi si vive pacificamente, senza più rancori.

Sbagliato.

La guerra non sarebbe finita del tutto, ci sarebbe sempre stata qualche piccola fiamma nemica pronta a far scoppiare un incendio. Gli stregoni sono pur sempre degli umani: desiderano, e ciò che desiderano lo ottengono, a costo di capovolgere il mondo. È scritto nel loro... nel nostro DNA.

Quel giorno il sacrificio dei Figli di Reyen avrebbe fermato solo Nyx, un ostacolo, ma non tutti gli Adepti. La storia, anche se si concluderà quando smetterò di inchiostrare queste pagine, continuerà all'infinito.

Verranno un'altra Morgan e un'altra Allison, con nomi diversi e vite diverse, a combattere tra le pagine di un altro libro. E così ancora e ancora e ancora.

Era un circolo che non poteva essere spezzato, solo percorso.
Così decisi di percorrerlo anche se mi era stato impedito. Ulegard voleva proteggere noi umani, tenendoci nella base mentre gli stregoni, tra cui Charlotte e Bryn, combattevano per la nostra salvezza, ponendo fine alla follia di Nyx.

Tyler non l'aveva presa bene, non dopo essersi dichiarato finalmente a Bryn.
L'idea di perderla ancora straziava entrambi e lo stesso valeva per Charlotte. Per loro Ulegard non fece alcuna eccezione, servivano quanti più stregoni possibili sul campo.

Così, dopo un sofferto addio, le due scomparvero dietro l'uscita della base segreta, insieme a numerosi altri stregoni.

Il piano era attaccare una delle roccaforti degli Adepti, portandoli ad uscire allo scoperto, poi dividersi in due gruppi: uno, il più addestrato, avrebbe fatto crollare il loro castello dopo aver recuperato i miei genitori, l'altro avrebbe tenuto impegnati gli Adepti in città impedendo loro di prestare aiuto o cercare rinforzi.

Neanche a me andava a genio l'idea di dover restarmene in una stanza insieme a Tyler, Gideon e Lidia, fissando il nulla, mentre fuori dalla base si scatenava l'inferno. Ma cosa avrebbero mai potuto fare quattro ragazzi del tutto normali?

Gideon coccolava Lidia, sdraiati su un piccolo letto disfatto, mentre Tyler percorreva più volte tutti i punti della stanza.

«Sono le otto di sera» dissi. Solo Gideon sembrò ascoltarmi. «Io vado a prendermi qualcosa da mangiare nella mensa. Qualcuno di voi vuole farmi compagnia?»

Tyler scosse la testa. «Non ho fame»

Era la prima volta che diceva una cosa simile da quando l'avevo conosciuto. La situazione era davvero seria, allora. Be' non che ne avessi dubitato, sapevo che lo era.

«Va bene, allora vado da sola»

Mi alzai dalla sediolina girevole in plastica dura e uscii dalla stanza. Mi sembrava di girare in un labirinto di corridoi e porte.
Erano passati giorni da quando ero lì eppure non riuscivo ancora ad orientarmi. Tutti i corridoi sembravano uguali, era facile perdersi, specialmente se non c'erano più molti stregoni in circolazione ad aiutarmi a trovare la strada giusta.

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