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L'arte rinnova i popoli e ne rivela la vita

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L'arte rinnova i popoli e ne rivela la vita.
Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l'avvenire.

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1: grand pas de deux

Palermo, 26 Luglio 2018.

La platea del Teatro Massimo disponeva di una speciale ruota simbolica, ove i suoi dipinti rappresentavano il trionfo della musica e, illuminata dalle luci che la sala predisponeva attorno la platea, dava l'impressione di prendere vita. Il giorno e la notte non esistevano. Il tempo al suo interno sembrava non passare mai.

Dal palco provenivano i passi delle ballerine, che con le loro punte seguivano il ritmo della musica. L'insegnante scrutava ogni minimo dettaglio con sguardo tagliente. La sua attenzione era mirata prettamente alle più giovani. Ragazzine di piccola età che pur di fare buona impressione trattenevano la loro ansia e i loro timori come una grossa e presuntuosa apnea.

«Stop!» la stridula voce di Vittoria, echeggiò per tutta la platea, seguita dall'arresto della musica. Si strofinò le dita sulla fronte, sospirando profondamente.

«Qualcosa non va?» azzardò a domandare Marlena, spezzando quel momento d'angoscia piombato all'improvviso.

Vittoria salì ad ampi passi sul palco e affiancò la più grande.
«Non va la parte più essenziale del balletto» sputò stanca, quella sera lo aveva ripetuto fin troppe volte, come se stesse partecipando alle prove di una scena teatrale. E sperava con tutta sé stessa che quella fosse l'ultima e quella buona.

Con un'occhiata comprensiva alle sue compagne, ormai estenuate, Marlena diede il via all'ultima prova della giornata.

Questa volta, tutto sembrava andare come richiesto e Vittoria sembrava pian piano liberarsi dal peso del suo stress.
Le ballerine eseguirono gli ultimi passi e sollevate dall'esser riuscite a terminare senza ulteriori intoppi si concessero un bel applauso.

Mentre tutte raccoglievano le proprie cose nello spogliatoio da infilare frettolosamente nei borsoni, Vittoria annunciò le date in cui avrebbero dovuto avere lo spettacolo e si raccomandò di trovare tutte in splendida forma per accompagnare le due tappe di un famoso trio italiano nel loro teatro: Il volo.

All'uscita Marlena rimase ad aspettare che tutte le sue compagne più piccole tornassero a casa in compagnia di un adulto. Conoscendo quanto possano essere pericolose le strade del centro città a quell'ora. Nel frattempo, controllava i social annoiata. Rispose ad alcuni commenti sotto il suo ultimo post e cercò il profilo del "famoso trio" per curiosare un po'.

Mise like a qualche foto mentre scorreva i post e successivamente posò il telefono in tasca prima di dirigersi alla sua auto per tornare a casa.
Fermata al semaforo, ordinò qualcosa da asporto e notò una notifica da instagram.

" barone_piero ha iniziato a seguirti "

cliccò sbadatamente su di essa e aprì il profilo di quest'ultimo.
Dalla sua bio, capì di essersi imbattuta in uno dei tre membri del profilo precedente.

Prima di poter decidere se ricambiare il segui o meno, venne richiamata dal clacson dell'auto dietro che la incitava a partire. Tornò a casa e nello stesso attimo in cui parcheggiò, il ragazzo delle consegne suonò al citofono. Scese dalla macchina, attirando l'attenzione del fattorino.

«La pizza è la mia, sono arrivata con ottimo tempismo» si avvicinò alla figura del ragazzo prendendo dal portafoglio i soldi. «È la prima volta che qualcuno ordina da asporto mentre deve ancora tornare a casa» disse ridacchiando, porgendole la pizza e non smettendo di guardarla.

Prima che potesse aggiungere altro, Marlena lo liquidò presto e rientrò in casa, lasciò la pizza sul tavolo della cucina e si tolse il cappotto. Le vennero incontro Totta e Moira, le sue sorelle minori. Si diedero un bell'abbraccio prima di sedersi a tavola e iniziare a raccontarsi un po'.

Buttando via il cartone della pizza e pulendo il tavolo, Totta la guardò con sguardo da cucciola tipico di quando vuole chiedere qualcosa ma non ne ha il coraggio. Le cose erano due, sapeva di ricevere un no come risposta ma vuole provarci pur di non averne il rimorso.
Marlena poggiò i gomiti sul bancone davanti a lei e piegò le labbra in un sorriso, spronandola a parlare.

«Non voglio più fare calcio» iniziò. Marlena annuì prendendole la mano, accarezzandole il dorso. «Mi piacerebbe fare latinoamericano con Moira» ammise Totta.

«C'è un motivo che ti ha spinto a prendere questa decisione?»

Totta aveva un carattere molto forte per la sua prematura età. Questo Marlena lo sapeva bene. Ma le fragilità incerte che si ha a quell'età non lasciano scappare nessuno. Nemmeno una Totta testarda e ambiziosa.

Ritirò la mano a quella domanda, come una tartaruga tira la testa dentro al guscio, e sospirò affranta. Marlena non avrebbe mai permesso nessuno al mondo di farle del male, ma quando succedeva qualcosa sotto il suo naso (quasi mai, vista la sua estrema attenzione per le due più piccole) la lasciava sfogare per poi ricordarle che un giorno quel dolore le sarebbe stato utile.

«Non voglio più impressionare qualcuno con i miei goal, voglio impressionare i giudici con il mio modo di ballare» sputò tutto in una volta, tornandola a guardare negli occhi con i suoi pieni di emozione «E tu sai come si ci sente».
Lasciò che si sfogasse con le lacrime, non spiccicò parola fino a quando non l'avrebbe vista più calma. La sua irascibilità nei momenti come questi era paragonabile a una polveriera, capace di esplodere anche con una piccola scintilla.

Le accarezzò una spalla, scuotendo la testa in negazione.

«Io non ballo per impressionare, Totta. Io lo faccio per esprimermi».






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eccoci qui, è stato divertente scrivere questa breve introduzione. :D
xoxo, M.

𝐍𝐞𝐚𝐜𝐡-𝐆𝐚𝐨𝐢𝐥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora