14) Libero

831 56 12
                                    

“Possiamo parlarne senza che tu vada di nuovo a chiuderti in bagno?”
“Dovevo piscià, nun se po?”

Simone sa benissimo che non è vero; ha imparato, in queste settimane, che Manuel si ammutolisce ogni volta in cui è nervoso o semplicemente agitato -anche positivamente.

Sono entrambi stesi sul letto, un po’ distanti, e Simone vorrebbe esplodere perché non crede sia un argomento per il quale discutere.

“Senti, tu hai ragione. Alessandro sta esagerando, ma probabilmente l’avrei fatto anch’io se avessi scoperto certe cose”
“Ah, sì? Quindi me devo spaventà? Vuol dire che se un giorno non t’amassi più e me rifacessi na vita, tu staresti lì a rompe er cazzo dalla mattina alla sera e a insultamme?”
“Ma che c’entra…”
“C’entra. E comunque te lo dico io: non lo faresti. Non lo farebbe nessuno sano di mente, lo farebbe solo un maniaco del controllo. Insulta te, insulta me, insultasse mpo sua madre, sto coglione…”
“Ma dice cazzate, non puoi prenderlo sul serio”
“Sta lì a dirti che con me puoi solo scoparci, se per te va bene alzo le mani. A posto così”
“Ma io lo so che non è vero, perché dovrei incazzarmi? Lo ignoro e finisce lì”
“No, non finisce lì. Perché ogni giorno cerca un contatto con te e sinceramente inizio a rompermi i coglioni”

Simone lo guarda, avvicinandosi leggermente a lui.
“Sei geloso?”
“Ma che geloso? De chi? De quello?”
2“Eh.” Sorride appena, anche se non vorrebbe farsi vedere.

Manuel si alza con la schiena, avvicinandosi anche lui ma senza sorriso.
“Pensi io ti dica ste cose per gelosia?”
“Non lo so, era una domanda la mia”
“Non sono geloso di un coglione del genere. Ti ho solo detto di mandarlo a fanculo perché non può farti sentire in colpa ogni giorno della tua vita. Hai ammesso le tue colpe, hai chiesto scusa, fine. Non hai ucciso nessuno. E smettila di pensare che te la meriti, tutta quella merda che ti butta addosso. Ti sta dando del poco di buono che si farebbe scopare da chiunque. Testualmente, ti ha scritto FATTI FOTTERE DA QUELL’ALTRA MERDA, TANTO SEI BUONO SOLO A QUELLO. Se a te sta bene, ok. Che te devo dì? Fatte trattà così” torna a stendersi, questa volta girandosi per dargli le spalle.

“Ok, hai ragione…”
“Certo, che c’ho ragione”
“Se continua, vado a cercarlo e ci parlo”
“No, co uno del genere non c’è bisogno de parlà. Vado nel suo studio e gli spacco la faccia. Così vedi, come risolviamo…”

Simone si avvicina di nuovo, si posiziona dietro di lui a cucchiaio, gli circonda il corpo con un braccio e poggia una sua guancia su quella dell’altro.

“Tu non devi spaccare la faccia a nessuno. Però ti prometto che non mi faccio trattare più così. Mh? Possiamo non discutere per questa cosa, per favore?”

Cerca di baciarlo, e basta pochissimo affinché Manuel ceda a quel contatto. Si gira con il corpo, restando incastrato tra le sue braccia, e asseconda il bacio. Asseconda ogni cosa, tutto quello che vogliono entrambi su quel letto.

Lo sanno entrambi che non hanno solo il sesso dalla loro parte, perfino un insicuro come Manuel. Sa di amarlo, sa di aver ritrovato lentamente quella confidenza che cresce ogni giorno sempre di più.

***

“Buongiorno”, Manuel arriva in ufficio. È lunedì, ed è già nervoso perché il lunedì è un giorno di merda, ma avere Luigi davanti agli occhi rende tutto più difficile.
Ha un colloquio, nel pomeriggio, e per questo gli aveva già scritto di avere un impegno improrogabile e che aveva bisogno di un permesso.  Luigi non gli aveva nemmeno risposto, e sa già che è nervoso per questo.

“Manuel, oggi mi servi in azienda”
“Non ti servo, lo sai benissimo anche tu”
“Non te l’accordo, sto permesso”
“E io me lo prendo, perché me serve e non t’ho mai chiesto niente, mai un favore. Sono anche arrivato prima per questo”
“Che devi fare?”
“Non penso ti riguardi…”
“Lavori per me. Mi riguarda eccome”

(Pensavo fossi) Solo di passaggio ||  Simuel Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora