•9• Do I make you nervous?

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-Un ragazzo? Te l'avevo detto che avresti fatto strage di cuori!-

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-Un ragazzo? Te l'avevo detto che avresti fatto strage di cuori!-

La solita esagerata.

Con un computer davanti, le unghie che picchiettano sui tasti e il solito look da avvocatessa contro la quale non mettersi, mia madre è estasiata perché venerdì, ovvero stasera, esco con Jacob.

-Mamma, non ho fatto nessuna strage, è solo un ragazzo a cui non sono nemmeno sicura di piacere- borbotto, appoggiando i gomiti sulla penisola della cucina.

Anche se Jack dà dei segnali molto chiari, non posso essere certa di piacergli.

Mia madre alza lo sguardo dal pc, accigliata.

-Arya, non tutti i maschi di diciassette anni guardano quello- spiega, alludendo alle mie forme da ragazzina. -Un giorno troverai un ragazzo che ti amerà per ciò che hai dentro, e, se nessuno riuscirà vedere il tuo cuore d'oro, sono tutti dei gran coglioni- conclude, come se avesse appena vinto una causa in tribunale.

Mi lascio andare ad un sorriso, per poi lasciare un abbraccio frettoloso a mia mamma, beandomi del profumo costoso che ha sul collo.

-In ogni caso, viene a prenderti lui o devo portarti io?-

Corrugo la fronte, pensierosa per l'osservazione di mia madre.

-Non ne ho idea, aveva detto che ci avrebbe pensato lui...- mormoro.

-Basta che me lo dici. Ora va' a vestirti- esclama, facendomi l'occhiolino.

Corro in camera mia, spalancando l'armadio, cercando qualcosa di decente da mettermi.

Mi infilo il primo vestito abbastanza carino che trovo, e dopo mi osservo nello specchio.

Sarebbe stupido dire che mi sento insicura solo per l'uscita con Jacob. È sempre stato il mio corpo il problema.

Le mie ossa si vedono troppo, persino con l'abito addosso. Non c'è niente che io possa fare per far sembrare più grandi i miei seni, niente perché io possa essere come tutte le altre.

Il mondo mi ha fatto odiare me stessa, il mio fisico, con quegli standard di bellezza del cazzo.

Devi essere magra, ma devi avere le forme. Non puoi pesare qualche chilo in più, altrimenti sei grassa. È sbagliato, tutto questo.

Mi porto gli indici e i medi di entrambe le mani sulle tempie, per poi massaggiarmele inspirando profondamente. Ritrovo la pace mentale, poi mi dirigo in bagno per truccarmi.

Vengo distratta dall'applicazione del lucida labbra quando suona il campanello di casa.

Mi affretto di sotto, trovando mia madre a parlare con Jacob, appoggiato allo stipite della porta d'ingresso con un gomito, scompigliandosi i capelli color inchiostro.

-Jacob- saluto, ancora sulle scale.

Il petto e le spalle larghe sono racchiusi in una camicia bianca, mentre le gambe lunghe sono fasciate da dei pantaloni neri.

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