◇Capitolo 1◆

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Nove anni prima..

È un pomeriggio di giugno, a Perugia fa davvero caldo.
La scuola è finita da due settimane ormai e ho iniziato ufficialmente a godermi l'estate.

È la mia stagione preferita, mi trasmette serenità e buon umore.
Il caldo, il mare e le uscite fuori.
Non che esca molto, ma le serate estive hanno sempre quel guizzo in più.

Estate è sinonimo di felicità per me.

Sto tornando a casa da un'uscita con Sofia. Siamo state a un bar vicino alla nostra vecchia scuola elementare, ci siamo conosciute lì. Da un semplice "giochiamo insieme" a non separarci più.

È l'amica più sincera che abbia mai avuto, nonché l'unica amica che ritengo tale. L'unica a non avvicinarsi a me solo per conoscere mio fratello per poi allontanarsi del tutto. Che poi queste presunte amiche, anche se riuscivano ad avvicinarsi a lui, lui non le calcolava minimamente.

Povere illuse.
Illusa anch'io perché credevo in un'amicizia, ma questi sono dettagli.

Appena apro la porta d'ingresso di casa, sento mia madre urlare dalla cucina (almeno credo, quando è a casa sta sempre lì). È strano sentirla a quest'ora a casa, solitamente sta a lavoro nella sua pasticceria.

<<CLARA SEI TU?!!!>> Non so come faccia, ho provato ad aprire la porta il più silenziosamente possibile per poi sgattaiolare in camera mia e rimanerci fino alla sera.

Ha un udito molto sviluppato quella donna, peggio di quello dei cani.

<<NO SONO UN LADRO! E CHI DEVE ESSERE, MAMMA?>> dico sempre urlando, perché avvicinarmi a lei sarebbe troppo facile.
Tipico di noi italiani, no? Troviamo la soluzione più facile, senza sforzi.

<<Non so, hai anche un fratello, poteva essere benissimo lui, dato che è uscito senza dirci nulla>> mi dice con una smorfia affacciandosi dalla cucina con uno strofinaccio in mano.
<<E come sapevi che ero io?>> chiedo curiosa, incrociando le braccia al petto.
<<Perché quando tuo fratello rientra, fa qualsiasi rumore possibile e immaginabile per farsi riconoscere>> mi guarda con un sopracciglio alzato, come se fosse ovvio ciò che dice.

In tutto ciò sono rimasta con la borsa e le chiavi di casa in mano.

Mamma è alta 1,70, ha capelli lisci biondi e occhi nocciola contornati da piccole rughe di espressione. Per il lavoro che fa si mantiene comunque in forma facendo una volta a settimana camminate o pilates con le amiche. Se devo descriverla caratterialmente è severa al punto giusto, dolce e molto amichevole con tutti.
Mi offre consigli in modo amichevole piuttosto che materno: "Vorrei che tu ti confidassi con me e mi parlassi di qualsiasi cosa, non tenerti mai nulla dentro, sai che ci sono e ci sarò sempre. Sia come madre che come amica" mi dice sempre questa frase quando mi vede giù di morale. Abbiamo un ottimo rapporto nonostante tutto. So che posso confidarmi con lei, anche se è mia madre, posso dirle tutto.

Nel preciso istante in cui la frase volge al termine, la porta d'ingresso si schiude nuovamente e Damiano, mio fratello, fa il suo ingresso.
Come anticipato da mamma, si palesa sbattendo con veemenza le chiavi sul mobile vicino all'ingresso.

Ha vent'anni e ha un animo così gentile e affettuoso che non conosco nessun'altra persona come lui.
È molto bello, non sembriamo nemmeno fratelli, a dire il vero.

Lui è alto 1,90 m, non troppo muscoloso. Non ama andare in palestra, ma si allena a casa. Ha gli occhi di un colore diverso l'uno dall'altro: uno azzurrissimo e uno marrone chiaro. È veramente un fenomeno raro, soprattutto negli esseri umani.
Ha i capelli mossi castano scuro e un sorriso che illuminerebbe una stanza buia.
Non per i suoi denti bianchissimi, ma per il suo sorriso luminoso che contagia chiunque.

S'MOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora