🌹 10. L'incertezza dell'amore 🌹

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"Cosa fare quando
il tuo cuore spezzato
ritorna a battere?"
#chiara_artemozioni

Era lui. Gli aveva passato il numero un suo carissimo amico, nonché collega, per il semplice fatto che io, a quanto pare, avevo dimenticato il mio Block Notes in ufficio. Sorrisi leggendo il messaggio e poi scoppiai a ridere. In quell'istante mi ricordai con amarezza che l'ultima volta che mi ero ritrovata a ridere era proprio con lui, l'ultima cena che avevamo passato insieme. Era una palese scusa il Block Notes per non dare nell'occhio ed evitare commenti inopportuni da parte dei nostri colleghi: non avevo mai avuto un blocco per gli appunti in vita mia, amavo scrivere le mie To Do List direttamente sul computer in modo da averle sempre con me. Chissà come gli era venuta in mente questa idea!

Mi vennero le lacrime agli occhi per la gioia quando lessi quel messaggio.

Camilla, sono Riccardo. Ho il tuo Block Notes nel caso lo cercassi. Ho visto che hai appuntato alcune cose importanti, quindi volevo farti sapere che è in buone mani. Appena torni a Torino te lo consegnerò. Magari avvisami quando sarai nei paraggi.

Fissai lo schermo del cellulare a lungo cercando di capire come rispondergli.

Non arrivai a trovare delle parole adatte per farlo, quindi lo chiamai la sera successiva e quella fu la nostra prima chiacchierata al telefono alla quale ne seguirono almeno una decina nei giorni successivi: una al giorno, compresi i sabati e le domeniche, fino all'altro ieri.

Le chiamate erano interminabili e avevamo sempre qualcosa da dirci. Non ero mai stata al telefono così tanto tempo con nessun altro.

Eppure lui l'altro ieri non c'era, nonostante sapesse che sarei ritornata.

Non si è nemmeno degnato di farmelo sapere.

"Tin, tin", sento dal cellulare mentre realizzo di essere rimasta a fissare lo schermo del cellulare, per non so quanto tempo, pensando a lui e ai nostri momenti insieme. Nel frattempo la tisana che è arrivata poco fa si è raffreddata e gli occhi mi si sono inumiditi. È Pamela, ma non mi va di leggere il suo messaggio. Riccardo mi manca... ahimè.

Esco dalla stanza per andare ad aspettare nella hall l'arrivo della cena che ho ordinato poco fa. Mentre cammino nei corridoi dell'hotel ritorno a pensare a Riccardo. Mi manca davvero.

Ricordo di avere ancora quella lettera che mi diede tra le mani l'ultima sera che ci eravamo visti. Lui era convinto di rivedermi il giorno dopo e invece non fu così. Nelle nostre innumerevoli chiamate provò a indagare, voleva sapere a tutti i costi se l'avevo letta e poi immagino si aspettasse una risposta da me che tardava ad arriva. Puntualmente preferivo evitare di sbilanciarmi e rimanere vaga.

«Non so di cosa tu stia parlando» gli riposi fingendo di non aver mai letto la lettera, nonostante l'avessi fatto ben più di una volta.

Traspariva amore tra quelle righe, un amore forte e altruista, un cuore grande e pieno di gentilezza. Aveva scelto le parole minuziosamente solo per me eppure tutto il suo amore non fece altro che allontanarmi per paura di rimanere scottata ancora una volta. Era facile stargli distante finché ero a Roma, anche se in realtà lo sentivo al telefono per parlare del più e del meno. Molto più complesso è farlo adesso, a Torino, dopo due giorni in cui lui si è volatilizzato.

Mi siedo nella hall e inizio a scorrere i post di Instagram sperando di dimenticarmi di lui e dei suoi messaggi, ma non c'è niente da fare perché ritornano periodicamente a disturbarmi.

Hey, hai letto la mia lettera?

È l'ultimo messaggio che si è degnato di scrivermi dopo essere piombato nel silenzio.

Non ancora, Riccardo. Lo farò a breve. Sappi che sarò a Torino domani sera, andrò a cena al nostro ristorante preferito. Ti aspetterò.

Gli avevo risposto speranzosa di vederlo e capire cosa avrei potuto rispondere a quella lunga lettera carica di emozioni forti e speranza che tanto mi aveva confuso.

Una lacrima solitaria cade sullo schermo del mio cellulare mentre realizzo che la mia titubanza possa averlo allontanato per sempre. Temo di averlo perso e tutto per non avere avuto il coraggio di rispondere alla sua domanda.

Quella domanda che tanto mi aveva riempito il cuore leggendola quanto mi aveva portato a voler cancellare il suo numero per timore di soffrire ancora.

Proprio in quell'istante lo schermo si illumina mostrandomi un messaggio. È appena arrivato. "Tin tin" sento prima di leggerlo. Mi manca il fiato. È lui.

Hey...sto arrivando. Ti va di cenare insieme?

Poche parole, veloci e concise, gioia infinita.

Sorrido. Non posso credere ai miei occhi. Non posso crederci e io che pensavo mi odiasse. È proprio lui.

Un'improvvisa sensazione di tristezza mi pervade inaspettatamente appena realizzo che sono due giorni che non si fa sentire. Leggo il messaggio lentamente più e più volte, non c'è un ben che minimo cenno al suo silenzio tombale né una giustificazione per non aver risposto ai miei ultimi messaggi.

Cosa faccio adesso?

Vorrei rispondergli male. Vorrei vederlo.

Caos. Confusione. Rabbia. Tabula rasa.

Non riesco a trovare le parole giuste.

Non ci riesco proprio.

Nervosa e in preda a un'insensata preoccupazione mi alzo improvvisamente. Mi dirigo di corsa al bagno e mi ritrovo a controllarmi il trucco davanti allo specchio. Nemmeno mi sono resa conto di aver camminato lungo i corridoi ed essere entrata nell'ascensore per raggiungere la camera 205, quella che mi hanno dato ieri a pranzo.

Possibile che questo ragazzo riesca sempre a mandarmi in tilt?

A quanto pare è una delle sue peculiarità e io...

Non ho nemmeno aspettato l'arrivo della cena e ora cosa mangerò?

Non credo che gli risponderò, meglio di no. D'altronde non me la sento proprio di vederlo. Ripeto in me questo mantra nella vana speranza di crederci, ma nel frattempo dove sto andando?

Quanto vorrei saperlo.

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Angolo autrice:
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Chiara
#chiara_artemozioni

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