IX

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Gli occhi di Draco sono fissi su di me mentre lui rimane in silenzio per un po' di secondi, prima di annuire.

«Certo, amici.»

Dopo ciò nessuno dei due ha aperto più bocca, siamo rimasti a guardare la luna e poi ci siamo salutati. La notte è stata un tormento, nella mia testa ronzavano le parole "Solo un'amica" "Voglio esserti vicina come amica" pronunciate da me. Mi sento così sbagliata, dentro di me so che è completamente il contrario ma continuerò a combattere finché non resterà più nulla. Un deserto arido, dove l'amore non può nascere e tramutarsi in delusione e dolore. Da quando ho sofferto, sia per il rapporto con mia madre, sia per una relazione passata, ho iniziato a perdere i sentimenti velocemente. Nessuno cattura più la mia attenzione o lo fa per poco. Non posso rischiare di fare del male a me o a qualcun altro. Io non sono in grado di amare.

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La mattina seguente mi sveglio e mi preparo per fare colazione nella sala grande e poi seguire le lezioni. Oggi ho difesa contro le arti oscure e il mio professore è Lupin, nonché migliore amico di mio padre e una sorta di zio per me. Prendo un posto infondo alla classe e sistemo le mie cose sul banco, nel frattempo arrivano anche i miei amici e ci mettiamo a parlare fin quando non arriva Lupin. Il banco di fianco al mio è rimasto vuoto, non c'è traccia di Draco e non ho idea di dove sia. Dieci minuti dopo l'inizio della lezione entra e si scusa per il ritardo, sedendosi nel posto libero vicino al mio.

«Dov'eri finito?»

«Nulla, non mi sono svegliato stamattina.»

«Draco, sei sicuro? Possiamo parlarne se vuoi.»

«Va tutto bene, segui la lezione.»

Draco sembra turbato da qualcosa che non vuole dirmi, pensa ancora di essere un peso e che essere vulnerabili significhi mostrarsi deboli e perdere il rispetto delle persone. Vorrei che almeno non lo facesse con me o con le persone vicine a lui, speravo lo avesse compreso. A fine lezione Lupin annuncia un compito da fare a coppie per la prossima settimana, sugli elfi di montagna nelle varie zone del mondo.

«Zabini e Nott... Black e Malfoy...»

Sono in coppia con Draco, perfetto. Ci alziamo e prendiamo le nostre cose, prima di uscire dalla classe Draco mi guarda e mi propone una data per vederci e completare il compito affidatoci.

«Domani e dopo domani sei libera? Possiamo incontrarci per due giorni di fila in libreria e completare la ricerca velocemente.»

«Si, va bene. Draco-»

Lo chiamo ma lui non si volta, al contrario, esce dalla classe e sparisce tra la folla di studenti. Lascio andare un sospiro e mi incammino verso la prossima classe, seguendo le lezioni tutta mattinata. Draco sembra perso la maggior parte del tempo, non credo stia nemmeno prendendo appunti. Spero solo non sia colpa mia, dopo ieri sera. Al fine delle lezioni vado in sala grande per pranzare e poi torno al mio dormitorio per rilassarmi e svagarmi nel mio tempo libero. Cerco in tutti i modi di togliermi dalla testa Draco, ma in modo vano. È colpa mia, è sempre colpa mia. Qualsiasi cosa tocchi si disfa, ovunque io vada porto il caos, qualsiasi cosa entri in contatto con me io la distruggo. Prima che i pensieri prendano il pieno controllo di me, afferro la mia chitarra e inizio a suonare qualcosa, cercando di distrarmi. La musica è la mia salvezza, la mia scorciatoia. Prima accordo la chitarra e poi inizio a intonare un pezzo di un brano, scaricando la tensione. A pochi passi dalla mia porta c'è il ragazzo dai capelli biondo platino e gli occhi color oceano, che ignaro di ciò che sta per sentire, passa davanti alla mia camera. D'un tratto si ferma ad ascoltare, stupito o forse incantato, questo può dirlo solo lui. Un piccolo sorriso si dipinge sulla sua bocca, appoggiando la testa contro la porta. Come finisco di cantare e di suonare, sento bussare alla porta e vedo Draco entrare.

My sweet little creature Where stories live. Discover now