IV

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Il miagolio di Mrs Norris echeggia nelle cucine, un richiamo all'inseguimento delle prossime prede. Draco mi afferra il polso, facendo strada verso un corridoio mai esplorato. Incominciamo a correre, mentre un bagliore si fa presente in fondo, dietro di noi. Filch (Gazza) ci ha trovati e ci sta seguendo.

«Hey, voi due!»

Aumentiamo la velocità, finché non raggiungiamo una doppia uscita. Nel panico seguo Draco, raggiungiamo delle scale e percorrendole ci ritroviamo davanti alla porta della sala comune dei serpeverde. In fretta pronunciamo la parola d'ordine, i due serpenti in pietra posti all'entrata si innalzano, con gli occhi di un verde elettrizzante, sbloccando così il portone. Senza pensarci due volte entriamo, col fiato alla gola e il cuore che scalcia nel petto. Senza proferire parola, ci sediamo su uno dei divani davanti al camino, le cui fiamme verdi ardono la legna al suo interno. Rimango ipnotizzata dall'oscillazione delle fiamme, ancora scioccata dall'avvenimento. D'un tratto Draco si mette a ridere e la mia testa si gira spontaneamente nella sua direzione.

«Tu non stai ridendo veramente...»

Ma la sua risata continua mentre annuisce col capo, condizionando anche me.

«Avessimo fatto una scommessa sulla tua durata, Black, avresti perso.»

«Oh andiamo, non è vero. Sarei riuscita a scappare.»

«Per nulla. Saresti in punizione a quest'ora. Me lo merito un grazie, no?»

«Se me lo dici cosi, no.»

«Dove sono finite le buone maniere, Black?»

prendo un sospiro, seguito da un mezzo sorriso.

«Beh, suppongo di doverti ringraziare per avermi salvata da Filch. Grazie.»

«Così va meglio.»

«Non gonfiarti l'ego, altrimenti non ci sarà più aria per me da respirare.»

Ci scaldiamo davanti al camino, mentre cala il silenzio nella sala vuota. Sono rimasta impressionata dalla grandezza della sala comune, la prima cosa che ha catturato la mia attenzione è stato il verde smeraldo, il mio colore preferito. Si ergono  maestose immense colonne in marmo nero, un marmo pregiato, unico nel suo genere poiché non presenta striature. Le pareti sono alternate dal verde smeraldo e argento, i colori della casa. La mia vista si espande fino in fondo alla sala,  caratterizzata da un'imponente vetrata che permette di osservare gli abissi del lago nero. Un brivido percorre la mia schiena, essendo talassofobica (paura del mare) il solo pensiero delle profondità delle acque e di ciò che si cela al suo interno, al buio, mi gela il sangue. Chiudo gli occhi, prendendo un respiro profondo, quando sento la sua voce vicino a me.

«Si può oscurare, lo sai?»

«Scusa-»

«A molti da fastidio vedere il lago nero, per questo hanno messo la possibilità di oscurare il vetro.»

Draco prende in mano la sua bacchetta, alzandone di poco la punta e spostandola lentamente davanti alla vetrata, la quale si oscura in pochi secondi.

«Grazie.»

«Di nulla, non entusiasma nemmeno me la vista di una sirena o di una piovra gigante, per non parlare degli avvincini-»

«Okay, basta. Hai reso l'idea.»

Sul volto di Draco si dipinge un ghigno divertito, pronto a stuzzicarmi nuovamente.

«Pensavo che i Black non avessero paura di niente.»

«Divertente, io odio il mare. E i pesci.»

«I pesci?»

«Ho paura dei pesci.»

My sweet little creature Where stories live. Discover now