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11: Valentina A.

L'aria del teatro sembrava avere un peso diverso quella mattina. Le luci, non ancora accese, creavano ombre lunghe e spettrali lungo le pareti, come a ricordare che quello sarebbe stato un giorno di addii. Marlena camminava lentamente, il suono dei suoi passi echeggiava nel corridoio vuoto. Si fermò per un momento davanti alla grande porta di legno che conduceva al palcoscenico, respirando profondamente. Sentiva dentro di sé un tumulto di emozioni che le stringevano il cuore. Da un lato, la gioia per l'ultima rappresentazione; dall'altro, la consapevolezza che sarebbe stata anche l'ultima volta che avrebbe visto il trio, almeno in quel contesto.

Indossava un semplice abito nero, elegante e sobrio, che contrastava con la pelle perlata. I suoi capelli, sciolti e leggermente mossi, le cadevano morbidi sulle spalle. C'era una calma apparente nei suoi gesti, ma dentro di sé, Marlena era un mare in tempesta.

Quando entrò nella sala prove, vide subito Piero, in piedi accanto al regista, la schiena dritta e l'atteggiamento apparentemente rilassato, ma Marlena riusciva a percepire la tensione nascosta nei suoi movimenti. Indossava una camicia nera e jeans scuri, un abbigliamento semplice, ma che metteva in risalto la sua figura slanciata. Il suo viso, solitamente sereno, era segnato da una lieve ombra di preoccupazione. Quando i loro occhi si incontrarono, ci fu un silenzio sospeso, un attimo in cui tutto sembrò fermarsi. Marlena distolse lo sguardo rapidamente, sentendo le guance scaldarsi.

Provava un misto di desiderio e frustrazione. Avrebbe voluto avvicinarsi, parlare con lui, chiarire, ma qualcosa la tratteneva. Forse la consapevolezza che, qualsiasi cosa avesse detto, non avrebbe cambiato la situazione. Sapeva che la questione delle foto era ancora una ferita aperta, e che ogni tentativo di parlarne avrebbe solo rischiato di peggiorare le cose.

Stava per dirigersi verso il suo camerino quando la vide: Valentina Allegri. Era appena entrata nel teatro, camminando con un'eleganza che sembrava innata. I lunghi capelli biondi, lisci e lucenti, erano legati in una coda alta, che metteva in risalto i lineamenti delicati ma decisi del suo viso. Indossava un vestitino floreale. Gli occhi, di un castano penetrante, si posarono subito su Marlena, con uno sguardo che non lasciava spazio a dubbi. Era venuta per una spiegazione.

Marlena sentì un brivido lungo la schiena. Era come se un filo invisibile si fosse teso tra loro due, tirando con forza. Si sforzò di mantenere la calma, ma sentiva il cuore batterle all'impazzata. Aveva sentito parlare di Valentina, la sua figura balzò fuori solo qualche ora dopo la pubblicazione di quelle immagini, lasciando a Marlena la scoperta della famosa frequentazione con il Barone. E vederla lì, in carne e ossa, le fece realizzare quanto fosse reale quella presenza nella vita di lui.

Avanzò verso di lei, il suono dei tacchetti picchiettavano sul pavimento con un ritmo deciso, quasi come il battito di un tamburo che anticipava un momento di verità. Marlena restò immobile, incapace di distogliere lo sguardo da quella figura che si avvicinava con grazia e determinazione.

Quando finalmente le fu di fronte, Valentina sorrise, ma c'era una freddezza calcolata in quel sorriso. «Tu devi essere Marlena» disse, la voce morbida, ma con una sfumatura di curiosità tagliente.

Marlena annuì, cercando di non mostrare la tensione che la stava divorando. «Sì, sono io.» Le parole le uscirono più ferme di quanto si aspettasse.

«Immaginavo» continuò Valentina, gli occhi che la scrutavano con attenzione. «Sai, ho visto delle foto di voi due insieme... sul web.» Fece una pausa, lasciando che la frase sospesa creasse un'atmosfera ancora più tesa. «E mi sono chiesta cosa significassero.»

Marlena sentì il respiro bloccarsi in gola. Era il momento che aveva temuto, il confronto che aveva sperato di evitare. Ma non c'era più via di fuga.

Fu allora che Piero intervenne. Era rimasto in disparte, osservando la scena con una crescente preoccupazione. Fece un passo avanti, mettendosi tra le due donne, il volto segnato da una stanchezza evidente. «Valentina, ti assicuro che non è come pensi» disse con voce calma, ma Marlena poteva percepire la sottile nota di ansia dietro quelle parole.

Valentina si voltò leggermente verso di lui, ma non distolse del tutto lo sguardo da Marlena. «Allora, spiegami com'è» replicò, la voce dolce ma intrisa di una sfida evidente. Era chiaro che non si sarebbe accontentata di mezze verità.

Piero sembrava lottare con le parole. Marlena lo osservava, cercando di decifrare i suoi pensieri, il suo stato d'animo. Vedeva nei suoi occhi una miscela di colpa e frustrazione, come se sapesse di aver creato una situazione che stava per sfuggirgli di mano. Ma c'era anche qualcos'altro: una determinazione a non lasciare che le cose andassero a rotoli.

Marlena, dal canto suo, sentiva il peso di quella situazione su di sé. Con Valentina lì, così presente e reale, ogni cosa le appariva ancora più confusa. «È stato solo un malinteso» disse, trovando finalmente la forza di parlare. «Le foto sono state scattate fuori contesto.»

Le parole uscirono sincere, ma sapeva che non sarebbero bastate. Valentina la guardò a lungo, come se stesse cercando di decidere se crederle o meno. Poi, lentamente, annuì, ma Marlena poteva vedere che il dubbio non era completamente svanito.

«Spero che sia così» disse Valentina infine, rivolgendosi di nuovo a Piero. «Perché altrimenti, non so come potremmo continuare.»

Marlena sentì quelle parole come un colpo allo stomaco. Non era solo una minaccia, era una realtà con cui Piero avrebbe dovuto fare i conti. E, in quel momento, Marlena capì che forse era davvero meglio così, che prendere le distanze sarebbe stata la scelta giusta, per tutti.

Il silenzio che seguì fu pesante, carico di emozioni non dette, di pensieri lasciati a metà. Valentina, dopo un'ultima occhiata a Marlena, si voltò e si allontanò, la sua figura elegante che si perdeva nell'ombra del teatro.

Piero rimase immobile per qualche istante, poi si voltò verso Marlena, i suoi occhi scuri che riflettevano un mix di sentimenti contrastanti. «Mi dispiace» sussurrò, la voce rotta da un'emozione che non riusciva a nascondere.

Marlena lo guardò, cercando di capire cosa stesse provando realmente. Vedeva la colpa, vedeva la preoccupazione, ma vedeva anche l'affetto, un affetto che sapeva non sarebbe mai potuto sbocciare davvero. «Non è colpa tua» rispose, cercando di sorridere, ma le labbra le tremarono leggermente.

Piero sembrava voler dire qualcosa di più, ma alla fine si limitò a un cenno, rassegnato. Si voltò e si diresse verso il palco, lasciandola lì, sola con i suoi pensieri e con il cuore pesante.

L'ultima rappresentazione fu un successo, ma per Marlena ogni battuta, ogni gesto, fu come una lenta danza verso l'inevitabile. Quando le luci si spensero e il sipario calò per l'ultima volta, sentì un nodo in gola. Sapeva che, con quella serata, si chiudeva non solo uno spettacolo, ma anche un capitolo della sua vita.














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𝐍𝐞𝐚𝐜𝐡-𝐆𝐚𝐨𝐢𝐥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora