Capitolo 9

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Dopo ogni notte, risale la luce con ogni sua verità. Dell'evento tenutosi all'Hope se ne parlava ovunque. Gli account social culinari erano colmi di belle parole per gli aspiranti imprenditori. Il loro intento non era di essere i più popolari della città, bensì quel sogno che condividevano, era una sfida verso sé stessi. Una scommessa che avevano deciso di giocare.

E mentre tutti si congratulavano con loro per il duro lavoro svolto e per la passione e la volontà impiegataci in quei mesi in cui la speranza non li aveva mai abbandonati; intanto in un supermercato qualunque Jungkook e Namjoon erano impiegati nel fare la spesa. In realtà il minore lo aveva solo accompagnato, era stato trascinato via dalla sua usuale corsetta mattutina.

"Jungkook-ie..." Richiamò dolcemente la sua attenzione Namjoon osservando attentamente dei prodotti sullo scaffale.

"Joonie-hyung." Rispose lui osservandolo con occhi da cucciolo.

"Non mi hai più detto come stanno andando le sedute dalla dottoressa." Si girò a guardarlo con un sopracciglio alzato. Namjoon aveva sviluppato, nel tempo, un istinto di protezione nei confronti di quel ragazzo che, delle volte, sembrava essere il padre, non che questo dispiacesse a Jungkook. Infondo il ragazzo non oltrepassava mai quella sottile linea del suo ruolo e questo faceva sentire Jungkook amato. Nonostante avesse perso il significato di quella parola ormai da tanto tempo.

Gli occhi grandi del ragazzo si abbassarono sotto lo sguardo protettivo del maggiore. Si spostò dalla linea di tiro di quegli occhi e, improvvisamente, il carrello era un ostacolo per quel nessuno che doveva passare, così si sbrigò a spostarlo. Namjoon lo seguì con la scusa di posare quel barattolo di olive che il suo compagno tanto amava e che gli aveva pregato di ricordarsi, così i suoi occhi tornarono su Jungkook che, se pur in silenzio, lo sentiva spronarlo.

"Beh..." Prese coraggio. "Non ho idea di cosa potrei mai parlarle. Non ho niente da dirle in realtà." Si grattò il capo spostandosi.

"Davvero Jungkook?" Chiese voltandosi di colpo l'altro.

"Va bene, si. Ci sarebbe tanto da dire." Alzò gli occhi al cielo marcando la parola <tanto>. Era consapevole della cavolata che aveva detto. "Ciò non vuol dire che io voglia parlarle." Puntualizzò come un bambino in preda ai capricci.

"Avevi detto che ci avresti provato questa volta." Riportò alla luce un discorso che solo poco tempo prima i due avevano affrontato.

"Infatti è così!" Ammise il ragazzo iniziando a camminare a fianco del suo amico tra i reparti del supermercato. Il suo respiro era pesante. Non poteva spiegarlo. Non ci riusciva. "Per non sentirmi completamente una merda vado ad ogni appuntamento e li pago, giusto per farle capire che sono vivo e che esisto." Puntualizzò.

Il maggiore scosse la testa arrendendosi a quella testa dura del suo amico. "Deve essere una santa." Commentò in seguito.

"È abbastanza simpatica, sai?" Prese il discorso come se stesse raccontando un pettegolezzo su un loro caro amico. "L'altro giorno, quando sono tornato nel suo ufficio, abbiamo avuto una piacevole chiacchierata." Sorrise. "Prima di entrare avevo notato un tipo: figo, di bella presenza, sembrava uno di quelli importanti." Gli mimò la figura dell'uomo esagerando nei movimenti per enfatizzare l'uomo dalla puzza sotto il naso, come li catalogava lui. "Alla fine ho scoperto fosse il suo futuro sposo." Era tutto fiero di quell'istinto da detective impiccione o nonnina da quartiere, fate un po' voi per il soprannome. "Da uomo mi sono sentito in dovere di dirle che, l'anello che le aveva regalato era alquanto squallido." Fu a quelle parole che Namjoon smise di osservare gli scaffali in cerca di chissà quale pietanza per girarsi ad osservare, sconfitto, l'amico. Non era sicuro di voler continuare ad ascoltare. "Ci si sposa una sola volta e lui le ha regalato un anello sciatto. E credimi Joonie, è uno che va in giro con l'autista, quindi poteva permettersi qualcosa di più importante. Non l'anello vinto alla fiera." Come una reginetta puntò le ruote del carrello al corridoio successivo e riprese la marcia della spesa con il suo amico allibito.

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