Usciti dall'aeroporto, ad aspettarci c'è un autista con un piccolo cartello con scritto "Famiglia Sorsetti".
Mi sono sentita una VIP per un solo momento.
Entriamo dentro il furgone, l'autista mette tutti i nostri bagagli nel bagagliaio e torna al posto di guida.
Senza dire una parola ci porta davanti alla nostra residenza. Così almeno mi ha detto mamma.Ci mettiamo un bel po' per arrivare. Credo più di un'ora ormai ho perso la cognizione del tempo.
Sono stremata, ho sonno, fame e anche sete. Voglio buttarmi sul letto e rimanerci un'intera settimana.
Appena giunti di fronte alla residenza, rimango sbalordita e senza parole. È magnifica, una villa con un portico mozzafiato.
Ci sono due pilastri che sostengono la tettoia rivestiti di pietra color marrone chiaro, ci sono tre vasiere con dei tulipani già piantati e due poltrone sospese sorrette da un cavo sul soffitto.Aperta la porta d'ingresso, una porta blindata di colore bianco con una maniglia nera posizionata verticalmente, si trovano di fronte le scale che portano al piano superiore e al piano inferiore.
Sulla sinistra c'è un salone enorme con un grande tavolo da pranzo che può ospitare otto persone e un divano a "L" in pelle bianca con cuscini rossi, gialli e blu.
Di fronte al divano c'è un caminetto a gas con sopra una grande televisione al plasma.
Vicino al tavolo da pranzo c'è una grande porta finestra che affaccia sul giardino.Sulla destra della porta d'ingresso invece si trovava la cucina con una penisola in marmo nero molto grande, con i mobili neri che contrastano con il bianco della casa, sia per le pareti che per il pavimento.
Non vedo l'ora di poter cucinare in questa cucina.
Nello stesso piano ci sono altre tre stanze: una lavanderia, un bagno di servizio e una camera per gli ospiti.
Al piano di sopra invece ci sono cinque stanze.
La mia camera, quella di Dam, quella dei miei genitori e un'altra camera per gli ospiti con affianco il suo bagno. Le nostre stanze hanno il bagno personale all'interno la camera.Al piano più sotto c'è una dependance, con bagno, camera da letto, sala e cucina, e il giardino.
<<Qui potete fare ciò che volete, è a vostra disposizione. Ha anche un ingresso separato per avere tutta la privacy che desiderate>> ci dice papà rivolgendosi a me e Dam.
Non era una villa, ero abituata all'appartamento che avevamo a Perugia. Questa residenza è una reggia.
<<Mi spiegate come avete fatto a trovare questa magnificenza? E il locale? Possiamo permetterci tutto questo? Dove avete trovato i soldi?>> inizio a domandare a raffica, sono curiosa, davvero tanto.
Ho iniziato a pensare che avessero contratto debiti solo per farci stare bene.
La mamma si mette a ridere e mi risponde:
<< Calmati tesoro! Per anni è venuto in pasticceria un signore con l'accento americano; ogni volta ci diceva che voleva i nostri dolci a Boston, perché erano i migliori che avesse mai mangiato in vita sua.>> Fa una pausa per vedere la mia faccia, che diceva chiaramente di continuare.<< Anche quest'anno ci ha detto di prendere in considerazione di aprire una pasticceria qui, alla Little Italy di Boston. Ci avrebbe aiutato lui a trovare casa e un locale adatto. Per ora ci farà anche da garante per il mutuo che abbiamo stipulato per la casa, poi quando l'attività si sarà avviata ci penseremo noi.>> ha concluso la mamma.
<< Tanti risparmi e un piccolo mutuo, così possiamo vivere la nostra vita qui senza troppe preoccupazioni.>> Mi sorride papà.Io sono sbalordita da tutto questo.
Salgo di nuovo al piano di sopra, precisamente nella mia camera, per vederla meglio.La mia camera è arredata come lo era in Italia. L'unica differenza è il letto: prima avevo un letto singolo, ora ho un letto matrimoniale. La stanza rimane comunque spaziosa. È sempre bianca, con un piccolo balcone che si affaccia sul quartiere in cui ci troviamo: East Boston. Leggendo su Internet, ho scoperto che dovrebbe essere il quartiere italo-americano.
Devo ammettere che mi sento un po' a casa.°•°•°•°•°•°•°•°•°•°
Ho scoperto che qui la scuola inizia a fine agosto, e noi adesso ci troviamo alla prima settimana di luglio.
Ho poco meno di un mese per capire come funziona studiare qui. Ho visto molti film sulle scuole americane, ma la vita reale non è mai come un film.
Ciò comporta alcune sfide per me, tra cui la possibilità di non poter frequentare la classe che mi spetterebbe e l'obbligo di adattarmi a un sistema scolastico diverso. Sono consapevole che dovrò memorizzare molte, forse troppe, informazioni in poco tempo per stare al passo con i miei compagni e soprattutto gestire l'ansia, che mi accompagna fin dall'età di dodici anni.
La fortuna e che ho ricevuto rassicurazioni da mia madre, la quale ha già parlato con il preside della scuola dove andrò e mi ha informato che non perderò l'anno scolastico grazie ai miei ottimi voti.
Vedete che studiare ed essere presa in giro ha avuto i suoi frutti?
Mi ha anche detto che dovrò frequentare un corso facoltativo per acquisire più crediti possibili.
Ma tutte le informazioni me le darà la segretaria quando andrò lì, in segreteria, il primo giorno di scuola.Per non farmi prendere dall'ansia, ho deciso di fare alcune ricerche su Internet in modo da non essere impreparata.
Ho cercato la mappa della scuola, così da trovare facilmente la segreteria, gli armadietti, le aule e la mensa. Sono determinata a non lasciare che l'ansia mi ostacoli almeno per il primo giorno.
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I primi giorni qui a Boston sono stati impegnativi a causa del jet lag. Tuttavia, sto gradualmente migliorando, sebbene il mio aspetto fisico ne risenta.
Oggi è il giorno in cui andiamo a vedere per la prima volta il locale per l'inaugurazione.
Si trova a North Square e di fronte a noi c'è un ristorante italiano chiamato "Mamma Maria" sembra molto raffinato, visto da fuori.
Il locale dei miei genitori si presenta all'esterno con ampie vetrate, leggermente oscurate per garantire la giusta privacy alla clientela, e una porta d'ingresso vetrata.
Altrettanto grande è l'insegna che cita "Sorsetti's Bakery".
Entrando, di fronte si trova il bancone dove si troveranno tutte le specialità dolci e salate. E in alto c'è un tabellone con scritte le pietanze nel menù, che ora è inevitabilmente vuoto.
Sulla sinistra della porta d'ingresso ci sono tre tavolini tondi neri con sedie in ferro battuto nere.
Sulla parete bianca è appesa una scritta a LED rosso "THIS IS OUR HAPPY PLACE".
A destra ci sono altri tavoli: il più grande è rettangolare e può ospitare sei persone, gli altri sono tutti rotondi.
Il pavimento è piastrellato con mattonelle bianche e nere alternate che formano un disegno.
Il locale può ospitare circa venti persone alla volta.
Dietro il bancone ho notato, oltre alla grande quantità di foto di famiglia appese ai muri, una macchina del caffè, una macina chicchi e una teiera elettrica.<<Saremo anche caffetteria?>> chiedo con stupore.
<<Abbiamo deciso di fare questo piccolo passo in più>> mi risponde papà stringendo con il braccio il fianco di mamma, orgoglioso, e le porge un piccolo bacio sulla tempia. Mamma diventa stranamente rossa in volto, ancora le fanno effetto questi piccoli gesti anche dopo vent'anni di matrimonio.<< Non vedo l'ora di dare una mano qui >> dice Damiano spiazzando tutti. Lo guardiamo a bocca aperta.
<< Che c'è? È così strano che io voglia lavorare qui?>>
<< Abbastanza strano, direi >> rispondo ridendo e colpendogli il braccio con uno schiaffetto.
<< pfff donna di poca fede che sei >> disse fingendo di essere offeso.Tutti noi abbiamo riso, mia madre ha chiuso il locale e siamo andati a casa, anzi alla Reggia per prepararci.
L'inaugurazione è andata molto bene, molti vicini sono venuti a porgerci i loro auguri e a portarci dei piccoli doni sia per la casa che per il locale.
Molti di loro sono originari del sud Italia, anche se hanno perso l'accento italiano, il loro senso di ospitalità e gentilezza non lo perderanno mai.
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Fiksi UmumLa mancanza inaspettata di una persona appena conosciuta può sconvolgere il futuro che si è sempre sognato? ⚠️ Linguaggio scurrile Ogni persona, nome, luogo o citazione è puramente casuale. ** 🥈#fragilità (24/05/24) 🥇#miglioreamiche (26/05/24) �...