Inutile dire che dopo la serata trascorsa io sia una specie di zombie vivente: dopo i dieci minuti di viaggio, immersa nel mondo delle domande e dei dilemmi su quello che sarà il rapporto tra me e Federico da ora in poi, mi risveglio ancora più assonnata di prima, con l'unico obiettivo di trascorrere il maggior tempo possibile in compagnia del mio caro amico letto.
Sfortuna vuole che appena dopo essere arrivata a casa ed essermi preparata per andare a dormire, il sonno scompaia del tutto lasciandomi, terribilmente inquieta e pensierosa, a rigirarmi nel mio letto.
Fede, a pochi metri da me sembra, invece, scivolato beatamente in sogni tranquilli.
Osservo il suo viso nella semioscurità della stanza: le luci dei lampioni e dei fari delle macchine che passano trapelano leggermente da alcune fessure nelle tende permettendomi di intravedere i lineamenti della sua figura.
Il suo viso é rilassato e sereno, in assoluto contrasto con tutti i lividi presenti sulla sua pelle.
Vedendo le macchie violacee, dei brividi tornano a percorrermi la schiena, gli stessi che mi hanno assalito qualche ora fa durante la rissa: ho provato terrore puro e ansia per quello che sarebbe potuto succedere da li a qualche momento.
Federico era veramente fuori di sé e mi ha spaventato il modo in cui si é avventato addosso a quel ragazzo, colpendolo e riempiendolo di pugni.
Ho visto la rabbia nei suoi occhi, ho visto adrenalina e grinta, troppa per la situazione: ero in gabbia, certo, con il muro alle mie spalle e il corpo dello sconosciuto davanti a me, ero in preda al panico, ma non occorreva ridurlo in quel modo una spinta bastava ed avanzava.
Saranno stati i troppi drink, forse l'euforia del momento e forse altri motivi a me ignoti, fatto sta che solo quando lui mi ha abbracciata sono riuscita a ritornare ad essere più calma, cogliendo poi l'occasione per andarmene subito di li con lui, evitando altri guai.
Poi é successo quello che é successo, quel momento inaspettato che, se non fosse stato per l'assurdità della serata e degli eventi accaduti, avrei ritenuto impensabile e ridicolo.
Ma non é stato così, é avvenuto e non per caso, era voluto da entrambi: una voglia inaspettata, inconscia, repressa, nascosta da chissà quanto tempo ed esplosa dopo anni di assenza.
Le sue labbra carnose e morbide, inizialmente timorose si sono fatte caparbie e sicure.
La mia bocca, paralizzata ed inesperta al suo tocco ha preso vita lasciandosi trasportare.
Mi rigiro nel tra le coperte con le mani tra i capelli, incapace di smettere di pensare e con la mente invasa da dubbi e perplessità.
Per lui magari non avrà avuto importanza, mentre io gliene sto dando anche troppa, ma davvero non riesco a smettere di pensarci.
Sbuffo sonoramente, lievemente preoccupata per quello che potrà accadere domani, quello che farà e dirà Federico appena i nostri sguardi si incroceranno e quale reazione avrò io.
Allungo la mano verso il comodino e afferro il mio iPod, indossando poi le cuffiette ed accendendolo.
La musica si diffonde nelle mie orecchie e costringo la mia mente a smettere di pensare a tutto questo.
La cosa sembra funzionare, in quanto inizio a pensare a quello che sarà la giornata di domani: ho un incontro di lavoro in un bar a meno di un chilometro da casa.
Dovrebbe essere un colloquio ma mi hanno praticamente già comunicato che verrò assunta per lavorare nei weekend e per alcune ore settimanali.
Non sono agitata, il lavoro non mi é nuovo: in America nei mesi estivi riuscivo a trovarmi qualche occupazione nei pub vicino a dove abitavamo e quindi so già abbastanza bene quello che dovrò fare.
STAI LEGGENDO
Fratelli a metà|| Fedez e Emis Killa
FanficBea torna a Milano dopo diversi anni trascorsi con il padre all'estero. Tornando ritrova i suoi vecchi amici, tra cui Emiliano e Federico, che si conoscono fin dalla nascita e si considerano quasi fratelli. Qui si trova in un mondo nuovo, i due ra...