9.

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"hai già scelto?"

"Si, ma non è il cibo che mi interessa stasera".

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𓍯𓂃
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9: paparazzi

«Tu sei sempre perfetta».

«Essere perfetti non è una fortuna, è una condanna».

Gli occhi chiari di Marlena osservarono le rose bianche poggiate davanti a lei. Con le dita stringeva un mozzicone di sigaretta appena finito. Le labbra si erano screpolate, il trucco era ormai andato via e dello spettacolo ne era ormai un ricordo. I suoi abiti erano stati buttati sul divanetto dietro di lei, liberandosi da quel cigno maledetto.

«Voglio chiamare qui al mio fianco la nostra cara Odette»

La sua testa pulsava come un flash di una macchina fotografica. Tanti, troppi di loro erano lì per congelarla nel suo magnifico aspetto in un ricordo digitale.

Marlena chiuse gli occhi, buttando la testa indietro. Sospirò profondamente cercando di rilassare i muscoli.

«Che bella che sei».

Strinse gli occhi, nella sua mente il vago ricordo di Piero le annebbiò i pensieri. Poté ancora sentire il suo profumo, il suo tocco. Scivolò la mano sul petto, percepì lo stesso calore al cuore di quando vide il suo sorriso.

Riaprì gli occhi, accorgendosi di star sorridendo come un ebete. Si ricompose sulla sedia sentendo bussare alla porta. Si schiarì la voce per pronunciare uno squillante «Avanti!».

«Hey, disturbo?» affacciò dallo stipite proprio Piero, facendole saltare un battito. Deglutì un pesante groppone, stringendo poi le labbra in un piccolo sorriso, «No figurati, entra pure».

Con il permesso, Piero varcò la porta e la chiuse alle sue spalle. Si guardò attorno mentre prendeva posto davanti a lei, poggiò il gomito vicino ai fiori e l'altra mano sulla coscia.
Per una seconda volta nessuno spiccò parola, preferivano condividere quel momento di silenzio.
La gamba di Marlena, per quanto cercò di nasconderlo, tremava dall'impazienza; si chiedeva cosa ci facesse lì.

Si strinse sotto la sua vestaglia chiara, sentiva lo sguardo di Piero penetrarle la pelle come centinaia di lame.
Lo vide sogghignare misteriosamente, aggrottò le sopracciglia non comprendendo; a cosa stava pensando?

«A cosa devo la tua visita?» la prima a spezzare il silenzio fu proprio lei, incapace di sostenere un altro secondo sotto il suo sguardo. Buttò la sigaretta nel posacenere, l'unico modo - fallimentare - per distogliere l'attenzione su di lui.

«I ragazzi sono andati via» affermò lui, deglutendo. Piero non smise di tenere lo sguardo puntato sulla minore, quella sera inconsapevolmente non fu in grado di farlo. Fu splendida. Si chiedeva come fosse possibile interpretare due caratteri diversi e distanti in maniera neutrale; adorava vederla sotto le vesti della famosa Petit Odette ma fu ammaliato a tal punto di perdere al gioco di sensualità della sua Petit Odile.

Avrebbe fatto la stessa fine del principe Siegfried, perso e tramortito da quella eterea bellezza.

Rabbrividì al suo sguardo, tornato a incastrarsi con il suo.

𝐍𝐞𝐚𝐜𝐡-𝐆𝐚𝐨𝐢𝐥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora