Sono seduta in aeroporto aspettando che arrivi il prossimo aereo diretto a Milano.
Ebbene sì, dopo dieci lunghi anni torno in Italia: il Paese dove sono nata e ho trascorso la mia infanzia, dove ho conosciuto gli unici veri miei amici.
Ho trascorso questi infiniti anni prima del mio diciottesimo compleanno aspettando questo momento: li ho passati con mio padre e nonostante il bene che gli voglio non riesco più a sopportare un altro minuto qui, in America.
Forse una qualunque persona al mio posto penserebbe che stia facendo una sciocchezza: gli Stati Uniti sono il sogno di tutti e la California poi, con quei chilometri di spiagge bianche, tutti se la immaginano come il paradiso terrestre... ma io no.
Dopo la morte di mia madre, avvenuta per via di un cancro al seno, mio padre decise di accogliermi nella sua casa a Los Angeles, dove abita per lavoro. I miei genitori, infatti, per via della promozione di mio padre a tempo indeterminato all'estero, decisero di comune accordo di separarsi ma mantenendo comunque i contatti.
I primi mesi sono stati ricchi di stupore, ho passato intere giornate ad osservare dalla finestra della mia stanza le infinite strade pullulanti di persone e il mare, quel mare cristallino che mi ricordava tanto la mia amata Italia.
Ma col tempo ho capito che quel posto non era adatto a me: mi sentivo fuori luogo, come un pesciolino in un oceano, era tutto troppo grande ed amplificato ed io adoravo di gran lunga il grigiore e il chiasso della piccola Milano.Lasciare mio padre è stato un passo lungo e faticoso per le mie gambe, ma sentivo l'esigenza di farlo.
Nonostante le sue implorazioni e preghiere per farmi restare a Los Angeles ho deciso di partire, ormai maggiorenne ed indipendente, promettendo a mio padre che sarei tornata in futuro, magari per qualche festa o ricorrenza della zona.
Nonostante il disaccordo si è visto costretto a lasciarmi andare, raccomandandomi di comportarmi in modo responsabile, proprio come mi ha insegnato lui negli ultimi anni.
So che se la mamma fosse ancora qui sarebbe assolutamente fiera di come papà si è comportato con me, regalandomi momenti di felicità e divertimento nonostante fosse impegnato spesso per affari.
"Il volo delle 14:45 diretto verso Milano, Italia, è in arrivo all'aeroporto di Los Angeles. I passeggeri sono pregati di dirigersi al Gate indicato sul biglietto per effettuare l'imbarco"
La voce annoiata dell'addetta risuona per tutta la sala d'aspetto risvegliandomi dai miei pensieri.
Mi alzo per raggiungere il cancello e, una volta arrivata, consegno il biglietto al signore in divisa sulla porta che lo controlla e me lo riconsegna.
Esco sulla pista e, mentre salgo le scale per entrare nell'aereo, mi volto per dare un'ultima occhiata: il vento mi scompiglia i capelli e mentre osservo il paesaggio in lontananza un sorriso malinconico mi spunta in volto. Nonostante tutto i ricordi che ho con mio padre saranno legati in maggior parte a questa grande metropoli.
Dopo essere salita cammino tra le file dei posti a sedere alla ricerca del mio sedile; lo trovo: è vicino al finestrino e nel posto accanto vi è un anziano signore che sonnecchia rilassato.
Tento di oltrepassarlo senza svegliarlo e una volta seduta decido di scrivere a papà che sto partendo, prima che la hostess annunci di spegnere i telefoni.
Cerco quindi il mio smartphone nella borsa e mentre apro whatsapp noto che il vecchietto vicino a me inizia a russare indisturbato. Mi scappa una risatina e per scherzo gli faccio una foto per poi inviarla al contatto di mio padre con scritto in allegato "Hey papi, che ci fai qui?".
Lui risponde subito con una faccina sorridente e dopo pochi secondi aggiunge "Mi mancheranno le tue battute.... Fai la brava".
Sospiro chiudendo gli occhi per cercare di trattenere le lacrime e rispondo dicendo che sto per partire.
Spengo il telefono e lo rimetto nella borsa tirandone fuori il mio iPod con le mie canzoni preferite: principalmente inglesi ed americane, perché all'estero è quasi impossibile sentire le canzoni italiane: chissà quali nuovi cantanti famosi ci sono lì.
Metto le cuffiette nelle orecchie e schiaccio il tasto play per fare partire la prima canzone al massimo volume: credo che non creerò tanti problemi al signore vicino a me dato che sonnecchia beatamente.
La musica si diffonde lentamente e io chiudo gli occhi lasciandomi cullare dalla soave voce di Ed Sheeran.
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Fratelli a metà|| Fedez e Emis Killa
FanfictionBea torna a Milano dopo diversi anni trascorsi con il padre all'estero. Tornando ritrova i suoi vecchi amici, tra cui Emiliano e Federico, che si conoscono fin dalla nascita e si considerano quasi fratelli. Qui si trova in un mondo nuovo, i due ra...