1) L'incontro

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“Ti sei calmato?”

Simone si sente in dovere di contare almeno fino a cinque, prima di distogliere lo sguardo dal finestrino dell’aereo e voltarsi verso di lui, che comunque riusciva a vedere un po’ dal riflesso del vetro.

Ha sempre odiato essere in ritardo, ed esserlo in aeroporto, arrivare giusto al limite della chiusura del gate, lo aveva fatto andare su tutte le furie. Più del ritardo e della corsa, a innervosirlo era stato senza dubbio l’atteggiamento del suo fidanzato che lo aveva additato come rompicoglioni, esagerato, precisino, ansioso.

“No, non mi sono calmato”
“Stai facendo l’isterico. Ti vuoi rilassare? Siamo sull’aereo, hai visto? Seduti, in volo.”
“Sì, perché ho dovuto trascinarti fuori casa di peso, a un certo punto. E non dirmi che sono isterico perché inizio a fare veramente il pazzo”
“Cristo, Simone. Vogliamo veramente iniziare questa vacanza così? Dimmelo subito, perché appena scendiamo riprendo il primo aereo per l’Italia”

Gliel’aveva detto milioni di volte, che c’erano delle occasioni in cui il ritardo non doveva essere nemmeno contemplato lontanamente, ma lui non gli aveva mai dato ascolto.
Simone sarebbe stato disposto ad ammorbidirsi scendendo a compromessi con la puntualità, e nel tempo l’ha decisamente fatto, ma non fino al punto di dover correre con il fiatone verso il gate, con il rischio di perdere soldi inutilmente e anche tempo.

“No, non voglio iniziare una vacanza così, Ale, ma sembra che ti impegni ogni volta a farmeli girare” sussurra per non farsi sentire dagli altri passeggeri.
“Dai…”, Alessandro si sporge un po’ verso di lui, fino a sfiorare con il naso il collo di Simone che già sa come verrà chiusa questa storia. Nell’unico modo che conoscono, che gli riesce bene, in cui hanno più punti in comune: il sesso. “Mi faccio perdonare, appena atterriamo”. E Alessandro che gli respira sul collo, alludendo a tutto quello, lo fa cedere a un sorriso prima di infilarsi le grandi cuffie wireless e schiacciare play su un podcast di true crime.

Alessandro glielo dice sempre che è inquietante, quando ascolta “Quella roba lì”, ma Simone ha una libreria Spotify piena di download pronti per ogni occasione.
Di tutte le sue passioni, forse una o due può condividerla con l’altro: tutto ciò che gli piace leggere, ascoltare, guardare, fare, per Alessandro è sempre tutto troppo serio, triste, eccessivo.
Non gli importa troppo, comunque. Ci ha messo molti anni, affinché il parere degli altri non gli importasse più, e per quanto gli farebbe piacerebbe condividere passioni con il suo partner, è pienamente convinto delle sue scelte.

“Adesso sei tu che ci fai fare tardi”

Simone lo guarda malissimo, ricevendo una risata di tutta risposta. Se c’è una cosa in cui Alessandro è bravissimo è quella di farlo scazzare a comando. Un po’ perché lo diverte avere quelle reazioni non pacate come di solito, e un po’ perché gli piace sempre trovare il modo, successivamente, di arruffianarselo e farci pace.

“Si da il caso che quest’idea malsana del viaggio di gruppo è stata tua, io non ero d’accordo per una serie di motivi che ti ho elencato. Poi non so se li hai ascoltati”
“Li ho ascoltati, e li ho pure letti nei tuoi trecento messaggi in cui deliravi sulle tue pippe mentali inutili”
“Non sono pippe mentali inutili. E comunque non siamo in ritardo, posso almeno pisciare un attimo?”

Alessandro aveva spinto tanto per questo viaggio organizzato. Bastava scegliere la meta, l’aeroporto di partenza che poteva essere diverso per ogni membro, e poi pagare. Al resto, ci avrebbe pensato l’agenzia online.
E un tipo estroverso come Alessandro aveva sempre avuto questo sogno, in modo da poter conoscere persone nuove. Simone non era d’accordo, e non solo perché non è così tanto estroverso come lui: alla fine, poi, riesce ad esserlo nonostante abbia bisogno di una spinta.

(Pensavo fossi) Solo di passaggio ||  Simuel Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora