"Sono più belli dal vivo?"
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6: gelato al pistacchio«Quindi in questi giorni sei stata impegnata con loro e non ci hai detto niente?»
Frida e Beatrice conoscevano Marlena dalle scuole superiori. Per via dell'università non potevano vedersi spesso ma, ciò nonostante, rimanevano in contatto ogni giorno.
Quel pomeriggio aveva accettato la loro proposta di uscire per passare un po' di tempo insieme, senza farsi mancare un bel gelato.
Si erano sedute in un tavolino all'esterno della gelateria dove nessun albero copriva la vista mare. Lì, dall'altro lato della strada. Il cielo era colorato da una sfumatura rosea che si mischiava con l'azzurro. Nell'aria si respirava il profumo del mare, che impregnava le pelli dei bagnanti rimasti ancora lì per rilassarsi. La strada era un via vai di persone che passeggiavano, di famiglie o coppie che ritornavano a casa con le mani piene di borsoni e la sabbia tra i piedi. A non lasciare vuota la spiaggia erano gruppi di adolescenti rimasti a divertirsi tra partite di pallavolo e schizzi d'acqua, liberi da ogni pensiero e apparentemente felici.
Marlena ogni tanto guardava in giro e raccontava gli impegni presi con il trio in quel mese, si fermava soltanto quando mangiava una cucchiaiata del suo amato gelato verdognolo.
Le sue amiche la guardavano incantate, sembravano due bambine in preda all'immaginazione di una storia raccontata; in silenzio, con le labbra schiuse e appena piegate all'insù.
«Sono più belli dal vivo?» continuò con le domande Beatrice, la più predisposta nel saperne di più. Entrambe le ragazze si poggiarono al tavolino in metallo freddo con i gomiti e con degli sguardi misti tra il curioso e il malizioso. Probabilmente, si aspettavano una qualche risposta su cui poterla prontamente prendere in giro fino alla fine dei suoi giorni.
Marlena ridacchiò a labbra chiuse. Poi alzò le sopracciglia in un'espressione altrettanto maliziosa, annuendo con il capo. Si mise a ridere guardandole scoppiare in uno sclero fangirlante.
«Non ridere, è un argomento serio!» urlacchiò Beatrice, schiaffeggiando amichevolmente il braccio dell'amica e unendosi poi alle loro fragorose risate.
Marlena non si perse a impregnare il ricordo dei loro sorrisi genuini tra i ricordi, guardandole con occhi dolci. Se avesse dovuto descriverle in poche parole avrebbe detto che Frida e Beatrice le ricordavano una versione di Desirée e Nadia a lieto fine, con un'amicizia vissuta e che non avrebbe cessato di esistere; in pratica una relazione che non sarebbe mai arrivata a un divorzio.
Frida era ambiziosa, sicura di sé e, forse, un po' troppo sincera. Ma si sa, anche le persone più brutalmente sincere hanno quasi sempre qualcosa da nascondere.
Non era una grande amante del contatto fisico e ripudiava qualsiasi sentimento nei propri confronti da parte di altri. È scappata di casa quando aveva diciassette anni, non ha mai voluto dirne il motivo e nemmeno raccontare cosa fece fino al suo diciottesimo compleanno.
Gli unici contatti li aveva solo con Bea e 'Lena.
Era appassionata d'arte, idolatrava artisti come Schiele e Munch; entrambi rappresentavano in maniera enigmatica la sua personalità e i suoi conflitti interiori.
I suoi occhi neri come l'infinito spazio mutato di stelle, si riempivano di galassie ogni qualvolta che sentisse la parola "arte". Proprio per questo aveva deciso di iscriversi all'accademia di Belle Arti, per colmare la sua passione e, forse, per sentirsi libera in un mondo simile a lei.
Al contrario, Beatrice era una persona estremamente egocentrica. Amava le attenzioni, le feste. E reputava lo shopping come suo rimedio psicologico. Possedeva un bel numero di seguiti su instagram e questo le permetteva di ricevere sponsor e infiniti regali da brand (la parte più bella del suo lavoro).
Era vista come la classica figlia di papà, brava a scuola, elogiata da tutti e selettiva con le sue amicizie. Un po' come Regina George.
Ma anche la sua realtà era completamente diversa.
Continuarono a chiacchierare fino a tardi pomeriggio, quando il sole era ormai del tutto calato.
Marlena proseguì verso casa in una serena passeggiata, le strade erano state appositamente chiuse per permettere ai cittadini di passeggiare in tranquillità tra la spiaggia e i locali. Da alcuni di quest'ultimi provenivano testi di canzoni sovrapposte alle altre, dando un ritmo confuso alle basi che si potevano distinguere solamente se si aveva la santa pazienza di concentrarsi a sentirle. Dall'esterno si notavano gruppi di ragazzi cantare ancora a squarciagola mentre si davano forza a vicenda per non cadere, seguiti dai più disperati che li avrebbero riaccompagnati a casa nel bel mezzo della notte.
Si respirava un'aria di allegra spensieratezza, quella che Marlena aveva da tempo sostituito con un sentimento sconosciuto anche a lei stessa; si era rassegnata a un qualcosa di finto, innaturale. Con i suoi occhi caleidoscopio, dove la terra e il cielo si riunivano in un tenero abbraccio, osservava quel tappeto stellato di un blu intenso. Quelle sfere di luce sembravano lontane ma allo stesso tempo così vicine, dandole la sensazione di essere cullata da esse.
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canzone preferita del nuovo album? :)
xoxo, M.
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𝐍𝐞𝐚𝐜𝐡-𝐆𝐚𝐨𝐢𝐥
Fanfiction"𝘜𝘯 𝘣𝘢𝘭𝘭𝘦𝘳𝘪𝘯𝘰 𝘮𝘶𝘰𝘳𝘦 𝘥𝘶𝘦 𝘷𝘰𝘭𝘵𝘦: 𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢 𝘦̀ 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘴𝘮𝘦𝘵𝘵𝘦 𝘥𝘪 𝘣𝘢𝘭𝘭𝘢𝘳𝘦, 𝘦𝘥 𝘦̀ 𝘭𝘢 𝘮𝘰𝘳𝘵𝘦 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘥𝘰𝘭𝘰𝘳𝘰𝘴𝘢." - M. Graham. ⠀⠀⠀⠀È nel silenzio tra un respiro e l'altro che ⠀⠀⠀⠀Piero e...