🌹 9. La ricerca della felicità 🌹

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"Un secondo,
Un istante,
E tutto cambiò
Nella mia vita"
#chiara_artemozioni

La prima settimana che passai insieme a lui fu un tripudio di emozioni ed ero piuttosto certa di non aver rovinato tutto né per la domanda sciocca che gli avevo fatto la prima sera che eravamo usciti insieme né per la mia spasmodica voglia di tenerlo a distanza durante le giornate che passavamo in ufficio.

Alla sera era come se nulla ci potesse turbare, tutte le volte che uscivamo insieme c'eravamo solo io e lui e nessun altro. Senza volerlo iniziammo a conoscerci.

Ogni cosa sembrava meravigliosa quando ero con lui e speravo con tutta me stessa che ogni serata non finisse mai.

Mi stavo avvicinando a lui più di quanto avrei mai voluto e mi impuntavo a volerlo tenere a distanza in ufficio anche se puntualmente mi si spezzava il cuore vederlo triste a causa di questo mio comportamento bislacco. Non volevo ferirlo, ma era più forte di me. Alla sera invece era diverso. Eravamo solo io e lui e le nostre risate.

Con il passare il tempo io ero sempre più tranquilla mentre lui diventava più nervoso. Raggiunse l'apice alla quarta cena successiva, la nostra ultima occasione per stare insieme quella settimana prima del mio rientro a Roma. Era giovedì e lui volle a tutti i costi passare a prendermi in hotel, non si dava per vinto. Appena mi vide mi abbracciò con fare impacciato e da quel momento non smise mai di parlare, nemmeno un secondo. Si perse lungo il tragitto un numero considerevole di volte, ma stranamente non mi arrabbiai mai, anzi cercai di aiutarlo pur non avendo idea di dove fossimo realmente. Ahimè, erano le prime settimane che mi fermavo a Torino e non l'avevo mai vista prima di allora.

Era bello però poterla scoprire con lui, sera dopo sera, nelle lunghe camminate che ci concedevamo dopo aver cenato insieme. Quella sera finimmo nella parte opposta della città, rispetto a quella che lui aveva in mente.

Saremmo dovuti andare ad un ristorante che gli aveva consigliato un'amica e invece finimmo in una landa desolata dove a fatica riuscimmo a trovare un posto dove cenare ma non ci diedi peso, questa particolarizza mi intenerì. L'importante era passare del tempo con lui, riuscivo a divertirmi e sentirmi me stessa. Non dovevo affatto fingere ed era una piacevole sensazione che poche altre volte avevo potuto concedermi. nonostante la sua palese vergogna per essersi perso.

Il giorno dopo ritornai a casa e contro ogni mia volontà mi ritrovai a pensare a lui in più di un'occasione. Più e più volte sentii l'impulso di scrivergli o chiamarlo, ma non ci riuscii perché non avevo il suo numero. Volevo tenerlo a distanza ma allo stesso tempo avrei fatto di tutto per poterlo contattare. Avevo perfino pensato di scrivergli nella chat di lavoro, ma riuscii a resistere.

Rimasi a Roma due settimane, le più lunghe della mia vita nonostante cercassi con ostinazione di riempirle con una miriade di attività. Ritornai il lunedì mattina della terza settimana, convinta che tutto fosse ormai passato. Mi ero persuasa di poter resistere alla sua presenza, invece, appena lo notai in lontananza, sentii una strana morsa allo stomaco.

Mi sorrise quando gli passai davanti e gli brillarono gli occhi nel vedermi. Mi sciolsi inaspettatamente.

Era felice e mi sembrò strano considerando come mi ero comportata con lui.

Non mi cercò durante il giorno, mantenne la distanza, ma appena andarono via tutti, sapendo che ero ancora in ufficio, venne a trovarmi e mi chiese di uscire. Accettai con gioia pur di non rimanere da sola a cena, almeno questo fu il motivo che con ostinazione continuai a ripetermi mentre parlavo con lui. In cuor mio stavo realizzando che non era l'unico motivo per cui avevo acconsentito.

Fu una settimana meravigliosa. Cenammo insieme tutte le sere, saltammo solo una sera perché avevo un impegno di lavoro a cui lui non era stato invitato. Mi ripetevo con assiduità che lui era solo un collega e nulla più, ma non c'era niente da fare, con mio incredibile stupore, mi resi conto che qualcosa in me stava cambiando. Era sempre più piacevole passare del tempo con lui e non volevo crederci.

Ero rimasta piacevolmente colpita anche dai sui innumerevoli cambiamenti: stava dimagrendo, si era tagliato i capelli e prestava molta più attenzione ai vestiti che sceglieva di indossare, si preoccupava di me e con attenzione studiava ogni mio gesto e tentava di ricordarsi qualsiasi cosa dicessi.

Questi cambiamenti non passarono inosservati ai miei occhi sognanti e contribuirono ad aumentare la stima già molto alta che avevo di lui. Quella settimana fu incredibile.

Poi lui partì inaspettatamente per Helsinki, giovedì nel tardo pomeriggio, e io non riuscii nemmeno a salutarlo. Il motivo era una trasferta di lavoro non pianificata.

Alla sera rimasi attonita nel constare la sua assenza. Fissai la sua scrivania vuota per qualche minuto prima di rendermi conto che lui non c'era e che probabilmente non sarebbe rientrato.

La settimana successiva rimase con lo stato "non disturbare" nella chat di lavoro. La sua mancanza si faceva sentire sempre più forte in me ogni giorno che passava.

Nonostante mi ostinassi a non pensare a lui, alla fine lo facevo lo stesso e le serate in cui rimanevo da sola pur essendo a Torino mi sembravano ancora più vuote di quanto non lo fossero già prima di conoscerlo, cosa mi stava succedendo? Possibile che stessi cadendo nuovamente nella morsa dell'amore dopo quello che mi era successo con Alberto?

Dovevo essere pazza eppure il mio cuore perse un battito quando una sera un paio di settimane dopo l'ultima volta in cui ci eravamo visti, mi arrivò un messaggio da un numero sconosciuto e capii che si trattava proprio di lui.

Non potevo crederci.

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Angolo autrice:
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#chiara_artemozioni

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