Imparare a leggere era forse una delle scelte migliori che René avesse mai fatto.
Nathaniel era un ottimo insegnante e, anche se lei non l'avrebbe mai ammesso, grazie a lui era riuscita a imparare tutte le lettere e a pronunciare le parole nel giro di sole due settimane.
Aveva ancora qualche difficoltà nel leggere con scioglievolezza ma giorno dopo giorno non faceva che fare progressi.
Non pensava che potesse essere così bello imparare qualcosa di nuovo alla sua età. Le parole racchiuse nei libri avevano la capacità di trasportare in mondi nuovi e tutti diversi tra loro.
Spesso si immedesimava nel protagonista e si arrabbiava al suo posto se necessario, si dava dell'idiota quando il personaggio faceva qualcosa che lei non averebbe mai fatto e via dicendo.
Passava ore in biblioteca, tanto che spesso le serve si chiedevano dove fosse e la andavano a cercare pur di ricevere la loro dose giornaliera di chiacchiere e pettegolezzi.
Presto impararono che la biblioteca era il primo luogo dove cercarla e una volta trovata, non riuscivano quasi a spiccicare parola poiché la principessa si lanciava in un dettagliato e entusiasta resoconto di ciò che aveva letto quel pomeriggio.
Le serve, come tutti i vampiri, passavano la mattinata e le ore diurne in generale a riposare. Ma essendo sempre piene di cose da fare, si svegliavano al tramonto e cominciavano con i loro andirivieni per tutti i corridoi e sale del castello.
René doveva ancora abituarsi ai nuovi orari, per lei era assurda l'idea di dormire quando il sole splendeva illuminando i boschi, con i suoi sporadici raggi che le fronde non riuscivano a nascondere.
Per raggiungere i boschi doveva uscire dalle mura del castello e, senza sapere nemmeno se fosse autorizzata a farlo, passava gran parte della mattina a correre e a cacciare (non che ne avesse bisogno, soddisfaceva solo un suo istinto primario).
La caccia di René si concludeva sempre con uno o due leprotti catturati con pigrizia per poi essere abbandonati nelle cucine in modo che i cuochi vampiro avessero di che darle da mangiare.
Quella era l'unica occasione che la principessa aveva per trasformarsi, senza alcuna paura lasciava che le sue ossa si spezzassero e allungassero, che i suoi occhi cambiassero colore e che le sue zampe tastassero il terreno.
Era stata sua madre a insegnarle a cacciare, lei era potente ed esperta, in quegli anni René credeva di aver imparato ad eguagliare la sua bravura ma forse la sua natura non glielo consentiva.
Era nei momenti in cui lasciava che il suo soffice manto bianco le ricoprisse il corpo che veramente si sentiva libera, libera di correre e essere se stessa. Anche le sue zampe da lupo avevano qualche difficoltà, tuttavia il dolore era facilmente ignorabile quando l'adrenalina entrava in corpo.
Quella mattina era riuscita a procurarsi un cucciolo di cervo che era stato abbandonato dalla madre.
Se si sentisse in colpa? Ovviamente no, era la sua natura e il pentimento non rientrava in essa. Chiedereste mai a un orso se si sentirebbe in colpa dopo aver abbattuto un alveare? Stessa cosa. All'istinto animale non si comanda neanche quando si è mezzi umani.
René ritrasformatasi in umana, indossò nuovamente gli abiti che aveva abbandonato sulle grosse radici di una quercia e tornò al castello sfinita, desiderosa di farsi un bel bagno caldo.
Passò per le cucine abbandonando la carcassa sul grande tavolo e si stiracchiò per quasi prendere un infarto subito dopo.
"Cosa cavolo ci fai qui?" Chiese sconvolta reggendosi il petto per calmare il cuore. Arrossì imbarazzata per essersi fatta beccare dopo aver abbandonato il castello senza permesso.
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La notte della luna rossa
Fiksi UmumLa parola "principessa" fa nascere nella mente dei tanti l'immagine di una donna bellissima, dai capelli dorati che indossa un lungo abito probabilmente rosa e una tiara di cristallo. Ma nel mondo di cui vi sto per parlare le principesse sono molto...