Capitolo 4

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non urlai, non lanciai oggetti in aria, a stento piansi, fino a quando non se ne andò da casa per raggiungere l'aeroporto. Cercò di scusarsi, disse che lo aveva fatto per la sua immagine, perché ovviamente la ragazza ricca, figlia di imprenditori, è molto meglio al fianco della promessa dell'hockey canadese.
Non volevo più rivedere Vancouver, non volevo più vedere il Canada, la neve e lo stupido hockey.
Lasciai cadere la collana nel cassetto che chiusi con violenza, era un regalo frutto di una ricchezza sproposita e non di amore.
Quando Joe arrivò a Vancouver ben presto tutti scoprirono l'accaduto, sapevo che sarebbe successo, ma la conferma me la diedero le 5 chiamate di Ava.
Le dissi che stavo bene,  che mi sarebbe passata e che ero felice di essere a casa mia.
Era vero, ero felice di trovarmi a whitefish e non a Vancouver, lì non lo avrei retto, non sarei riuscita a sopportare gli sguardi delle persone e la presenza di Joe.
Ava mi disse che era veramente pentito, non credo che cercasse di farmi riappacificare con lui, era più per farmelo sapere, Joe e Taylor si allontanarono, non si rivolsero più la parola, ma questo non cambiava nulla.

Mi arrivò la mail di risposta al saggio, era piaciuto al professore, mi disse che se avessi voluto avrei potuto leggere un libro di Orwell e fare un saggio su quello.
Rimasi a guardare la mail per un paio di minuti, volevo tornare a Vancouver ? dopotutto ho sempre amato la Columbia, era la migliore secondo me.
La mia testa era come un treno che non si fermava mai, pensavo al saggio e pensavo alla Columbia, di conseguenza pensavo a Vancouver, che mi faceva pensare a Joe per poi pensare ad Oliver.

Passeggiai a lungo sotto il sole del cortile fino a quando non mi stesi sull'erba, la sentivo fresca sulle mie gambe, scoperte da un pantaloncino, e si insinuava sotto la maglietta leggermente sollevata.
Mi godevo il sole, cercando di fermare i pensieri.
Apri gli occhi quando qualcosa si interpose tra me e la luce.
"tutto bene?"
era Oliver, posizionato nella traiettoria del sole a farmi ombra.
Mi tirai su, mi pulì l'erba di dosso.
"tutto bene" dissi
La giornata era calda e le sue lentiggini splendevano sotto il sole che rendeva i suoi occhi cervoni più verdi.
"tagli le siepi?" gli chiesi, facendo cenno all'attrezzo che aveva tra le mani. Annui.
"mi dispiace" dissi
Trasalì sorpreso, non credevo che fosse necessario dirglielo ma dovevo.
"no, non devi dispiacerti, hai detto solo cose vere, le meritavo" si grattò la nuca preso dall'imbarazzo
"io credo che tu sia una bella persona Oliver, è solo che non riesco a spiegarmi perché tu l'abbia fatto" commentai. Non mi aspettavo una risposta, non volevo neanche averla.
"io, io non lo so" era disarmante quella risposta, la odiavo.
Mi allontanai in silenzio, in segno di disapprovazione.

"hai notizie di katie ?" chiesi a Chloe. Chloe era una delle poche amiche che mi erano rimaste a Whitefish, ci incontrammo durante la lezione di chimica dell'ultimo anno e da quel momento iniziammo a frequentarci, almeno a scuola
"non che mi interessi, solo per curiosità" precisai. Non si sentì nulla dall'altro capo del telefono poi però continuò e disse
"so solo che ha fatto una scenata davanti alla casa dei murphy"
"lei cosa?!" dissi sorpresa
"si, Oliver sembra l'abbia ignorata dopo che tu sei partita, lei non lo ha sopportato, è andata a casa sua e ha iniziato a sbraitare"
non mi sorprendeva, katie era stata la mia migliore amica dall'asilo fino a quando non mi ha rubato il ragazzo. Era sempre stata melodrammatica, tutti i pettegolezzi, che questi fossero belli o brutti, dovevano parlare di lei, per un lungo periodo ho vissuto nella sua ombra.

La fine di giugno passò rapidamente, iniziai a leggere Orwell nonostante non fossi convinta di voler tornare a Vancouver. Aiutai la mamma con le faccende domestiche, andai a mangiare un pizza con Chloe, mi raccontò i pettegolezzi di whitefish, spiegandomi che Mia e Oliver non avevano una vera e propria relazione, pare che Oliver abbia chiesto a Chloe mie notizie e lei gli raccontò ciò che le raccontavo io durante le nostre chiamate in pausa pranzo, gli disse che ero fidanzata con Joe, videro dei suoi video mentre giocava ad hockey e Oliver non proferì parola, ma qualche settimana dopo lo videro flirtare con Mia. "credo che l'abbia fatto per scordarsi di te" non volevo crederlo, non volevo illudermi, ma dopotutto Oliver non era proprio il tipo da flirtare in pubblico se non per farsi vedere.

Adoro festeggiare il 4 luglio, papà addobba la casa con festoni e oggettistica a tema, mentre la mamma cucina così tanti piatti che sembra che ci sia una brigata in cucina
"spero non vi dispiaccia" disse la mamma entrando con buste della spesa dall'aspetto pesante. Dietro di lei sbucò Oliver.
"Buon quattro luglio" disse mentre entrava con altre buste della spesa tra le mani.
"suo padre lavorerà anche oggi e dato che Oliver , per tutto l'anno ci ha dato una mano, non potevo lasciarlo festeggiare da solo" lo guardai, mi venne spontaneo chiedergli "mia dov'è?" scrollò le spalle e disse "non stiamo più insieme" mia madre mi rivolse uno sguardo, lo ignorai e feci finta che l'argomento non mi interessasse.
"Oliver mio caro ragazzo!" lo accolse mio padre. Si abbracciarono e poi si allontanarono nella veranda.
"non ti da fastidio vero? che io lo abbia invitato" mi chiese la mamma mentre riponeva i prodotti nel frigo.
"no hai fatto benissimo" dissi
Mi incamminai verso la veranda, Oliver era seduto sul dondolo e dalla grande vetrata potevo osservare mio padre nel cortile. "è andato a prendere la legna per il barbecue" disse lui. Mi sedetti al suo fianco e gli dissi "mi dispiace che tuo padre sia a lavoro e mi dispiace per Mia" era vero, nonostante Mia non mi andasse a genio, ero dispiaciuta che avessero rotto.
"non mi era mai piaciuta e io non piacevo a lei" disse lui. Mi misi a ridere e lui mi guardò divertito "cosa ti fa ridere tanto?" disse. "è solo che era chiaro come il sole che non fosse fatta per te, Chloe dice che la vostra non era nemmeno una relazione" commentai.
"no, non lo era. Non siamo nemmeno mai andati a letto insieme, questo la seccava" mi guardò, quasi come se volesse cogliere qualche mia reazione alle sue parole, ma non dissi nulla.

Ci sedemmo a tavola, per tutto il pranzo non rivolsi la parola a Oliver se non a causa di argomenti tirati fuori dai miei genitori. Mi fissava, mi fissò per tutto il pranzo. Sapevo che avrebbe voluto parlare, raccontarmi qualcosa, gli sarebbe piaciuto sapere del Canada ma io non avevo intenzione di assecondarlo.

"perché dici che ti dispiace ma poi non mi rivolgi nemmeno la parola" mi chiese mentre si sedeva sui grandini del portico.
Non volevo trattarlo male, non volevo non parlargli, anzi, forse era l'unica cosa che avrei voluto fare ma il rancore era troppo grande. 
"ti va di fare un giro?" mi chiese tirando fuori le chiavi del pick up dalla tasca.

Prendemmo un gelato e lo mangiammo seduti sul cofano del pick up
"mi dispiace davvero" dissi "non lo dico solo per dire, è solo che quello che mi hai fatto non si dimentica facilmente e se mi sono illusa di poterlo fare era solo perché eravamo lontani. Adesso con quello che è successo con Joe tutto mi è ritornato in mente" spiegai, lo guardai per qualche istante. Sussultò e poi disse "mi manchi, mi sei mancata ogni giorno e mi manchi ancora"
Lo guardai, sorpresa, quasi incredula.
"ho sempre voluto te. Io mi sarei odiato e infatti hai tutto il diritto di farlo ma voglio che tu sappia che non posso, non riesco a non pensare al fatto che nonostante tutto io continuerò ad amarti, sempre" era sincero, lo credeva davvero ed era quello che volevo sentirmi dire, Oliver era stato il mio primo amore ma era sempre stato complicato.Prima di partire per il Canada iniziammo a litigare, era per l'ansia della lontananza, per la poca fiducia, per la paura che entrambi potessimo essere presi da qualcosa di nuovo. Ci lasciammo qualche settimana prima della mia partenza e iniziò a girare il pettegolezzo che lui è katie fossero andati a letto. Avevo continuato ad amarlo, per tutto questo tempo.
"mi dispiace per quello che è successo, quando sei partita per il Canada ho iniziato ad immaginare te con un altro e ho dato di matto, quando poi ti ho effettivamente vista con Joe mi sono rassegnato e ho cercato in Mia qualcosa per poter ricominciare" io e Oliver non avevamo avuto un grande confronto sull'accaduto, mi ero ripromessa di vivere il Canada nel miglior modo possibile quindi chiusi con lui velocemente e poi partí.
"io e Katie non siamo andati a letto, so che non mi crederai ma non ne avevo il motivo. Mi baciò, venne a casa mia, si spogliò e quando le dissi di rivestirsi si vergognò. Da quel giorno non le parlai più, lei diede di matto, dopotutto chi è che ha mai rifiutato Katie ?
Fece una scenata sotto casa mia e da quel momento non ci siamo più visti"

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