🌹 1. Un risveglio inaspettato 🌹

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"La vita,
un'inaspettata bellezza
nei suoi repentini
cambiamenti."
#chiara_artemozioni

Si avvicina a me, appena mi scorge tra la folla di persone che cammina nella mia stessa direzione. I suoi occhi sognanti mi fissano. Mi saluta in lontananza e a pochi passi da me si ferma.

Non proferisce parola, continua impassibile a guardarmi, se non fosse per quel suo tic.

Si mordicchia il labbro superiore come è consono fare quando è nervoso o imbarazzato.  Aumenta l'intensità mentre abbassa lo sguardo a terra per qualche istante.

«Amore» mi interpella e il mio cuore sussulta. Cosa vuole dirmi? Lo guardò con gli occhi pieni di speranza e mi avvicino a lui.

In lontananza una canzone si fa sempre più insistente e distoglie la mia attenzione da questo magico momento.

Il panorama davanti ai miei occhi cambia all'improvviso.

Lui svanisce nel nulla e mi rendo conto di averlo sognato ancora una volta.

«E basta!»
Ogni mattina è sempre la stessa storia! Continua a suonare imperterrita e mi sveglia sempre nel bel mezzo di un sogno!

Il ricordo dei suoi occhi si è volatilizzato con le note insistenti di Let's go home together, che pian piano aumentano rendendomi impossibile il sonno.

Perché non si spegne da sola? Vorrei dormire.

Cerco invano di individuare il cellulare, ma non trovo il comodino. E nemmeno l'interruttore della luce...Maledizione! Mi ero completamente dimenticata di essere in trasferta.

Mi rigiro nel letto, dopo aver finalmente spento questa tortura. Vorrei sfruttare gli ultimi minuti di tranquillità di questa mattina.

Non voglio andare in ufficio e nemmeno pensare a cosa mi aspetterà.

Chiudo gli occhi e ritorno a concentrarmi su di lui.

Lo posso vedere di nuovo davanti a me.

I suoi capelli scuri e arruffati come la prima volta che l'ho visto.

I suoi occhi profondi fissano i miei, neri e sognanti.

Le sue labbra carnose, leggermente inclinate a mascherare un sorriso, mi fermo a contemplarle.

Arriccia il labbro e prova a parlarmi.

Sento solo una musica insistente nelle orecchie mentre vedo lui muovere le labbra.

Svanisce ancora una volta nel nulla quando la sveglia aumenta il tono della suoneria continuando a starnazzare all'impazzata e facendomi ritornare con i piedi per terra.

Che giorno è oggi?

La sveglia, accidenti a me! Ha suonato pure la seconda, sarò in un ritardo disarmante ormai.

Scatto sull'attenti preoccupata di non farcela ad arrivare a lavoro in tempo. Se non ricordo male ho una riunione alle nove in punto.

«Ahio!» Possibile che nell'alzarmi dovevo sbattere proprio sulla ringhiera del letto? Povero il mio ginocchio, mi fa un male atroce.

Ho ancora gli occhi impastati dal sonno e, nonostante mi ostini a stropicciarli, fatico ad aprirli.

Lui, è sempre nei miei pensieri. Fortuna che avevo deciso di non avere più uomini nella mia vita, altrimenti come sarebbe andata? Gli sarei cascata tra le braccia la prima sera che siamo usciti insieme?

Non voglio nemmeno pensarci.
Smettila Camilla, mi ammonisco.

Mi stiracchio nella speranza di riuscire a svegliarmi, invano. Ho male al collo e alla schiena.

Il cuscino, quel maledetto cuscino che mi sono ritrovata qui ieri sera, mi ha distrutta. Dovevo rendermi conto che è troppo basso per me, perché non ho chiesto di sostituirlo?

Ero troppo stanca, il viaggio è stato estenuante e non finiva più. Una tragedia.

Ho tardato l'arrivo di ben quattro ore! Ero esausta. Ho guidato senza sosta per tutto il giorno e sono arrivata giusta per l'ora di cena, nonostante mi aspettassero in ufficio nel primo pomeriggio! Tutta colpa del traffico e di quell'inaspettato incidente.

E lui non c'era.

Non si è presentato al ristorante, come avevamo concordato o almeno così ricordavo di aver fatto.

Non si è nemmeno degnato di scrivermi. Ho sperato fino all'ultimo momento di vederlo arrivare, ma non è andata come speravo. Ho cenato in compagnia di una sedia vuota e il chiacchiericcio dei vicini che discutevano animatamente sulla partita di calcio che stavano trasmettendo alla televisione. È stato noioso e triste. Mi sono ritrovata a rimuginare su quanto mi sentissi sola senza di lui.

Quante sere avevamo passato insieme, a ridere e scherzare, dopo esserci conosciuti.

I suoi lunghi monologhi filosofici, costellati di aneddoti sul professore preferito di quando andava alle superiori, avevano riempito le serate che avevo trascorso con lui e in quel momento mi mancavano da morire. Avevano sempre fatto da intro alle nostre interminabili chiacchierate sugli argomenti più disparati, tutti quelli che ci passavano per la testa.

L'ho conosciuto solo qualche settimana fa e ora non riesco più a togliermelo dalla testa.

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Angolo autrice:
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A presto,
Chiara
#chiara_artemozioni

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