10.

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"Trova il tuo modo di esprimere quel blu che senti dentro."

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10: mi sento blu

Marlena era seduta in silenzio sulla poltrona accanto alla grande finestra della camera di Frida. I raggi dorati del sole del pomeriggio filtravano attraverso le tende leggere, creando giochi di luce che si riflettevano sulle pareti scure e sulle superfici coperte di schizzi colorati. Le dita di Marlena tracciavano distrattamente le cuciture della poltrona, mentre la sua mente vagava lontano, intrappolata in un vortice di pensieri e preoccupazioni. La stanza di Frida era sempre stata un rifugio per lei, quel piccolo angolo di mondo dove l'arte e l'amicizia si fondevano in un abbraccio caloroso. Ma oggi, anche la familiarità di quello spazio non riusciva a dissipare il groviglio di emozioni che le tormentava il petto.

Frida era già lì, come sempre, con le mani che dipingevano con un ritmo sicuro, come se seguissero una musica interna che solo lei poteva sentire. La luce dorata del pomeriggio si rifletteva sulle pennellate fresche di colore e avvolgeva la figura della pittrice in un'aura quasi eterea. Marlena la osservò per un attimo, cercando conforto in quella scena familiare, ma il suo respiro rimase irregolare.

Le voci e le immagini dei quella mattina le rimbombavano nella mente. Le fotografie di lei e Piero che riempivano le prime pagine, le occhiatine curiose delle persone per strada, i commenti sussurrati a mezza voce. Sentiva una stretta al petto ogni volta che ci pensava, come se un peso invisibile le stesse schiacciando il cuore.

Non era questo che aveva immaginato quando, anni prima, aveva iniziato il suo viaggio come ballerina. Si era preparata per il palco, per le ovazioni del pubblico, per l'ammirazione degli appassionati d'arte. Ma non si era mai preparata per questo: la fama non richiesta, l'attenzione invasiva, la sensazione di essere esposta al mondo intero per qualcosa che non aveva niente a che fare con la sua arte.

Il ticchettio dell'orologio appeso alla parete scandiva il tempo, ma Marlena non lo sentiva. Era come se tutto il mondo esterno fosse diventato ovattato, mentre il suo tormento interiore cresceva sempre di più, come un'onda pronta a travolgerla. Fu solo quando Frida parlò, la sua voce calma e accogliente, che Marlena si rese conto che stava trattenendo il respiro.

«Marlena» disse Frida senza staccare gli occhi dalla tela, «cos'è che ti turba così tanto?»

Marlena si riscosse, come se le parole di Frida avessero rotto l'incantesimo che la teneva prigioniera nei suoi pensieri. Guardò la sua amica, le mani erano ancora strette sui braccioli della poltrona, e sentì la tensione nel petto allentarsi appena.

«Frida» cominciò, la sua voce tradendo un'ombra di angoscia. Non aveva mai avuto problemi a parlare con lei, ma oggi sentiva ogni parola come un peso che le gravava sull'anima. Frida non si voltò subito, come se sapesse che Marlena avesse bisogno di tempo per trovare le parole giuste.

«Non so come gestirlo, Frida» confessò, le parole uscirono più in fretta di quanto avesse voluto. «Non so come gestire tutto questo.»

«Gestire cosa?» Frida posò il pennello per la prima volta, voltandosi a guardare Marlena. Nei suoi occhi c'era una comprensione silenziosa, quella di chi conosce le profondità dell'animo umano.

«Le foto, Frida. Le foto di me e Piero. Sono ovunque. Non sono solo una ballerina adesso, sono una... una celebrità. E non perché ho fatto qualcosa di straordinario, ma solo perché mi sono trovata accanto a lui in un momento qualunque. È assurdo.» Le ultime parole uscirono come un sospiro affranto.

Frida tornò a mescolare i colori sulla sua tavolozza, ma Marlena sapeva che la sua amica era totalmente presente, ascoltando con attenzione ogni parola. «Sei sempre stata sotto i riflettori» osservò Frida. «Da quando hai cominciato a ballare, la gente ti ammira, ti segue. Perché questa volta è diverso?»

𝐍𝐞𝐚𝐜𝐡-𝐆𝐚𝐨𝐢𝐥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora