11) Vittoria

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Appena Simone apre gli occhi, realizza tutto quello che è realmente successo. Vede Manuel accanto a lui, infastidito dalla sua sveglia che lo fa borbottare e rigirare nel letto.

“Che sveglia di merda…” sussurra, facendolo ridere mentre si stropiccia gli occhi totalmente assonnato.

“Non la cambierò mai, è l’unica che sento”
“Mettete qualcosa per l’udito, Simò. Sta a volume 800” Manuel ha ancora gli occhi chiusi, rannicchiato sotto le coperte, completamente nudo esattamente come lui.

“Che rompicoglioni. Buongiorno” si avvicina al suo viso, lasciandogli un bacio sulle labbra.
“Che ore sono?”
“Le sette meno un quarto”
“Cristo…”
“Non posso saltare il lavoro, se no mi fanno fuori”
Ora Manuel apre un occhio, guardando Simone accanto a lui che sorride come se avesse davanti un bambino con il broncio che non vuole svegliarsi. Effettivamente è così, perché Manuel odia svegliarsi presto la mattina, nonostante abbia dovuto arrendersi al fatto di doverlo fare, negli anni.

“Che c’hai?” glielo chiede perché davanti a sé, oltre ad avere un bambino con il broncio, ha anche un adulto che gli sembra confuso. Un po’ lo è anche lui, non era mai capitato che si svegliassero insieme e fino al mattino precedente entrambi si svegliavano accanto a qualcun altro.

“Niente, mi sembra solo strano…”
“Strano come?”
“Strano bello. Ma comunque strano”
“Lo so, però l’importante è che sia bello” gli lascia un altro bacio, prima di alzarsi controvoglia.

“Faccio una doccia al volo, se vuoi scendiamo a fare colazione insieme dopo”
“Io non lo so, che cazzo devo fare…” non sa niente, Manuel. Il giorno precedente era scoppiato quel casino con Vittoria, e non ha idea se debba presentarsi a lavoro anche lui.

“Chiediglielo.” Simone capisce cosa intende.
“Me sputerebbe in faccia, se potesse”
“Mi è sembrata una persona intelligente. E il lavoro è un’altra cosa”
“Sì, ma non quando lavori nell’azienda del padre e tu l’hai lasciata a nove mesi dal matrimonio” sbuffa, afferrando il telefono tra le mani mentre Simone sparisce velocemente in bagno per entrare in doccia.

Non deve nemmeno sforzarsi troppo, perché trova un messaggio di Vittoria che lo spiazza totalmente: -Ci ho pensato tutta la notte, non ho chiuso occhio. Me la vedo io, con mio padre. Al momento ho bisogno di tenere per noi tutto questo casino, quindi vai a lavoro. Poi pensiamo a come fare. In pausa pranzo vengo in ufficio da te, dobbiamo parlare.- si sente un peso di meno addosso, dopo aver letto questo messaggio.

D’altra parte, però, si sente anche doppiamente in colpa. L’ha distrutta, e lei invece pensa a lui. Lo fa anche per egoismo, perché ne ha bisogno lei, ma in questo bisogno non c’è quello di distruggerlo.

-Va bene, ti aspetto oggi. Grazie, Vitto-  risponde velocemente, alzandosi poi dal letto per entrare in bagno senza nemmeno bussare.

“Simò”
“Ohi, dimmi”
“Me sento na merda”

Simone chiude l’acqua, aprendo lo sportello della doccia per guardarlo.

“Che è successo?”
Gli mostra lo schermo del telefono, con il messaggio di Vittoria su Whatsapp.

“Te l’avevo detto, che è una persona intelligente. Stai tranquillo, Manu… vai e poi ne parlate. Si trova una soluzione”
“Io non lo so se voglio tenermi sto lavoro…”
“Magari te lo toglie lei tra un po’, però adesso vai e fai finta di niente con gli altri. Poi ne parlate bene e decidete cosa fare”

Manuel sa che è l’unica cosa che potrebbe effettivamente fare, nonostante tutto, e per questo entra in doccia anche lui, appena Simone finisce. Si preparano, scendono giù a fare colazione, e poi ognuno si dirige verso il proprio lavoro.

(Pensavo fossi) Solo di passaggio ||  Simuel Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora