◇Capitolo 5◆

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Non pensavo fosse così complicato pulire un tatuaggio sulla schiena, soprattutto applicare la crema, ma con molta delicatezza e contorsionismo ci sono riuscita. Anche quello sulla coscia, ma il lavoro è stato minimo.

I tatuaggi sono scritti in corsivo, una scrittura davvero delicata, sono davvero bellissimi. Ed è curioso che siano stati fatti da un ragazzo.
Invio una foto dei tatuaggi a Sofia, la risposta non tarda ad arrivare:

Sofia 🤩

Ma come sei diventata coraggiosa!
Ora sei pronta per partire!
In bocca al lupo per tutto.
Mi mancherai tantissimo.


Effettivamente, ero pronta.
Tuttavia, la mancanza di Sofia si farà sicuramente sentire per giorni; anche parlare sarà difficile, dato l'orario diverso.

Stanotte partiremo.

Dobbiamo partire da casa per andare all'aeroporto alle quattro del mattino. Il check-in è alle cinque e mezza e l'aereo decolla alle sei e mezza. Tutto è stato calcolato nei minimi dettagli.

La notizia mi ha causato una certa apprensione lo ammetto, ma ora sono emozionata per la partenza.
Dubito che riuscirò a dormire.
Pertanto, ho deciso di vestirmi prima e di mettermi a letto, con una tuta coordinata verde pastello.

Si dice che il verde rappresenti la speranza, quindi spero che tutto vada per il meglio. Anche perché sarà il mio primo viaggio in aereo. Ammetto di essere terrorizzata.

Mi stendo sul letto sotto le coperte e ascolto la musica con le cuffie collegate al mio vecchio lettore mp3. Non è un modello recente, ma funziona ancora bene e mi soddisfa.

Ascoltare la musica mi rilassa e mi aiuta a staccare la spina dal mondo esterno.
Infatti, mi ritrovo con gli occhi chiusi a canticchiare la canzone che sto ascoltando, entrando così in uno stato di dormiveglia.
Sento un colpo sul piede, apro subito gli occhi e vedo mia madre. Tolgo le cuffie dalle orecchie e le arrotolo sul mio mp3.

<< Piccola mia, è ora di andare >> lo dice a bassa voce, con il suo solito sorriso sul viso.

Tiro via le coperte e mia madre mi guarda perplessa facendomi una radiografia per capire perché io sia già vestita.
<< Avevo paura di addormentarmi, perciò ho pensato che fosse meglio vestirmi prima, nel dubbio.>> dico sorridendo.
Mamma scuote la testa divertita.

Prendiamo tutti le ultime valigie e usciamo fuori per l'ultima volta dalla casa dove ci aspetta un taxi.
Do un'ultima occhiata alla casa prima di salire, con una mano sullo sportello. In un attimo rivivo tutte le emozioni che ho vissuto in questo posto.
<< Peipe, dobbiamo andare! >> Mi giro dalla sua parte, annuisco leggermente ed entro in macchina.

Appena giunti all'aeroporto, dopo circa 40 minuti di viaggio, ci siamo diretti subito al check-in.

Entrata nell'aeroporto, mi sono guardata intorno e ho avuto modo di riflettere su quanto sia unico e dinamico. È un luogo di passaggio e di incontri, dove le persone si incrociano e le loro storie si intrecciano. C'è un senso di magia nell'aria, con persone che si riuniscono o si separano, amori che si accendono o si spengono, e vite che si incrociano in modo imprevedibile. È un microcosmo della società, con le sue gioie, le sue sfide e le sue complessità.

Poiché abbiamo effettuato il check-in prima del previsto, abbiamo deciso di andare a mangiare qualcosa al bar dell'aeroporto. Ho preso una spremuta e un cornetto vuoto, mamma e papà un caffè, mentre Damiano ha preso un cappuccino e un muffin. Quando mio padre è andato a pagare il conto, è improvvisamente diventato pallido.
<< Abbiamo pagato meno per il viaggio per andare a Boston che per questa colazione >> borbotta vicino a mamma.
Io e Damiano scoppiamo a ridere. Non dico che mio padre sia avaro, ma quando può lamentarsi è il numero uno.

Il viaggio sarebbe durato tredici ore di volo, per fortuna senza scali ma comunque impegnativo e faticoso.

Alle ore sei e trenta in punto si sente una voce dall'altoparlante che annuncia: "Si invitano i gentili passeggeri del volo 5734 a recarsi al gate 5".
<< È il nostro volo.>>  dice mamma.

Sono esausta, ho sonno e non vedo l'ora di dormire.
Ci dirigiamo a passo spedito al gate e, appena arrivati, salutiamo le hostess e prendiamo posto.

Mi trovo seduta accanto a Dam, mentre mamma e papà sono seduti due posti più in basso. Mi sono girata sul mio sedile per salutarli. Ho mandato loro un bacio volante e papà ha finto di prenderlo e portarselo sulla guancia.
Questo gesto lo fa da quando sono piccola, gli sorrido e mi rimetto comoda sul mio sedile.

Mentre mi giravo e mi sistemavo, ho sentito Dam brontolare e muoversi sul suo sedile.
<< Questi posti non sono adatti a persone alte! >> non riuscendo a trovare una posizione comoda.
<< Pensa che ci devi stare per tredici ore >> dico ridendo.
Mi risponde con il dito medio.

Per trascorrere il tempo, ho iniziato a guardare alcuni film che venivano trasmessi sullo schermo davanti al mio sedile.
Dopo circa tre ore dal decollo dell'aereo, è arrivata la prima hostess con un carrello. Quando siamo saliti sull'aereo, ne avevo viste in totale tre, tutte donne.

<<Gradite qualcosa da bere?>> chiede guardando più Damiano che me.
<<Per me un bicchiere d'acqua>>, dico.
<<Per me un caffè>> dice invece Dam.

L'hostess flirtava con mio fratello in modo molto sfacciato. Invece di prendere le ordinazioni che avevamo fatto, perdeva tempo. Odio questa situazione. Non era la prima volta che succedeva.

<<Mia sorella ha chiesto un bicchiere d'acqua e io un caffè, è possibile?>> chiede Dam, per fortuna che si è accorto anche lui di questa inefficienza e del fatto che stavo morendo di sete.
L'hostess sorrise e quando mi passò il mio bicchiere d'acqua fece una faccia scocciata.
Dopo ulteriori minuti di conversazione, l'hostess ha continuato il suo giro. Ha salutato solo Damiano con la promessa di vedersi per l'ora di pranzo. Lui ha sorriso e basta.

<< Io non so come fai >>
<< Non so a cosa tu ti riferisca >>
<< Come no? L'hostess per un semplice bicchiere d'acqua e un caffè ci è rimasta più di un'ora qui! Riesci a conquistare chiunque pur non facendo nulla!>>
<< Come hai detto tu, io non faccio nulla. Ti dà fastidio peipe?>> mi guarda con uno sguardo di sfida.
<< Non mi dà fastidio ma avrei preferito che ci fosse anche uno steward almeno parlavo anch'io con qualcuno, o comunque ci provavo. >> Dico con il viso arrabbiato e le braccia incrociate.
<< Fidati che non si sarebbe avvicinato a te, lo avrei spaventato. >> Sorride con fierezza, soddisfatto delle sue azioni, e mi bacia sulla guancia.
<< Di sto passo, non potrò mai fidanzarmi >> dico sbuffando
<< Ma infatti non devi fidanzarti, se ci sono io con te. Ora provo a dormire un po', svegliami quando arriva il pranzo >> si alza il cappuccio della felpa e dopo alcuni tentativi di trovare una posizione comoda, si addormenta.
<< Se non sarò io a svegliarti, sarà sicuramente una delle hostess >> borbotto tra me e me.

Durante il volo, mi sono divertita giocando con il piccolo schermo che proponeva diversi giochi per intrattenermi.
Un po' monotono, ma almeno ho ottenuto qualcosa.

Dopo un lungo viaggio che sembrava non finire mai, siamo finalmente arrivati ​​alla meta! Ancora non posso credere a ciò!

Mi sento molto stanca perché non sono riuscita a dormire durante il volo a causa del troppo freddo dell'aria condizionata.
In aggiunta, le tre hostess si sono alternate nel chiacchierare con Dam, passando circa trenta minuti con lui per turno.

Non so se riuscirò ad aspettare di arrivare a casa per dormire, ma il jet lag renderà il riposo complicato.

Siamo decollati alle sei del mattino, ora italiana, e abbiamo fatto l'atterraggio alle tredici del pomeriggio, ora di Boston.

Questa nuova vita non sta partendo bene.

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