"Giselle è un'anima, non un corpo pesante."
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15: Le due GiselleLondra l'accolse con il suo cielo plumbeo e il fascino vibrante di una città dove la storia e la modernità si intrecciavano ad ogni angolo. Marlena, con un misto di eccitazione e timore, si immerse nelle strade affollate, lasciandosi trasportare dal ritmo frenetico della metropoli. Ogni passo la avvicinava al teatro, quel luogo magico dove avrebbe dato vita al personaggio di Giselle, un ruolo che per ogni ballerina rappresentava l'apice di una carriera.
Il teatro, una struttura imponente con una facciata neoclassica, si stagliava maestoso davanti a lei. Varcata la soglia, Marlena fu immediatamente colpita dal silenzio solenne che regnava all'interno. Era come se il tempo si fosse fermato, come se quelle mura conservassero ancora l'eco delle grandi rappresentazioni passate. I pavimenti in legno scricchiolavano sotto i suoi piedi, un suono che la faceva sentire ancora più connessa a quel luogo intriso di storia. Le pareti erano ornate da pesanti tendaggi di velluto cremisi, e dai soffitti pendevano sontuosi lampadari di cristallo che, anche spenti, riflettevano la luce naturale che filtrava dalle grandi finestre. Alle pareti, ritratti di ballerini e coreografi leggendari sembravano osservarla con sguardi attenti, come a valutare la nuova arrivata.
Phoebe, la sua manager temporanea, era già lì ad attenderla. Con i suoi abiti eleganti e l'aria disinvolta, sembrava perfettamente a suo agio in quell'ambiente raffinato. Marlena la raggiunse, sentendosi subito più sicura sapendo di avere qualcuno al suo fianco che conosceva le insidie di quel mondo.
«Pronta?» le chiese Phoebe con un sorriso complice, mentre insieme si avviavano verso la sala prove.
La sala prove era uno spazio ampio e luminoso, con pareti ricoperte di specchi che riflettevano ogni angolo, ogni movimento. Il pavimento in legno chiaro era segnato da anni di passi, di salti, di cadute e riprese. Al centro della sala, un pianoforte a coda nero attendeva silenzioso l'inizio della sessione. La stanza era pervasa da un'energia particolare, quella che solo i luoghi dove si crea l'arte possono emanare.
Al centro della sala, Monsieur Beaumont già attendeva, la sua figura imponente e il volto severo riflessi centuplicati dagli specchi. Era un uomo alto e snello, con capelli grigi impeccabilmente pettinati all'indietro, e indossava un completo nero che accentuava ancora di più la sua autorità. I suoi occhi, di un freddo azzurro, scrutavano Marlena con un'intensità che la fece sentire come se fosse stata soppesata, giudicata ancor prima di aver mosso un passo.
Monsieur Beaumont non era un estraneo nel mondo della danza. La sua reputazione lo precedeva, ed era noto per essere un perfezionista, qualcuno che esigeva il massimo dai suoi allievi, spesso spingendoli oltre i loro limiti. Marlena sapeva che avrebbe dovuto affrontare prove dure sotto la sua guida, ma non si sarebbe mai tirata indietro.
«Signorina» la salutò con un leggero inchino, la voce affilata come una lama. «Cominciamo subito. Il tempo è prezioso.»
Senza ulteriori preamboli, la invitò a posizionarsi al centro della sala. Marlena si sistemò, cercando di trovare il proprio equilibrio mentale e fisico. Sentiva il cuore battere forte, ma sapeva che doveva concentrarsi. Questa era la sua occasione, e non poteva permettersi distrazioni.
Il pianista, un uomo di mezza età con le mani leggere e delicate, iniziò a suonare le prime note. La melodia era dolce, quasi malinconica, perfetta per evocare il tragico destino di Giselle. Marlena lasciò che la musica la guidasse, immergendosi nel personaggio, cercando di diventare una con Giselle.
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𝐍𝐞𝐚𝐜𝐡-𝐆𝐚𝐨𝐢𝐥
Fanfiction"𝘜𝘯 𝘣𝘢𝘭𝘭𝘦𝘳𝘪𝘯𝘰 𝘮𝘶𝘰𝘳𝘦 𝘥𝘶𝘦 𝘷𝘰𝘭𝘵𝘦: 𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢 𝘦̀ 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘴𝘮𝘦𝘵𝘵𝘦 𝘥𝘪 𝘣𝘢𝘭𝘭𝘢𝘳𝘦, 𝘦𝘥 𝘦̀ 𝘭𝘢 𝘮𝘰𝘳𝘵𝘦 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘥𝘰𝘭𝘰𝘳𝘰𝘴𝘢." - M. Graham. ⠀⠀⠀⠀È nel silenzio tra un respiro e l'altro che ⠀⠀⠀⠀Piero e...